« Daniele… o stai calmo o dovrò
prendere provvedimenti… che sia l’ultimo episodio. Non voglio
rovinarti la carriera da calciatore, specialmente ora»
« Mi scusi prof., non succederà
più...» si scusò Daniele.
« Ma perché questa rabbia, questo
nervoso? Non stavate bene tu e Simonetta assieme?» chiese il
professor Tarni, portando in disparte il ragazzo.
« Andavamo più che d’accordo, ma
in questo periodo sembra che la sua amica… Turchese… sia
diventata amica di Marco, sa… quel ragazzo che l’ha baciata, e a
Simonetta va pure bene! Sono due stupide oche, danno del traditore a
me quando la sua stessa amica lo è… che vadano al diavolo. Per
colpa loro ho rischiato il posto da titolare in squadra».
« Mi dispiace, veramente, ma devi
pensare allo studio ora. Sei riuscito a recuperare in due materie
scolastiche e te ne manca solo una, la mia. Io ti voglio aiutare ma
devi rimanere concentrato. A riguardo la squadra… tifo per te,
ragazzo. Ho sentito grandi progetti per te e potrebbe aprirsi un
futuro molto buono… pensa a far bene e a nient’altro. Trasforma
questa rabbia in energia e determinazione e torna a giocare con più
cattiveria di prima» gli consigliò il professore.
Il professor Tarni aveva ragione,
doveva trasformare quella rabbia e inglobarla nel corpo nel modo
giusto. Era il momento di riprendere la sua vita, era il momento di
concludere la stagione e l’anno scolastico nel modo corretto.
Durante la settimana il Mister fu
lieto di vedere che Daniele era tornato ad allenarsi con grande
grinta.
« Lo sai ragazzo che domenica
dovrai mostrare che Daniele Frettoli è tornato? Ci mancano solamente
due partite e ti mancano solamente cinque goal ai quindici. Io
personalmente non pretendo che tu ne faccia cinque in due partite ma
che tu riprenda il tuo posto in attacco da titolare. Sei il mio
attaccante migliore… ho sentito dai tuoi amici che hai nuovamente
litigato con la tua ragazza… mi auguro che questo non ti distrugga
come è capitato mesi fa… stavolta non avrai altre chance,
ricordatelo».
« A sentire il nome di Simonetta
non gli venne tristezza, solo una rabbia tanto forte che si fece male
colpendo i due pugni uno con l’altro.
Le grida esterne divennero sempre
più forti. Da quanto aspettava quel momento?
Buttò un’occhiataccia alla sua
destra; Cirro lo stava fissando molto intensamente, quasi per captare
le sue emozioni e intenzioni. Lui gli sorrise beffardo e gli sussurrò
« non distruggerai la mia carriera, non te lo permetto» e senza
guardare la reazione del difensore, corse in campo.
« In tribuna i suoi amici
esclamarono al suo ritorno in campo; Simonetta, presente tra loro con
Turchese, non si unì alle grida. A Daniele ribollì il sangue notare
che al suo fianco vi era Marco.
Dopo il fischio d’inizio Daniele
corse in attacco e corse da una parte all’altra in cerca di
filtrare verso l’area.
Il pallone rimase per diversi minuti
in centrocampo con un continuo batti e ribatti, poi un suo amico la
spazzò via sparandola proprio verso di lui.
Fitrò tra due difensori e agganciò
al limite dell’area di rigore il pallone. Non c’era molto spazio
per il tiro ma non ci pensò due volte; prese la mira verso l’angolo
destro e con tutta la rabbia che gli circolava in corpo la colpì
violentemente.
Il pallone sferzò l’aria e passò
sotto le gambe di un centrocampista avversario, passò tra due
difensori e puntò verso il punto cercato da Daniele.
«Uuuuuuh» urlarono dagli spalti.
Il pallone era saettato dritto verso l’angolo ma, avendo preso una
traiettoria a giro, si stampò con un colpo secco sul palo ed uscì.
Fece una smorfia di rabbia ma era
ancora presto, aveva ancora tutto il tempo per far goal.
Solo pochi istanti dopo il suo amico
d’attacco intercettò il pallone e con un « vai» lo invitò a
lanciarsi nuovamente verso l’area.
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