lunedì 30 settembre 2019

Come foglie al vento - Episode 664 - Special Boxing Day part 2 by Nunzio Palermo


Come foglie al vento – Special Boxing Day part 2

Episode
664
Season
4
Original Date
26/12/2013
Production Code
S4E88/237
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Stradella’s House – Llandaff
La tavola era pronta. Luke vide una sedia in più. Suonarono alla porta. Frances andò ad aprire. Era Steven vestito da Santa Klaus con un sacco. Frances rise e lo fece accomodare. Luke, appena vide Santa Klaus entrare, rise. Riconobbe Steven e l’andò ad abbracciare. Steven si tolse la barba finta e salutò i presenti. Nick era sorpreso di vederlo. Frances disse che Steven essendo di famiglia, era stato invitato su desiderio di Victor e che aveva una sorpresa per tutti, soprattutto per Luke. Victor disse che Steven era stato sempre presente nella vita di Luke, anche quando aveva scelto di vivere con Nick e Tom. Tom chiese quale fosse la sorpresa. Steven disse che s’era trasferito a Llandaff come sergente di polizia. Aveva lasciato Glasgow alle spalle e per stare vicino a Luke. Victor disse che Luke era uno Stradella essendo Renata la figlia di suo fratello e che poteva benissimo portare tre cognomi, non due. Luke sorrise e disse che Steven con lui s’era sempre comportato bene, anche quando lui non aveva intenzione di vederlo, a causa di sua madre. Steven era sempre stato un padre affettuoso. Nick sorrise dicendo che con Nancy, l’avvocato, avevano previsto questa eventualità. Victor alzò un bicchiere d’acqua e fece un brindisi augurando un sereno Natale a tutti. Tutti risposero al brindisi di Victor.

Erica’s House – Wakefield
Erica era esausta. Il pranzo di famiglia, il giorno di Natale, era una tortura. Non sopportava sua cognata Lynn e il fratello Adam. Il matrimonio d’interesse fra David e Lynn era stato combinato tra suo padre Jonathan e Jeffrey, il padre di Lynn. Quello di Jeffrey era stato un perfido ricatto. Erica desiderava fuori dalla società e dalla vita della sua famiglia i Ferguson. Sperava che prima o poi, il suo desiderio, si avverasse. Aveva una carta da giocare. Anthony Karr e Roger Vanderbilt. Doveva giocarla bene.

Stradella’s House – Llandaff

Happy Boxing Day to all….

