La sera del concerto non si fece attendere molto e nei giorni a
precedere Alex ed Elizabeth si erano resi irreperibili. Nessuno li vide in
giro, avevano imparato bene a muoversi nella città, facendo in modo da evitare
che Albert li trovasse. Sapevano bene entrambi quanto fosse furibondo e
disperato, frustrato e deluso. Meglio non incrociare la sua strada e non pastrocchiare
la situazione più di quanto non lo fosse già. Albert e Barney presero posto,
ovviamente in borghese, nella prima fila di anelli, di fronte al palco, come da
biglietto. Albert si sorprese assai nel constatare che il pubblico fosse
costituito non solo da ragazzi giovani, ma anche da uomini e donne della sua
età. Tutti vociferavano sulla loro bravura e sul carisma di quello stravagante
cantante, Alex, per cui già tutte le ragazze e le donne avevano già perso la
testa.
“Bleah!” commentò Albert, disgustato, beccandosi una gomitata da
Barney.
“Si ricordi, Commissario: noi siamo le forze dell’ordine, non possiamo
creare disordine”, gli cantilenò Barney per l’ennesima volta.
Albert sbuffò seccato e con aria assai annoiata. O per lo meno, era
ciò che dava a vedere e che ripeteva a se stesso, come se avesse un disco
incantato nel cervello. In realtà, nel suo inconscio più sepolto, era piuttosto
emozionato. E non avrebbe mai saputo spiegarsi il perché. Dopo quella che gli
sembrò un’eternità, le luci si spensero e il palco fu sotto i riflettori. La
band si cimentò in un’introduzione musicale piuttosto d’effetto che aiutò il
pubblico a entrare nella peculiare atmosfera della serata. Poi attaccarono col
primo pezzo e Alex fece il suo ingresso sul palco, con un paio di pantaloni
neri attillati in ecopelle, lucidi, grintosi, così come grintoso era il suo
giubbotto coordinato nero a doppio petto, anche quello in ecopelle. Fin
dall’inizio diede sfogo a tutta la sua energia, tirando fuori tutta la potenza
della sua voce e scatenandosi sul palco come non mai. La band suonò tre canzoni
di seguito, per dar il via con sprint alla serata e al termine del terzo pezzo,
Alex era già a torso nudo e già completamente inzuppato di sudore.
“Buonasera a tutti! Grazie di essere venuti! Spacchiamo tutto!” salutò
il pubblico, rotolandosi a terra.
“E’ pazzo! E’ pazzo!” pensò Albert di nuovo, tra sé e sé.
La gente lo adorò fin da subito e ricambiò con calore il suo saluto.
Alex si rialzò da terra, soddisfatto dell’ottimo feedback ricevuto dal
pubblico. “SALVE CAPO! COME STA?” gridò poi a squarciagola prima di attaccare
con un altro pezzo, suscitando la curiosità di tutti e l’imbarazzo iracondo di
Albert.
“Non si muova, Commissario o capiranno tutti che il capo è lei. Si
ricordi: noi siamo le forza dell’ordine, non possiamo creare disordine”, gli
rammentò Barney, bisbigliandogli nell’orecchio, di nuovo a mo’ di cantilena.
Albert non si mosse. Avrebbe solo voluto la sua pistola e sparare in
testa ad Alex. Non avrebbe chiesto niente di meglio.
La band suonò diverse canzoni, galvanizzando gli animi di tutti. Il
pubblico li amava già. Circa a metà concerto, Alex presentò il suo capolavoro
per Elizabeth. “Il prossimo pezzo è un brano mio, che ho scritto io da solo e
che ho dedicato alla mia splendida fidanzata Elizabeth, che è la persona più
straordinaria che esista sulla faccia della terra. La sua infinita bellezza non
sarebbe nulla senza la sua singolare dolcezza. Lei è dolce fatina che mi ha
salvato l’anima e la vita. Grazie a lei, ho trovato la pace del mio cuore, che
è sempre stato in tormento, fino al giorno del nostro primo incontro. Un giorno
magico. Ho trovato un mondo nei suoi occhi. E ho trovato me stesso. Perciò,
questa canzone, la dedico a lei. All’amore della mia vita, a cui chiedo di raggiungermi
qui, sul palco, e di danzare per noi. Vieni, Elizabeth!”
Le parole di Alex avevano suscitato un gran senso di tenerezza nel
pubblico, che applaudì a tutto volume quando Elizabeth, bella, elegante e
delicata, fece il suo ingresso sul palco.
“Commissario, guardi! C’è sua figlia!” si galvanizzò Barney,
indicandola. A momenti li faceva scoprire.
