La
giovane De Luca e il suo ex compagno di scuola percorsero in silenzio
l’intero tragitto che li conduceva verso lo stabilimento balneare
che di sera si trasformava in un meraviglioso locale. Il colore
bianco era predominante e a Maria trasmetteva un forte senso di
eleganza. I due presero posto su un divanetto che era separato solo
da una tenda dalla spiaggia e dal mare. La musica che si diffondeva
nel locale però rese difficile a Maria ascoltare il rumore delle
onde.
Visto
che era un lunedì nel locale c’era poca gente, una giovane
cameriera si precipitò verso di loro per prendere le loro
ordinazioni.
Con
educazione Andrea diede la precedenza a Maria che sussurrò: “Una
Coca Cola, per favore.”
“Cosa?
Sei nel locale dove si preparano i migliori alcolici di Terracina e
ti accontenti di una banale Coca Cola che potremmo acquistare anche
nel bar sotto casa tua? Ti credevo più coraggiosa, signorina!”
sorrise Andrea.
Maria
voleva spiegargli che lei era astemia e che non voleva di certo
ubriacarsi proprio davanti a lui per rendersi ulteriormente ridicola.
Quel ragazzo era un vero tormento e mai gli avrebbe dato la
soddisfazione di mostrarsi codarda.
“Ok,
sei tu l’esperto. Che cosa mi consigli?” lo sfidò con una
audacia che non credeva di possedere.
“Due
caipiroske alla fragola.” Ordinò con sicurezza Moretti alla
cameriera che aveva osservato con divertimento il siparietto offerto
dalla coppia.
“
Esce
con un ragazzo da copertina e fa anche la schizzinosa” pensò la
cameriera allontanandosi dal loro tavolo per avviarsi al bancone.
Tiziana
e Matteo avevano approfittato dell’assenza dei figli per andare a
cena a San Felice Circeo. Era un locale tranquillo e pieno di
turisti. I due speravano di non dare molto nell’occhio per quanto
con la separazione di lui da Diana, ormai non ci fossero più motivi
di nascondersi.
I
due stavano aspettando il cameriere per la loro ordinazione quando
Tiziana sospirò.
“Spero
che mia figlia si stia divertendo. Mi sento un po’ in colpa. Mi
duole dirtelo ma lei ha in antipatia il tuo ragazzo. A quanto pare
per cinque anni hanno giocato a cane e gatto.”
“Tesoro,
sono diciannovenni. Noi sappiamo benissimo cosa comporta avere quella
età. I nostri figli sono scombussolati e credo dipenda dagli ormoni.
Vedrai che passeranno una bellissima serata, mio figlio è un ragazzo
molto simpatico, che sa divertirsi. Non devi preoccuparti di nulla.”
Commentò Matteo addentando un grissino.
“Spero
che mia figlia impari a divertirsi. E’ sempre così seria, così
lugubre. Non commette mai sciocchezze.” Sospirò Tiziana.
“Il
mio giovanotto invece ha collezionato cavolate a dozzine. Io ti
invidio la tua Maria. A proposito qui vicino dovrebbe esserci la casa
al mare di Davide. Ti ricordi, amore mio?” sussurrò Matteo
guardando Tiziana negli occhi e abbandonandosi con lei alle
rimembranze della giovinezza.
San
Felice Circeo estate del 1989.
Quando
nella primavera del 1989, sua madre Wanda gli aveva annunciato la sua
intenzione di comprare una casa a Terracina, nei pressi di Via Roma,
Matteo ne era stato felice poiché sapeva che Sandra, la madre di
Tiziana era originaria di quella cittadina pontina e che la ragazza
del suo cuore trascorreva le sue estati lì. In effetti in quel caldo
agosto del 1989 Matteo e Tiziana si erano incontrati varie volte al
bar, in libreria, dal giornalaio e sempre per caso. Purtroppo però
non erano mai andati oltre un banale “Ciao” o un educato “Come
stai?”.
Stava
per giungere ferragosto e anche Massimo giunse a Terracina perché
Wanda lo trovava molto simpatico e aveva deciso di ospitarlo per due
settimane, credendo opportuno che il miglior amico di suo figlio
facesse compagnia a Matteo, che era figlio unico, in quei caldi
giorni di metà estate. Agli occhi attenti di mamma non erano
sfuggite le occhiaie del figlio e il suo malumore. La donna sapeva
che di mezzo c’era una ragazza e sperava con tutto il cuore che la
sofferenza del figlio avesse fine. La donna era certa che Massimo
sarebbe riuscito a scuotere Matteo dal torpore nel quale era caduto.
In
effetti il giovane Moretti si rese conto che il suo migliore amico
aveva ottime capacità di socializzazione. Quella stessa mattina
infatti Massimo aveva conosciuto il giovane Davide, uno spensierato
figlio di papà con una villa a San Felice Circeo, che lo aveva
invitato ad una festa nella sua “modesta” casa al mare, con
piscina annessa.
“Non
possiamo non andare, Matteo. E’ ferragosto e noi siamo chiusi in
casa come mummie. Le cose sono due: o ti dichiari a Tiziana Miss
Augusto e poi continui a vivere, oppure ti dimentichi di quella
ragazza e continui a vivere ugualmente. Così sembri un vegetale”
commentò Massimo.
Fu
così che Matteo si lasciò convincere a raggiungere San Felice
Circeo a bordo della modesta Panda dei suoi genitori, rendendosi
conto che una parte degli invitati alla festa possedeva delle
preziose Ferrari e qualche Porche.