Come foglie al vento # 664
Created by Nunzio Palermo
© 2013 - WSO





sabato 28 settembre 2019

NON TI AZZARDARE AD APRIRE QUEL FRIGO! - 3° PUNTATA - di Ambra Tonnarelli



Marco alzò gli occhi al cielo, mentre Enrico continuava freneticamente a ingolfarsi di cibo, le fauci piene, che quasi non riuscivano a masticare. Cristina e Leonida erano arrivati da mezzo secondo e già avevano invaso la casa di urla, schiamazzi e risate! Possibile che quei due non cambiassero mai? Spesso Marco si chiedeva come fosse riuscito a stringere un’amicizia tanto salda e preziosa con due tipi casinari come quelli, lui che era sempre rigido, tutto d’un pezzo, che amava la compostezza e detestava ogni qualsivoglia tipo di confusione. Di solito, tutte quelle urla, quegli schiamazzi, quelle risate stupide per un nonnulla, gli davano sui nervi, ma con Cristina e Leonida era diverso. Sì, a volte il casino che facevano lo infastidiva e non poco, ma doveva ammettere di non riuscire proprio a stare senza la loro compagnia e non ne capiva il perché. Era stranamente contento che fossero arrivati e che durante l’arco di quel mese in cui non si erano visti, non fossero cambiati di una virgola. O forse sì. Stavano decisamente peggiorando. Ogni volta che li vedeva, facevano sempre più casino.
“Chi c’è?” esclamò la voce argentina di Cristina, mentre Leonida sbatteva sonoramente la porta d’ingresso con un calcio per chiuderla.
Con molta grazia e delicatezza.
“Ci siamo tutti”, rispose Marco in maniera piatta.
“Poggiamo le valigie in camera e vi raggiungiamo!” disse Cristina, mentre si dirigeva con il fratello gemello verso le rispettive camere.
Anche loro, come Marco, scaricarono i bagagli nelle proprie stanze, si lavarono le mani in bagno e raggiunsero gli amici in cucina.
“Eccoci qui! Ciao a tutti e ben trovati!” salutò Cristina, entrando in cucina.
Marco abbozzò un sorriso, vedendola. Era sempre la stessa, con quella faccetta tutto pepe e gli occhi neri furbi che ne sapevano una più del diavolo, eppure ogni volta che la vedeva, il suo sorriso splendeva sempre di più. Era impossibile non farsi contagiare dal suo perenne buonumore e perpetuo ottimismo. Tra lei e il fratello, non si sapeva chi avesse più vitalità. Quei due erano semplicemente instancabili e... Inseparabili! Come tutti i gemelli, del resto.
Ed ecco anche l’immancabile Leonida che faceva il suo plateale ingresso in cucina.
“BUONASERA A TUTTI! ED ECCOCI QUI! TUTTA LA GANG AL COMPLETO!” esclamò gasatissimo, spalancando le braccia in maniera teatrale. “Come stai, Marco?” domandò poi all’amico che si alzò per salutarlo.
“Tutto bene, grazie. Sono appena tornato da Dresda. Sono andato con i miei genitori a trovare i nonni.”
Leonida gli diede una bella pacca sulla schiena, in segno di confidenza, mentre Cristina si allungò per abbracciarlo. Marco ricambiò freddamente l’abbraccio, dal momento che lui detestava essere abbracciato, così come non gli andava a genio nessun’altra forma di manifestazione d’affetto, ma come ci si poteva arrabbiare con Cristina e Leonida? Come si poteva rimanere indifferenti alla loro fresca spontaneità?
“Come stanno i tuoi nonni?” gli domandò Cristina dolcemente.
“Stanno benissimo. Sono sempre in ottima forma e sembrano non invecchiare di un anno.”
“Bene! Mi fa molto piacere!”
“E voi? Sempre in ritardo come al solito, vedo!”
“Ma noi siamo puntualissimi!” protestò Leonida. “Dopotutto, le lezioni cominciano solo domani mattina, no?”
Marcò sollevò un sopracciglio. “Sì, ma conoscendovi, sareste potuti persino arrivare a lezioni iniziate.”
Leonida ammiccò e si scambiò uno sguardo complice con la gemella. “Giàààà... Non lo neghiamo, caro Marco. Assolutamente, non lo neghiamo.”
Marco lanciò loro uno sguardo indecifrabile, tipico della sua personalità chiusa e introversa, poi lanciò un’occhiataccia a Enrico, che continuava indisturbato a ingolfarsi come un maiale, senza degnare di uno sguardo gli amici appena arrivati. “E tu? Quale discorso stai portando avanti con tutto quel cibo? Non vedi che sono arrivati i nostri amici?” si alterò gelidamente, lo sguardo disgustato e pieno di commiserazione verso quel suino insaziabile.
