sabato 27 gennaio 2018

Romantiche tradizioni di famiglia. 3° puntata di Silvia Bucchi




Maria si avvicinò al frigorifero e prese una lattina di Coca Cola che aprì. Infilò la cannuccia, si avvicinò al tavolo da pranzo che era nell’attiguo tinello, si mise seduta ed iniziò a bere con gli occhi fissi sul manuale per superare i test di ingresso alla Facoltà di Medicina.
Poco dopo sua madre entrò in casa con enorme mazzo di fiori, girasoli per la precisione. La donna raggiunse la figlia in tinello. e sorrise un poco contrariata.
Hai appena finito di preparare la maturità e sei di nuovo con la testa china sui libri? Tesoro mio dovresti essere al mare. Mi ricordo che dopo la mia maturità, venti minuti dopo aver visto i quadri, ero corsa subito ad Ostia per arrostirmi sotto al sole.” Sospirò Tiziana.
Maria si alzò e abbracciò sua madre. Tiziana aveva cresciuto sua figlia praticamente da sola perché suo marito Marco era morto quando la loro bambina aveva otto anni. Da allora senza mai lasciarsi andare allo sconforto la signora De Luca aveva svolto il ruolo di madre e di padre. Maria la amava anche per questo, perché era stata la sua roccia in quei dieci anni senza il suo papà. E proprio per onorare Marco De Luca che la ragazza aveva preso la decisione di diventare un medico come lui.
Questi sono per te, amore mio. I tuoi fiori preferiti per festeggiare il tuo grande successo.” Sorrise Tiziana baciando sua figlia sulla guancia.
Per tutta risposta la giovane abbracciò la madre, baciandola a sua volta.


Andrea aprì la porta di casa e rimase stupito nel vedere i suoi genitori seduti in salotto. Lo stavano aspettando e sembravano tesi come il filo di un arco sul punto di scoccare una freccia. Le loro facce erano ceree e il figlio non riusciva a spiegarsene la ragione. Infondo aveva superato la maturità anche se con un voto scarso. “E’ morto qualcuno? La nonna Wanda si è sentita male?” domandò.
Mia madre sta benissimo, tranquillizzati e siediti.” Lo esortò Matteo mentre Diana, la madre di Andrea, tentava di abbozzare un sorriso.
I suoi genitori avevano preparato del tè e comprato i dolci nella pasticceria dietro l’angolo e quella atmosfera di finta serenità stonava con i loro volti seri.
Andrea si sedette sul divano di pelle bianca, afferrò un pasticcino e lo mangiò in un solo boccone mentre tentava di farsi coraggio. I genitori erano immobili davanti a lui.
Dobbiamo dirti una cosa importante. Abbiamo rimandato anche troppo una decisione che dovevamo prendere da anni.” Sospirò Diana. Il tono di voce era esausto come se avesse partecipato ad una lunga e dura maratona.
Quello che tua madre vorrebbe dirti è che abbiamo deciso di separarci. Non ci amiamo più da anni e da molto tempo dividiamo pene e tradimenti reciproci. Abbiamo aspettato che tu crescessi, che diventassi abbastanza maturo. Sei un uomo ormai, Andrea. Tra poco andrai via di casa per percorrere la tua strada e anche io e tua madre vorremmo fare lo stesso.” Spiegò Matteo.
Andrea li osservava con gli occhi fuori dalle orbite. Si sentiva perso e non riusciva ad accettare che quella situazione riguardasse anche lui. Non si sentiva un uomo e nemmeno una persona matura ma solo un diciottenne che dopo la fatica della maturità doveva fare i conti con un nuovo scoglio, ancora più alto da superare. Osservava i genitori in silenzio sperando che fosse solo un incubo e di potersi risvegliare nel suo letto.
Amore, io e papà prenderemo strade separate però tu sarai sempre la nostra priorità e la persona più importante della nostra vita. Non dovrai mai avere dei dubbi su questo.” Diana era preoccupata per il lungo silenzio del figlio.
Andrea in quel momento comprese che, non solo tutto quello che stava accadendo non era un sogno ma anche che il divorzio dei genitori riguardava lui, che tutto questo stava succedendo proprio a lui. Il giovane si alzò dal divano con impeto e colpì con forza il tavolo facendo cadere a terra il tè e i pasticcini.
Ma che cavolo significa tutto questo? Vi separate e pensate di dirmelo subito dopo la mia maturità? Ma che caspita di mostri siete? Siete pazzi...” Andrea uscì di casa come una furia, calpestando i cocci della teiera e i pasticcini. Non sentì nemmeno le parole dei genitori che lo supplicavano di tornare indietro.



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