sabato 10 febbraio 2018

Romantiche tradizioni di famiglia. 5° puntata di Silvia Bucchi.




Quando Andrea tornò a casa sua dopo aver trascorso la notte dai portieri, ad attenderlo trovò Matteo. Non vedeva suo padre dal pomeriggio del giorno prima, quando aveva scoperto che i suoi genitori avevano deciso di separarsi. Suo padre sembrava invecchiato di dieci anni. I suoi occhi neri erano spenti e cerchiati da profonde occhiaie e a suo figlio notò come i capelli bianchi tra la folta chioma nera del padre, fossero aumentati. Di sicuro, pensò Andrea, Matteo aveva trascorso la notte in bianco.
Per favore, figliolo, siediti. Dobbiamo parlare.” Sospirò suo padre, guidandolo verso il salotto e facendolo sedere sul divano di pelle bianca. Di sua madre Diana non vi era traccia. Era chiaro che la donna aveva deciso di lasciarli soli per poter parlare.
Mi dispiace molto averti ferito ieri, figliolo.” Si scusò Matteo, stringendo forte tra le mani il bracciolo della poltrona.
Non preoccuparti, papà. Sono io quello che si deve scusare.” Andrea non riusciva più a stare seduto sul divano ad osservare suo padre distrutto, quindi si alzò e si avvicinò alla finestra e guardò fuori.
In cortile riuscì a vedere Eusebio che annaffiava le piante e parlava con loro. In quell’istante invidiò la modesta ma felice famiglia di Valerio. Andrea si voltò verso il padre e lo osservò con attenzione: gli sembrava così invecchiato ed infelice. In lui nacque quindi il desiderio di farlo stare meglio.
Non preoccuparti, papà. Sono stato io a comportarmi come un egoista. Non ho giustificazioni. Sono io a doverti chiedere perdono.” In quel momento Andrea sentiva davvero un forte pentimento.
Matteo non rispose, si alzò dal divano, si avvicinò alla finestra e abbracciò il figlio. Dopo parecchio tempo i due posero fine al caldo abbraccio che li aveva uniti. Entrambi guardarono fuori dalla finestra verso il cortile, dove Eusebio beveva il caffè che Donatella gli aveva preparato.
Ho un favore da chiederti, figliolo.” Sussurrò Matteo.
Con lo sguardo il figlio lo incitò a continuare e il signor Moretti gli fece una proposta : “Mi piacerebbe partire per Terracina con te. Lì i tuoi nonni hanno una casa e sono quasi venti anni che non ci metto più piede. Nonna Wanda andrà lì in vacanza e sarà lieta di ospitarci. Tu non ci sei mai stato, è una cittadina bellissima sul litorale pontino, il mare è splendido e pensa, ci sono i resti della civiltà romana.”
Andrea interruppe suo padre prima che iniziasse ad elencare tutti i pregi di quel posto. Aveva compreso che per il suo vecchio sarebbe stato molto importante trascorrere l’intera estate con lui. Per qualche motivo quella vacanza a Terracina aveva assunto per suo padre una certa rilevanza e Andrea non voleva dargli un ennesimo dolore.
Va bene, papà. Partirò volentieri con te.”