“Sì, sì”, bofonchiò con le fauci piene di hamburger e le labbra sudice di ketchup e salse varie. Allungò la mano verso una salsiccia e se la cacciò in bocca, nonostante non ci fosse quasi più posto per nient’altro. “Questo lo vedo. Ben trovati, ragazzi”, concluse a stento con nonchalance, ignorandoli completamente.
Cristina e Leonida ammiccarono, scambiandosi l’ennesimo sguardo complice.
“Caro, caro Enrico!” esclamò Leonida in tono deridente, mettendosi a massaggiargli le spalle. “Vedo che sei sempre in splendida forma! Con il fisico scultoreo che hai, potresti benissimo finire sulla copertina di una rivista di fitness!”
Ma Enrico lo ignorò, cacciandosi in bocca un’ala di pollo fritta, tranquillo e beato. Doveva far presto prima che a uno dei due venisse in mente di...
“Che carino, Enrico! Hai ordinato la cena anche per noi!” esclamò Cristina, afferrando i due cartoni di pizza.
“NOOOO!!!!” bofonchiò Enrico, scattando in piedi come una molla con un’agilità non naturale per la sua stazza. Quando c’era di mezzo il cibo...
“Tranquillo, Enrico, non ti scomodare! Ci serviamo da soli!” lo prese in giro Cristina, mentre Marco già rideva sotto i baffi, dopo aver ripreso il suo posto a tavola.
Adorava quelle buffe scenette di cui Cristina e Leonida si rendevano protagonisti. Erano soliti fregare il cibo a Enrico, dal momento che era meno dispendioso sottrarlo a lui, piuttosto che andarselo a comprare… Oltre che molto più divertente!
Enrico emise una serie di versi a bocca chiusa, non riuscendo più nemmeno a parlare per quanto l’aveva piena, ma nessuno capì che cosa stesse tentando di dire... O, perlomeno, finsero di non capire...
“Ma cosa dice?” domandò Cristina, facendo l’occhiolino al fratello.
“Ovvio, no? Ci sta dicendo che è stato un piacere per lui ordinare la pizza anche per noi! Non è vero, Enrico?”
Enrico bofonchiò ancora suoni gutturali e incomprensibili, sbraitando agitatamente come se non ci fosse un domani.
“Oh, su! Non farla tanto lunga! Lo sappiamo dove sono le posate per tagliarla! Ecco, rimettiti seduto!” Leonida lo rimise a sedere con una leggera spinta sul petto che lo fece sbilanciare e centrare dritto-dritto la sedia. “Ce la tagliamo da soli, non temere! Tu continua pure a mangiare! Saranno di nostro gradimento, vedrai! Noi siamo di bocca buona! Mangiamo tutto!”
Enrico prese a masticare freneticamente nel disperato tentativo di deglutire il cibo ed evitare che quei due si spartissero le sue amate pizze.
Cristina, nel frattempo, socchiuse prima un cartone, poi l’altro per vedere come fossero quelle pizze e il suo sguardo s’illuminò di gioia inaspettata e lo stomacò gioì con lei. “Mmmm! Leonida, quale vuoi? Abbiamo una pizza con asparagi, bacon e uova, e una con fiori e alici! Mica male!”
Leonida diede una forte gomitata affettuosa e deridente a Enrico, facendogli andare parte del boccone di traverso. “E tu che ti preoccupavi che non fossero di nostro gradimento, compare! Vada per asparagi, bacon e uova per me!” concluse, poi, Leonida, rivolgendosi alla sorella. “A te va bene?”
“A me va benissimo! Una vale l’altra, ho talmente fame!”
“Ottimo!”
I gemelli si sedettero vicino a Marco, l’uno accanto all’altra, dal momento che Enrico e il suo cibo occupavano una fiancata di tavolo intera.
Finalmente Enrico riuscì nel disperato intento di deglutire e partì all’attacco, proprio mentre i gemelli erano intenti a tagliare le pizze. “Ma che cosa avete capito, cretini! Quelle non sono per voi! Sono per me!”
“Per te?” risposero i due in coro, assumendo senza volerlo la medesima espressione facciale di bronzo.
“Già! Per me! Sissignori!”
“Ma tu hai già la cena! Guarda che roba!” esclamò Cristina indignata, dando un bel morso al primo spicchio di pizza.
“Giàààà! Tiè, guarda che roba!” convenne Leonida, indicando il cibo davanti a sé. “Hai la cena per sfamare un intero esercito!”