“Sì. Questo lo vedo. Ma tu guarda come si è agghindata per un concerto
di così basso livello. Screditerà il nome della scuola di mia moglie!”
“Beh, questo è da vedere, Commissario. Guardi com’è bella!”
“Già... Lo so Barney. Purtroppo lo so. Un fiore come lei appassirà
nelle mani di quel manigoldo.”
“Io non credo, Commissario.”
Il silenziò calò nello stadio, non appena Elizabeth assunse una
bellissima posa d’apertura di danza classica. Indossava un bellissimo tutù
bianco, con una gonna larga di tulle, lunga fino al ginocchio, tempestata di
Swarovski. Alex eseguì il suo toccante e delicato assolo al piano, durante il
quale Elizabeth rimase immobile nella sua elegante posa. Si mosse solo quando
Alex attaccò il pezzo vero e proprio con la band e iniziò a danzare come solo
lei sapeva fare, con il suo stile unico e inconfondibile. Era sensuale, ma
delicata, leggera ed elegante. Le sue movenze sofisticate ricordavano proprio
quelle di un regale cigno bianco. Il pubblico fu catturato, stregato da un
simile spettacolo. Il testo della canzone era pieno, profondo. Mostrò un lato
di Alex di cui tutti ignoravano l’esistenza, un lato che nessuno si aspettava
avesse. Il brano scaldò i cuori di tutti, compreso quello di pietra di Albert,
che addirittura si commosse. Cercò di nascondere il fatto che si stesse
asciugando qualche lacrima, ma con scarso successo. Barney se ne accorse, ma da
brava e sensibile persona quale era in fondo in fondo, decise di far finta di
nulla e di concedergli il beneficio dell’illusione della sua mancata
osservanza. Al termine della canzone, Alex si alzò dal piano e andò a baciare
con dolce passione la sua Elizabeth, sotto gli occhi di tutti. Tale, inappropriata
manifestazione di affetto, fece tornare Albert in sé.
“Spudorati!” commentò ad alta voce, tra le grinfie di Barney che
tentava di tenerlo buono.
“Commissario, noi siamo le forze dell’ordine, non possiamo creare
disordine”, gli cantilenò ancora.
Alex afferrò il microfono. “TI AMO, ELIZABETH!” gridò a squarciagola
sollevando una grande ovazione di approvazione tra il pubblico.
Albert avrebbe tanto voluto una delle matite del suo ufficio da
spezzare in due come antistress. Il concerto proseguì bene verso la parte
finale. Alex tirò fuori un cappello da poliziotto, se lo mise in testa e
richiamò Elizabeth sul palco. “EHI, CAPO! LE PIACE IL MIO CAPPELLO?” lo sfidò
per poi attaccare con un pezzo rock scatenato a mille.
“Ma quello è il mio cappello!” s’infuriò Albert.
“E va bene, Commissario, è il suo cappello e allora?”
“Me l’ha rubato! Brutto ladruncolo! Questa volta lo sbatte dentro per
furto!”
Ma non fece in tempo a proseguire la sua protesta, che una scena
disgustosa attirò la sua attenzione. Durante il potente assolo di chitarra di
Edward, Alex ed Elizabeth sfidarono apertamente Albert, cimentandosi in un sexy
ballo di coppia in stile “Dirty Dancing”, che lo fece irritare ancora di più.
“Svergognati, disgraziati! Si prendono gioco di me!”
Mentre ballavano, i due furfantelli innamorati si scambiavano il
cappello, di tanto in tanto, per prendere in giro Albert in grande stile.
Persino Elizabeth ne faceva la caricatura in maniera buffa ed esemplare, facendo
schizzare definitivamente in orbita i delicati nervi suo padre-
Durante il secondo assolo, Alex si gettò tra il pubblico che lo accolse
con gioia.
“E’ pazzo! E’ pazzo!” continuava a gridare il povero Albert.
Conclusero il pezzo, con un altro ballo sexy, molto più spinto
rispetto al primo, conquistando il pubblico. La canzone segnò la fine del
concerto, con grande sollievo di Albert. La band si radunò sull’orlo del palco
e si inchinò al pubblico diverse volte.
“GRAZIE! GRAZIE MILLE A TUTTI! SIETE FANTASTICI! VI SIAMO PIACIUTI?”
Un assordante “SI’” si innalzò tra la folla
“BENISSIMO! ALLORA, DITELO A
QUELLI DELLA CASA DISCOGRAFICA, COSI’ CI FANNO IL CONTRATTO E IN QUESTO MODO
POTREMO DI NUOVO SUONARE PER VOI! SIETE FIGHISSIMI!”