Due settimane dopo Maria era a Terracina e stava rintanata nella sua stanza, con l’aria condizionata accesa e un enorme volume davanti ai suoi occhi. Erano sette giorni che aveva lasciato Roma e ancora non era uscita di casa nemmeno per andare a bere qualcosa con Tiziana, che invece misteriosamente spariva tutte le sere. La giovane De Luca era seduta alla scrivania e mordicchiava il tappo della penna. Secondo la sua scaletta ormai era arrivata a metà del programma, anzi a dirla tutta doveva solo ripassare quanto fatto nel corso degli anni. Non era un segreto infatti che da quattro anni a questa parte, durante il suo tempo libero, quando non usciva con Amanda e le altre, Maria si esercitava per i test di ammissione a Medicina, convinta di far felice suo padre, ovunque lui fosse.
Ora a pochi mesi dall’esame, la De Luca raccoglieva i frutti del suo enorme lavoro durato anni. Secondo i suoi calcoli altre due settimane e avrebbe finito un primo ripasso, che sarebbe poi stato seguito da una ulteriore revisione del programma e dei quiz. Sua nonna Sandra la osservava di nascosto e sospirava. Aveva avuto una figlia che adorava divertirsi e che sia a Roma che a Terracina frequentava i locali più in voga ed una nipote invece tutta dedita allo studio. “A volte mi sembra una reclusa” pensò con tristezza Sandra. Sapeva che sua nipote soffriva per qualcosa, probabilmente per i compagni che non accettavano il suo aspetto fisico o forse per la morte del padre Marco.
Non approvava inoltre nemmeno il comportamento di sua figlia. Sandra pensava che Tiziana avrebbe dovuto rivelare il vero motivo di quella vacanza. Sua nipote meritava la verità. L’anziana signora entrò nella camera di Maria e le fece una richiesta: “Amore della nonna, sono troppo stanca per scendere al negozio di alimentari e ho dimenticato il latte per la colazione. Però non c’è nessuna fretta, prima di andare puoi fare una bella passeggiata sul lungomare. C’è un sole meraviglioso”. Maria sapeva che sua nonna avrebbe potuto benissimo chiedere a Tiziana di comprare il latte, mentre rientrava dalla spiaggia. Aveva chiesto il favore alla nipote perché era preoccupata per lei e voleva che uscisse un po’ da quella stanza resa gelida dall’aria condizionata.
Maria si rese conto che era riuscita a far pena anche a sua nonna e si vergognò. Forse la donna aveva ragione e lei aveva bisogno di una bella passeggiata sul lungomare.
Andrea invece era in spiaggia dove si rendeva conto che alcune ragazze non gli toglievano gli occhi di dosso da tempo. Avrebbe potuto fare come durante i cinque anni di liceo, scegliere una fidanzata per una settimana o un mese, stare con lei, divertirsi ed intanto sospirare per Maria. Quell’estate però non ne aveva voglia, forse per il divorzio dei genitori, che gli aveva fatto capire che l’amore era una cosa seria, o forse per il fatto che aveva perso Maria senza essere stato in grado di dichiararsi.
Il ragazzo girò la testa in direzione del lungomare e gli sembrò di notare tra la folla di persone intente a passeggiare, proprio la ragazza che gli aveva fatto perdere la ragione. Pensò di aver avuto una allucinazione e scosse la testa, avviandosi verso il suo ombrellone. Non era possibile che anche Maria fosse a Terracina. “Inizio a perdere completamente la testa. Ora mi sembra di vederla ovunque”. mormorò tra sé.
Era notte e Tiziana era rannicchiata tra le braccia di Matteo, nell’appartamento delle vacanze di lui. Wanda era tornata a Roma con una scusa e allo scopo di lasciare la casa al mare a disposizione del figlio e del nipote. Sapeva che Matteo aveva un piano e che sarebbe stato di vitale importanza che sua madre si fosse tolta di torno per qualche tempo. Andrea era uscito con dei ragazzi che aveva conosciuto in spiaggia, come faceva ogni sera da quando erano arrivati nella calda cittadina pontina.
I due erano sdraiati sul divano e stavano vedendo un film insieme. Ovunque erano sparse le popcorn che Tiziana aveva preparato.
Quando il film terminò la madre di Maria mormorò: “Domani è il grande giorno. Mia figlia ha capito che il suo programma di studio sta procedendo a gonfie vele e ha deciso di passare metà della sua giornata al mare. Non è una notizia meravigliosa? Finalmente potremo passare alla prima fase del nostro piano.”
Matteo la baciò sollevato: “Ti considero una donna fortunata per avere una figlia che si applica così tanto però devo riconoscere che l’ostinazione di Maria per recludersi è preoccupante, anche se mi ricorda me alla sua età.” Sospirò

Sei sicuro che tuo figlio non rientrerà prima dell’alba?” domandò Tiziana baciandolo a sua volta con passione mentre lui sorrideva. 

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