“No, non è vero! Non è poi così tanto! Io ho fame e anche quelle erano mie! Smettetela immediatamente di mangiarle!” urlò Enrico, isterico e perentorio.
I gemelli si scambiarono un’eloquente occhiata complice e menefreghista, facendo spallucce e continuando a mangiare indisturbati come se niente fosso.
“Ho detto smettetela!”
I gemelli si guardarono di nuovo, poi rivolsero gli sguardi a Enrico e gli alzarono il dito medio.
Marco soffocò un risolino sotto i baffi, Enrico sbottò. Disperandosi.
Non aveva il carattere così tosto come voleva far credere! Aveva il lardo persino nel cervello!
“Marco, ti prego!” piagnucolò. “Dammi una mano tu!”
Per tutta risposta, Marco lo derise con un’occhiataccia sadica e menefreghista, alzandogli a sua volta il dito medio. “Sì. Aspetta e spera.”
“Ma non è giusto! Quelle sono mie!”
“Su, non fare l’egoista, Enrico”, iniziò ad alterarsi Leonida. Era una gran canaglia, ma quando gli venivano pestati i piedi... “Hai da mangiare per un intero esercito!”
“E le dispense sono piene”, aggiunse Marco con nonchalance.
“Ah, pure! Perciò, che ti costa condividere un paio di pizze con noi! Non è affatto carino da parte tua comportarti così! Mangerai qualcos’altro, no? Noi siamo stati in giro tutto il giorno, abbiamo viaggiato e abbiamo fame! Sei proprio un bambino viziato!”
Enrico fece per rispondere, ma Cristina glielo impedì, dando subito man forte al fratello.
“Leonida ha proprio ragione, Enrico! Lì, hai da mangiare per cinque, cibo a volontà nelle dispense e nel frigo, e non ci offri una pizza a testa? Ma va! È una cosa inaudita! Comunque, te le pagheremo, non temere! Non appena abbiamo finito di mangiare, vado a prendere il portafoglio.”
“Non voglio i vostri soldi! Voglio le mie pizze! Le mie pizze!” piagnucolò Enrico, battendo i pugni sulle ginocchia, come un bambino nel bel mezzo di un capriccio.
I tre amici si scambiarono sguardi basiti e sconcertati. Sapevano già che Enrico mangiava per dieci, data la sua stazza. Non ci voleva una laurea per capirlo, ma immaginarsi che in casa si sarebbe comportato così... Nulla sembrava essere rimasto del ragazzo allegro, simpatico e solare che era, quando uscivano tutti insieme o quando erano a scuola.
La situazione era più grave del previsto.
Marco sospirò e prese in mano la situazione. “Invece, non le riavrai. Lasciali mangiare in pace. E ti dirò di più, caro il mio grassone. Cominciamo subito a condurre uno stile di vita più sano. Non ce la faccio più a vederti mangiare tutta quella merda. Perciò, questo, questo e questo, via! E anche quest’altro”, disse gelidamente e senza scomporsi, iniziando a togliere dalla tavola il cibo spazzatura.
“Fermo!” piagnucolò Enrico. Tentò di alzarsi, ma era talmente gonfio, che non ci riuscì.
E tutto ciò che poté fare fu guardare impotente Marco gettare le sue squisite prelibatezze nella spazzatura.
“Infine, dobbiamo discutere la questione della spesa. Non avrai comprato un granché, per quanto riguarda i cibi salutari, ma sta comunque di fatto che tu hai riempito le dispense, facendo così spesa per tutti. Ed è giusto che la somma che hai speso venga divisa in quattro.”
Enrico mise il broncio e ripartì alla carica. “Ancora non lo avete capito? Ma cosa siete? Ritardati, per caso? Quel cibo nelle dispense, non l’ho comprato per voi! È MIO! MIO! MIO! MIO! TUTTO MIO! L’unica cosa che avevo preso per voi erano le uova che si è mangiato Marco! Erano quelle che dovevate mangiarvi anche voi due!” sbraitò, rivolgendosi ai gemelli. “Il resto è MIO! TUTTO QUANTO MIO! Perciò, non mi dovete nulla! Volete mangiare? Allora, la spesa, fatevela da soli!”
“Non erano questi i patti, però”, gli fece notare Marco.
“Già. Si era deciso, infatti, che chi fosse arrivato per primo avrebbe fatto la spesa per tutti, in modo da tirare avanti qualche giorno, finché non ci fossimo organizzati. Chi è arrivato per primo, dunque?” puntualizzò Leonida.