Un’altra assordante ovazione si elevò per salutare e ringraziare i
ragazzi per la straordinaria performance offerta. La band, ma soprattutto Alex
con il suo grande carisma, aveva mandato in visibilio i fans. Alex baciò di
nuovo la sua Elizabeth tra le grida di un pubblico impazzito, la sollevò tra le
braccia e la portò con sé nel backstage, seguito dalla band, che, mentre
usciva, continuava a salutare la folla.
Dopo cinque minuti, Alex tornò a sorpresa inaspettatamente sul palco e
afferrò il microfono. “EHI, CAPO! LE E’ PIACIUTO IL CONCERTO? IO DICO DI SI’
PERCHE’ ABBIAMO SPACCATO DI BRUTTO! LA SALUTO CAPO! NOI TUTTI LA SALUTIAMO!” Lanciò
il microfono a terra e se ne corse via, lasciando il pubblico piuttosto
perplesso.
Tutti studiavano tutti, tutti osservavano tutti, cercando di capire
chi fosse questo misterioso capo. Un solleticoso vociare di “Ma chi è? Ma chi
sarà? Dov’è questo capo? Di quale capo parla?” si sollevò tutto intorno ad
Albert e Barney, gli unici rimasti in silenzio. Si alzarono e si sbrigarono ad
andar via, cercando di non dare nell’occhio.
Un fiume di champagne e uno sciabordare di cin-cin inondarono di buon
umore il backstage. La tappa finale della settimana di tournée per Los Angeles
allo stadio era andata strabene, con un successo riscosso davvero inaspettato.
Il signor Marshall prese la parola. “Molto bene ragazzi. La settimana
si è conclusa e avete suscitato più interesse di quanto io stesso avrei mai potuto
immaginare. Devo dire, però, che Alex ha fatto un po’ troppo il matto questa
sera. Ma chi diavolo è questo capo?”
“E’ padre di Elizabeth, commissario di polizia, che non vuole
accettare il nostro amore e la nostra relazione.”
“Eh, Alex, Alex. A proposito di questo, prima di iniziare la tournée
per Los Angeles, ti avevo proibito di far anche solo cenno al fatto che tu sia
fidanzato. Il pubblico avrebbe dovuto ritenerti single. Soprattutto le donne.
Così arrivano più fans!”
Elizabeth, ignara di questa cosa, ci rimase molto male, ma la nascosta
cavalleria di Alex non venne meno neanche in quell’occasione.
“Mi dispiace, Tricheco, ma io non prendo ordini da nessuno, tanto meno
da te. Elizabeth è la mia fidanzata e io la amo. Occupa un posto molto speciale
nel mio cuore, è parte di me. Io senza di lei non esisto, non più. Ed essendo
parte integrante del mio essere, il pubblico deve sapere e accettare la cosa,
che gli piaccia o no. Il pubblico deve fidarsi noi. Mai mentire al pubblico.
Dobbiamo essere cristallini fino in fondo con i nostri fans. Dobbiamo essere
noi stessi. Solo così la gente ci amerà.”
Elizabeth, rasserenata e rapita dalle parole d’autore di Alex, lo
baciò con un grande slancio d’amore.
Marshall non poté far altro che annuire con la testa. “Molto bene. Hai
ragione, devo dartene atto. In effetti, Elizabeth ha conquistato il pubblico.
Il vostro amore l’ha conquistato. Quindi... Domani pomeriggio alle cinque, nel
mio ufficio. Puntuali. Vi faccio il contratto.”
I ragazzi esplosero in una scalmanata manifestazione di folle gioia.
Gridarono, saltarono, si presero in braccio a vicenda, un disastro insomma!
Anche Hilary, che aveva il pass per stare nel backstage con la figlia, si
lasciò andare ai festeggiamenti, coinvolta e trascinata dall’entusiasmo di Alex
e dalla felicità della figlia.
“Bene! Andiamo dal Capo!” se ne uscì poi Alex.
Hilary lo guardò come se fosse pazzo. “Cosa? Come sarebbe a dire
“andiamo dal Capo”?”
“Sì! Lo andiamo a trovare a casa di sua suocera! Tanto lo so che c’era
al concerto! Ho sentito la puzza di legge e integrità morale dal palco!”
“Non fare il cretino! Con quale logica pensi che ti farà entrare?” gli
domando Hilary, ancora piuttosto perplessa.
“Che CI farà entrare! Viene tutta la band! Comunque, lei venga con
noi, ché glielo spiegherò strada facendo!”
Nessun commento:
Posta un commento