I
festeggiamenti si sarebbero svolti in giardino e Davide accolse con
calore Massimo e fu molto gentile anche con Matteo, che si guardò
intorno. Il prato era molto curato e i fiori meravigliosi. La piscina
era grandissima e occupava gran parte del giardino. Per un attimo
Matteo si pentì di non aver dato retta a Massimo e di aver
rinunciato a portare con sé un costume da bagno ma ormai era troppo
tardi. Il bordo della piscina era illuminato con delle candele che
donavano all’intero giardino un’area romantica.
Il
dj proprio in quel momento decise di inserire il disco di Gioca
Jouer. Massimo che adorava quella canzone ormai datata ma che piaceva
ancora ai giovani, corse in pista per scalmanarsi in mezzo al fiume
di gente che si muoveva a ritmo di musica.
Matteo
si diresse verso il buffet, aprì una bottiglia di Coca Cola e la
versò una parte del suo contenuto su un bicchiere. Stava per
riempire un piatto di plastica di salatini, quando una voce
dolcissima, che lui conosceva benissimo, lo raggiunse. Tiziana Costa
con un top rosa e dei pantaloni attillati sempre dello stesso colore,
era davanti a lui e scuoteva la sua deliziosa chioma con permanente
annessa, legata in una coda di cavallo da un nastrino rosa come il
resto del suo abbigliamento, orecchini a cerchio compresi.
“Ciao
Matteo.” Lo salutò con il sorriso più luminoso delle stelle che
brillavano in cielo.
“Sai
il mio nome?” domandò lui stupito.
“Avrei
dovuto essere sorda per non conoscerlo, dopo cinque anni di appelli
in classe, no? Il sorriso di Tiziana divenne ancora più luminoso.
“Hai
ragione.” Arrossì lui. La sua scarsa autostima spesso gli faceva
fare la figura del tonto e di questo si rammaricava molto.
In
quel momento il Dj decise di cambiare canzone e Gioca Jouer lasciò
spazio ad un lento.
Le
note di Settembre di Antonello Venditti si diffusero nell’aria.
Tiziana
prese per mano Matteo e lo costrinse a seguirla in pista. I due si
abbracciarono stretti al punto che il giovane poteva sentire il
battito del cuore di lei, il respiro di Tiziana a pochi centimetri
dal suo viso. Pochi attimi dopo i due ragazzi si stavano baciando,
circondati da tante coppiette che stavano facendo lo stesso. Matteo
era più che certo che non avrebbe mai dimenticato quel suo primo
bacio, nemmeno se fossero passati mille anni. Quando le sue labbra
abbandonarono quelle di Tiziana domandò: “E Marco?”. Lei scosse
la testa facendo oscillare i suoi ricci biondi trattenuti dalla coda
di cavallo. “Pausa di riflessione” rispose con semplicità.
In
quel momento si manifestò Paola, la migliore amica di Tiziana.
“Dobbiamo andare” disse la nuova arrivata alla Costa. “Sai che
abbiamo il coprifuoco.”
Tiziana
avvicinò le sue labbra alla guancia di Matteo e lo baciò. Lo salutò
con un “Ciao” e scomparve nella notte seguita dalla sua amica
prima che lui potesse avere qualunque reazione.
Il
giorno dopo Matteo cercò Tiziana per tutta Terracina ma la ragazza
era partita per Berlino con le sue amiche.
“Ehi,
vai piano! Non puoi risucchiare la caipiroska come se fosse Coca
Cola. E’ un alcolico e rischi sul serio di ubriacarti.” Andrea
ammonì Maria che prese gusto nell’assaggiare quella nuova bibita.
Il sapore della fragola era una delizia anche se ad un certo punto fu
assalita da un calore intenso che le bruciava le guance e da una
voglia enorme di ridere. Si sentiva allegra come non mai e la sua
avversione verso Andrea, le sue preoccupazioni per l’ammissione
alla facoltà di Medicina, sembravano così lontane.
“Mamma
mia, come sei pesante!” commentò lei con un tono di voce che
denotava come l’alcolico stesse facendo il suo effetto. “Poi ero
io la secchiona che non sapeva divertirsi! Ne voglio un’altra.”
Maria stava richiamando l’attenzione della cameriera e Andrea pensò
che fosse giunto il momento di trascinarla via.
Andrea
riuscì a condurre una traballante Maria fino ad una spiaggia libera
nelle vicinanze. Si misero a sedere su un muretto mentre la brezza
del mare li accarezzava.
Il
ragazzo tentò di coprire Maria con la sua giacca perché l’aria
era fresca anche se piacevole ma lei rifiutò. L’alcolico che aveva
bevuto le procurava un enorme calore.
“Ma
non hai caldo?” domandò la giovane. “Io devo spogliarmi” la
ragazza tentò di sfilarsi il tubino ma Andrea la fermò.
“Certo
che sei proprio noioso. Qui si muore per il caldo.” Maria
barcollava mentre tentava di alzarsi e Andrea la tenne saldamente tra
le sue braccia.
“Hai
bevuto ed è normale che tu senta un po’ caldo.” Le spiegò
In
quel momento Maria mormorò un: “Mi sento malissimo” e vomitò.
Andrea si occupò di lei con amore, tenendole la fronte e cercando di
calmarla. Quando la situazione migliorò l’accompagnò a casa.
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