“Enrico”, rispose secco Marco. “Io sono arrivato non molto prima di voi.”
I tre incrociarono le braccia, le facce di bronzo piuttosto irritate, e fissarono imperterriti Enrico. Che a sua volta fissava loro. Lanciò uno sguardo di sfida prima a Marco, poi ai gemelli. Gemelli... Gemelli, per modo di dire. Sì, vero, avevano i tratti somatici del viso praticamente quasi identici, ma stava comunque di fatto che Leonida era biondo con gli occhi azzurri, mentre Cristina vantava capelli corvini e occhi neri come la notte. Più che gemelli, sembravano fratelli. Ma questo poco importava in quel momento. Ciò che importava, invece, era il fatto che tutti e tre stavano ordendo un complotto alle sue spalle per non farlo mangiare tutto quello che voleva. E questo era inaccettabile! Non era così che sarebbero dovute andare le cose! Non sapendo che altro fare, si alzò da tavola, aprì il frigo e si portò via con sé, in camera, un salame intero e una mortadellina con una confezione sana di pan bauletto.
“Roba da matti”, commentò Cristina, scuotendo il capo con fare rassegnato.
Una volta in camera, prima di papparsi il meritato bottino, Enrico riordinò le pizze a domicilio. Non sapendo che Marco, con il suo udito a radar, aveva già captato ogni sua singola parola.
Nel frattempo, in cucina, i tre amici presero a conversare su quanto appena accaduto, Leonida che stava di punta, seduto accanto alla finestra, per vedere quando sarebbe arrivato il fattorino con le pizze.
“Accidenti”, esordì Cristina. “Non lo facevo così allupato con il cibo. Certo, che s’ingozzava a stufo e di continuo, lo sapevamo tutti, ma che in casa fosse così maleducato ed egocentrico, proprio non me lo aspettavo. Abbiamo iniziato bene!”
“Quello ci fregherà pure la nostra roba, dicendo che l’aveva comprata lui! Ve lo dice Leonida! Datemi retta!”
“Può solo provarci, quel grassone dei miei stivali. Fosse per me, saprei io come rimetterlo in riga”, commentò gelidamente Marco, una nota seccata che donava un lieve colorito alla sua voce. “Ma come si fa a ridursi così? Come si fa a non tenere per niente alla cura del proprio corpo e della propria salute?”
“Già”, convenne Cristina. “Quello che fa è inconcepibile. Come fa a non avere mai voglia di muoversi, di uscire, di vivere, insomma? Io, se fossi nelle sue condizioni, impazzirei!”
“Anch’io. Comunque, a questo punto è diventato come un serpente che si morde la coda. Più ingrassa più la sua mobilità è limitata.”
“Appunto, Leo! Come fa a non aver voglia di dimagrire, di uscire in bicicletta, di andare a correre, di fare una nuotata o semplicemente di stare fuori all’aria aperta?”
“Non ne ho idea, Cri... Oh, senti! Ti va un gelatino?”
Cristina aggrottò le ciglia. “Un gelatino?”
“Sì! Un gelatino! Ti pare che quel cicciobomba non ha comprato il gelato? Marco, ti dispiace dare un’occhiata? Io da qui non mi posso muovere, sono di punta!”
Marco annuì, anche se con espressione contrariata, e aprì il congelatore. “Tipico. Questo non è più un congelatore, ma una gelateria. Ci sono le maxi-stecche, cornetti giganti assortiti e tre vaschette da un chilo. Abbiamo gianduia, tartufo e stracciatella.”
“Passami le vaschette, per favore, Marco”, gli disse Cristina. “Faremo un trittico in un bicchiere.”
Marco annuì e fece quanto richiesto.
Cristina aprì le vaschette e iniziò a tirar giù i bicchieri dal pensile. “Marco, tu ne vuoi un po’?”
“No, grazie. Io non mangio quella roba.”
“Ma perché? Non è mica cibo spazzatura!”
“Lo so, Cri, ma sai bene come la penso. Quello è cibo inutile. È pieno di zuccheri e basta. Ai fini degli allenamenti, non mi serve a nulla, anzi.”
“Fa’ come vuoi. È giusto seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, ma ogni tanto togliersi uno sfizio non ha mai ucciso nessuno.”
“Io non ho sfizi da togliermi.”
Cristina non se la prese e fece spallucce. Ormai conosceva fin troppo bene Marco e le sue concezioni alle volte estremiste. “Ok, come vuoi. Se ci ripensi, sai dove trovarlo.”
