giovedì 5 ottobre 2017

Venti di verità - 4^ puntata - di Mauro Bertoli

« Mi dispiace Daniele… avrei giurato che il tuo allenatore avrebbe accettato. Raramente arriviamo a proporre così tanto per un calciatore. Oggi hai fatto una pessima partita, forse perché ti ho messo in agitazione… ma il tuo talento ci ha convinti da mesi. Alla fine della stagione contatterò nuova­mente il tuo allenatore e vedremo se la società del U.S. Cruzzano sarà ancora disposta ad acqui­starti. Buona fortuna Daniele e, in qualsiasi modo andrà, auguri. Che sia il Cruzzano o qualunque altra squadra sono certo che tu farai un’ottima carriera da attaccante. A presto» si complimentò e si salutarono.
Per Daniele quello fu un giorno terribile.
Tornato a casa provò a chiamare la sua fidanzata, inutilmente. Il telefono squillava e, per quanto lui, sperasse di sentir la sua voce, non avvenne.
Mangiò un boccone ma non aveva affatto appetito.
« Tesoro… mi dispiace per Simonetta, ma dovevi dirle della partita» lo consolò mamma mentre inforcava una manciata di pennette.
« La verità è che prima m’ero scordato di dirle della partita perché mi pareva che avremmo giocato in serata, poi mi sono dimenticato di avvisarla prima della partita… un disastro. Poi ci mancava il ri­fiuto del signor Sinfonelli dell’offerta. Ma come può rifiutare un’offerta del genere? Con 60000 euro avrebbe potuto tranquillamente rimpiazzarmi» ragionò Daniele. « Poi avevo già pronto un pre-contratto di 16000 euro l’anno. Ma ti pare, 16000!» ripeté.
« Si, sono tanti soldi... specialmente alla tua età, ma abbi pazienza. Se continui così, come ha detto quel signore, che sia il Cruzzano o un’altra squadra, avrai altre possibilità» lo incitò, notando che ogni parola che diceva, si deprimeva sempre di più. « E per Simonetta, lasciala stare. Hai sbagliato, ha solo bisogno di riflettere e sbollire la rabbia. Vedrai che ti chiamerà».
Ma si sbagliò. Daniele andò a scuola il giorno seguente e a fargli i complimenti per la vittoria del giorno prima non si unì pure Simonetta. Un gruppetto di amici e amiche si erano postati fuori i can­celli di scuola e al suo arrivo gridarono « GRANDE DANY! CHE TU RIMANGA, O CHE TU PARTA, RI­MARRAI SEMPRE IL NOSTRO CAMPIONE, A PRESCINDERE DA QUELLA CARTA!».
Un suo compagno di squadra doveva aver confidato del contratto con il Cruzzano, o forse lo stesso Mister.
Ma subito la commozione per quel gesto venne smorzata dal fatto che dentro i suoi fan non vedeva lei, la sua ragazza.
Simonetta, sua coetanea, frequentava lo stesso Istituto, se pur in sezioni diverse. La conosceva da quando avevano fatto il primo anno; lui, ai tempi, era più concentrato sullo studio e per la squadra, per aver tempo a guardare le ragazze, ma quella bella mora dagli occhi verdi – la più bella della se­zione – conquistò sia il suo cuore che la sua attenzione, mese dopo mese. Sapeva bene che era sempre la prima ad entrare in aula, ma nel suo cuore si illuse di poterla vedere la fuori, stavolta.
« Dov’è la Simo? L’avete vista?» chiese ad un’amica in comune.
« Si, Dany… è entrata subito in aula. Le abbiamo detto che volevamo farti questa sorpresa ma lei si è divincolata dicendo « vada dove vuole, auguri».
Quelle parole non promisero nulla di buono e spensero ogni entusiasmo, che aveva del giorno pre­cedente.
Con un blocco al cuore entrò nella scuola, salutando e ringraziando ogni amico e compagno che gli faceva i complimenti al suo passaggio; prima di entrare nella sua classe provò ad intrufolarsi nella classe di lei, ma venne bloccata sulla porta dalla sua amica, Clarissa.
« No, non entrare. Lasciala ragionare per un po'… Non peggiorare la situazione».
Stette per insistere ma qualcosa gli disse di non farlo. Era meglio non provare ad insistere e sforza­re il dialogo. Rassegnato, disse un leggero « ok...» e si voltò per entrare nella sua classe.
« E complimenti per la partita» la sentì aggiungere, ma non rispose.

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