Cristina riempì i tre bicchieri al massimo con i tre gusti e ne passò uno al fratello, che sereno e beato iniziò a mangiare senza perdere di vista il panorama fuori dalla finestra.
Marco non disse nulla, ma si limitò a guardare con aria rassegnata i due gemelli far fuori famelicamente il gelato. Erano due pozzi senza fondo ed erano in grado di mangiare di tutto e di più. Non stavano fermi un attimo. Erano sempre in movimento, dalla mattina quando si alzavano, finché non andavano a dormire a notte fonda. Erano semplicemente instancabili. Come lui, erano soliti fare attività fisica ad alto livello quasi tutti i giorni, ma con una piccola differenza. Lui era cresciuto amando il culto del corpo e la vita sana al cento per cento, mentre Cristina e Leonida erano semplicemente due concentrati di energia allo stato puro, due bombe di vitalità e l’unico modo che avevano di incanalare tutto ciò che covavano dentro era lo sport. Certo, anche loro amavano la vita sana, ma erano molto meno rigidi rispetto a lui. Infatti, si concedevano spesso gelati, dolci, cornetti e persino qualche frittura, di tanto in tanto. Leonida era un ciclista, Cristina una corritrice, entrambi adoravano le attività out-door e si allenavano costantemente in piscina e in palestra, proprio come lui. Ecco perché tutti e tre si erano ritrovati a voler studiare le scienze motorie.
Ma per lui, concedersi sfizi di tanto in tanto era un gesto blasfemo contro il corpo umano. Gli sfizi non erano null’altro che debolezze, che alla lunga affievolivano la forza della mente, perché la abituavano alla resa. Evidentemente, i gemelli non la pensavano così. Loro dicevano che bisognava vivere, ma per Marco era un concetto inconcepibile.
“Che cosa state facendo?” Una voce basita e sconvolta irruppe in cucina, distruggendo la quiete che si era creata nell’atmosfera.
“Niente”, rispose Cristina, facendo spallucce.
“Ci gustiamo un po’ di gelato”, concluse Leonida per lei.
“Ma come vi siete permessi! Quello è MIO! È IL MIO GELATO! MIO! E DI NESSUN ALTRO!” gridò Enrico come impazzito.
“Su, non farla tanto lunga per due bicchieri di gelato!” si esasperò Cristina.
“Ti abbiamo già detto che ti daremo i soldi, no?” proseguì Leonida, prima di infilarsi in bocca un altro cucchiaino di gelato.
“Ma io non voglio i vostri soldi! Io voglio il mio cibo! Voglio il mio cibo!” piagnucolò, battendo il piede a terra, come un bambino viziato nel bel mezzo di un capriccio.
Marco non ci vide più. Si alzò in piedi e lo afferrò per il colletto. “Smettila di frignare, lurido grassone! Vergognati! Fai spendere tutti questi soldi ai tuoi genitori per cosa? Per rovinarti la salute? Mi dispiace per loro, che sono due brave persone. Non meritano un figlio come te, sciocco e irresponsabile. E anche egoista, per giunta. Noi siamo amici da una vita e ora siamo anche coinquilini e tu che fai? Fai i capricci per due misere pizze e due miseri bicchieri di gelato, dopo aver riempito la casa di cibo ed esserti ingozzato tre chili di roba? Vergognati! E adesso sparisci in camera! FILA!”
Enrico non replicò e si ritirò in camera con la coda tra le gambe, quatto-quatto. Quando Marco era di quell’umore e se ne usciva con certi pezzi, beh, meglio lasciar perdere. Avrebbe trovato una soluzione per quei tre. Non si sarebbe più fatto rubare il cibo per nessun motivo al mondo!
Nel frattempo, in cucina, Marco riprese il suo posto a sedere.
“Però! Gliel’hai cantata, eh?” ridacchiò Leonida, finendo il suo gelato.
“Se l’è cercata e meritata.”
“Ehi! Eccolo che arriva!” esclamò Leonida, balzando in piedi.
Era arrivato il fattorino con le pizze.
Cristina prese il borsellino e tutti e tre si precipitarono in fretta e furia per le scale a pagar le pizze, lasciando pure una bella mancia al ragazzo che le aveva consegnate. Dopodiché, su idea di Cristina, le portarono alla parrocchia, dicendo che gli erano state consegnate per sbaglio. Un’opera buona verso i poveri e i bisognosi.
E ora potevano benissimo tornarsene a casa.

Come foglie al vento – Prossima settimana (Ep. 664 – 668)



Come foglie al vento – Prossima settimana (Ep. 664 – 668)

Nick e la sua famiglia festeggiano il Natale a Llandaff dove Steven rivela altre cattiverie perpetrate ai suoi danni da Renata.
Marlena è felice per il suo lavoro nella soap opera.
Un nuovo anno viene festeggiato a Cedarfarm

Weekdays: 7:30 p.m.

Corndale - sospensione

La web soap "Corndale" è sospesa sino a data da destinarsi.

Lo staff

venerdì 27 settembre 2019

On Air - Episodio 24 - 25 di Nunzio Palermo


On Air – In onda
Episode
24 - 25
Season
3
Original Date
27/09/2019
Production Code
S3 E3/4 - 10
Writer
Nunzio Palermo

Episodio 24 - 25
Le condizioni di Van Morris erano disperate. William Burton, il padre di Steven, era in ospedale. Temeva per la sorte del suo amico. Era incredulo su quanto avesse visto e non pensava che Martha, potesse arrivare a tanto. Negli studi della KZN le due soap erano andate in onda. Gli attori hanno recitato in diretta, sebbene preoccupati per la sorte di Van Morris. Jonathan cercava di capire il suo folle gesto. Martha rimase in silenzio. Al di là dello specchio, Pollock ricevette un messaggio su un pezzo di carta. Entrò e lo fece leggere a Jonathan. Sul foglio c’era scritto: Kelly Duncan morto suicida. Jonathan annuì e disse a Martha che Kelly Duncan era stato trovato morto. Susan si stava riprendendo. Il suo, che doveva essere un matrimonio bellissimo, s’era trasformato in una tragedia. Era a letto con accanto la sua migliore amica che cercava di rassicurarla. Dall’ospedale e da Jonathan nessuna novità. Questa la angosciava ulteriormente. Martha non disse nulla. Poco dopo un agente entrò con una busta che consegnò a Pollock. La lesse con attenzione e disse a Martha che rapporti avesse con Kelly Duncan. Martha rispose che non lo conosceva. Pollock disse che era una bugia e che aveva le prove per dimostrarlo. Alla KZN tutti aspettavano qualche notizia dall’ospedale. Poco dopo nell’ufficio di Jonathan squillò il telefono. Steven andò a rispondere. Era suo padre. Van Morris era deceduto in sala operatoria. Martha insisteva che non aveva nessun rapporto con Kelly Duncan e che non sapeva chi fosse. Pollock fece leggere una lettera e pregò Jonathan di leggere ad alta voce. Susan era incredula. Non avrebbe mai immaginato che Kelly potesse aver complottato, assieme a Martha, di rovinare il matrimonio. Jonathan disse che la confessione di Kelly non lasciava spazio a nessun dubbio. Martha e Lois avevano organizzato il piano usando Kelly come pedina. Arrestata Martha, per Kelly, non sapendo cosa fare, aveva confessato la sua partecipazione al complotto con Martha. Susan chiese cosa ne sarà di Martha. Jonathan rispose che per Martha le porte della galera sarebbero state chiuse per sempre poiché verrebbe accusata di tentato omicidio ai suoi danni e di omicidio per la morte di Van Morris. Qualche giorno dopo, nel piccolo cimitero di St. John, in periferia, si svolgono i funerali di Van Morris. Tutti i dipendenti e il cast delle soap della KZN erano presenti. Martha era rinchiusa nella cella furibonda per non essere riuscita a vendicarsi di Jonathan. Lois in un’altra ala, era furibonda. La sua vendetta contro Jonathan era fallita e per sempre. Dai tragici avvenimenti erano passate alcune settimane. Jonathan era diviso tra due lavori. Proprietario della KZN e scrittore della soap opera. Quanto accaduto aveva fatto aumentare gli ascolti dei vari programmi della radio. L’autunno era alle porte. Susan continuava il suo lavoro come segretaria di Jonathan a scrivere la soap opera assieme alla sua amica Sandra. Un giorno Susan ebbe un malore e svenne.
On Air – In Onda # 24 - 25 ©2019 by Nunzio Palermo for WSO


Come foglie al vento – Episode 663 - Special Boxing Day part 1 by Nunzio Palermo


Come foglie al vento – Special Boxing Day part 1

Episode
663
Season
4
Original Date
26/12/2013
Production Code
S4E87/237
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Stradella’s House – Llandaff
Due macchine avevano parcheggiato davanti casa. Victor era sull’uscio di casa. Era visibilmente emozionato. Nick gli andò incontro e lo abbracciò calorosamente. Luke e Jason fecero altrettanto. Jason e Tom iniziarono a togliere i bagagli mentre Jennifer andò a salutare Victor. Frances era indaffarata in cucina e accolse gli ospiti con un sorriso.

Peter and Eileen’s House – 1, Cedar Street
La giornata era tranquilla e serena. Nessuno aveva osato chiedere a Judy come stesse Patrick anche se Patrick era curioso. Judy lo prevenne e disse che Patrick che stava bene e che era preoccupato per Jill. Patrick, nonostante tutto, nutriva dell’affetto per Jill, nonostante gli avesse ordinato di... David disse che poche sono in realtà le informazioni su Jill. Eileen chiese quali fossero state implicazioni durante il risveglio di Jill. David rispose che le cure le poteva ricevere anche in carcere, ma, che difficilmente ne sarebbe uscita prima della fine della detenzione. Stessa cosa, disse Judy, valeva per Patrick. Entrambi erano stati condannati a trent’anni di carcere.

Stradella’s House – Llandaff
La tavola era pronta. Luke vide una sedia in più. Suonarono alla porta. Frances andò ad aprire. Era Steven vestito da Santa Klaus con un sacco. Frances rise e lo fece accomodare. Luke, appena vide Santa Klaus entrare, rise. Riconobbe Steven e l’andò ad abbracciare. Steven si tolse la barba finta e salutò i presenti. Nick era sorpreso di vederlo. Frances disse che Steven essendo di famiglia, era stato invitato su desiderio di Victor e che aveva una sorpresa per tutti, soprattutto per Luke. Victor disse che Steven era stato sempre presente nella vita di Luke, anche quando aveva scelto di vivere con Nick e Tom. Tom chiese quale fosse la sorpresa. Steven disse che s’era trasferito a Llandaff come sergente di polizia. Aveva lasciato Glasgow alle spalle e per stare vicino a Luke. Victor disse che Luke era uno Stradella essendo Renata la figlia di suo fratello e che poteva benissimo portare tre cognomi, non due. Luke sorrise e disse che Steven con lui s’era sempre comportato bene, anche quando lui non aveva intenzione di vederlo, a causa di sua madre. Steven era sempre stato un padre affettuoso. Nick sorrise dicendo che con Nancy, l’avvocato, avevano previsto questa eventualità. Victor alzò un bicchiere d’acqua e fece un brindisi augurando un sereno Natale a tutti.

Happy Boxing Day to all….

Come foglie al vento # 663
Created by Nunzio Palermo
© 2013 - WSO




giovedì 26 settembre 2019

Come foglie al vento - Episodio 662 – Speciale Natale parte 2 di Nunzio Palermo


Come foglie al vento – Speciale Natale parte 2

Episode
662
Season
4
Original Date
25/12/2013
Production Code
S4E86/237
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Erica’s House – Wakefield
Erica aveva in mano delle buste affrancate. Uscì di casa e andò a imbucarle in una cassetta delle lettere non poco distante. Fece un sospiro e poi ritornò verso casa. Entrò in macchina. Doveva andare da sua madre.

Vanderbilt’s Attic – 25, Waterloo Street
Myrna era irremovibile. Come sempre. Temeva per la sua famiglia, ma non poteva rivelarlo. Roger saluto sua madre dicendole che sarebbe andato a prendere Marlena per poi andare dagli Horton. Myrna non disse nulla.

Nick and Tom’s House – 10, Cedar Street
I bagagli erano pronti. Tom li aveva già sistemati in macchina. Nick e Luke furono gli ultimi a uscire di casa.

Peter and Eileen’s House – 1, Cedar Street
Eileen cercava di confortare Peter e disse che Judy e David avevano accettato l’invito. Peter sorrise e si mise a giocare con Victor, suo figlio. Eileen riprese a cucinare quando suonarono alla porta. Era Judy con David. Poco lontano, qualcuno stava osservando la scena. Era la stessa persona al cimitero. Peter fece accomodare dentro Judy e David.

Newquay – Tewynn Pleustri B&B
Renata era giunta a destinazione. Quanto accaduto nelle ultime settimane l’aveva fatto prendere questa decisione. allontanarsi dalla sua famiglia. Esser stata adottata da Victor l’aveva sconvolta e troppo tardi ne aveva compreso l’amore che aveva riversato su di lei e Nick. Suo figlio l’aveva rifiutata come madre e forse era meglio così. A Newquay, in Cornovaglia, forse avrebbe iniziato veramente una nuova vita.

Stradella’s House – Llandaff
Due macchine avevano parcheggiato davanti casa. Victor era sull’uscio di casa. Era visibilmente emozionato. Nick gli andò incontro e lo abbracciò calorosamente. Luke e Jason fecero altrettanto. Jason e Tom iniziarono a togliere i bagagli mentre Jennifer andò a salutare Victor.

Merry Christmas to all….

Come foglie al vento # 662
Created by Nunzio Palermo
© 2013 - WSO



mercoledì 25 settembre 2019

Corndale - 6° puntata






Green’s House:
Amelia dice che al telefono le è sembrato di sentire una voce femminile ma non  ne è così sicura. Margareth intanto spiega al padre che vuole un figlio da Landon ma lui non è molto d’accordo.

Campbell’s House:
Isla ha da poco litigato con Ethan e Susan. Ethan ha confessato di avere fumato e ha tacciato la sorella di essere una spiona. Isla è stanca della situazione e li prende  di petto: se non la finiranno di litigare sarà costretta a prendere delle decisioni.

Cornpub:
Harry sta servendo al tavolo quando nota una ragazza corteggiarlo con gli occhi ma lui finge di non vederla. Fuori dal pub intanto, Oscar trova Charles completamente ubriaco. L’uomo non si lascia, però, avvicinare e incolpa la polizia di non voler trovare un colpevole al suo incendio.

Hospital:
Isla dice a Jenny che non deve preoccuparsi per Emily: ha riportato solo una lieve contusione. Noah raggiunge l’ospedale ma Jenny si arrabbia.

Come foglie al vento - Episodio 661 – Speciale Natale parte 1 di Nunzio Palermo


Come foglie al vento – Speciale Natale parte 1

Episode
661
Season
4
Original Date
25/12/2013
Production Code
S4E85/237
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Horton’s House – Manchester
Susan era contenta di avere la famiglia riunita. Rebecca aveva invitato Marlena. Susan era contenta e chiese se tra madre e figlia i diverbi si fossero appianati. Rebecca rispose di no e disse che non capiva quali fossero le ragioni di Myrna. Susan disse che Marlena a casa Horton era sempre la benvenuta. Rebecca chiese a sua madre se avesse bisogno di una mano.  Susan rispose di sì.

Suarez’s House – 7, Cedar Street
Maria aveva iniziato a cucinare facendosi aiutare da sua figlia mentre Martin, che aveva finite il turno di note, era al piano di sopra a farsi una doccia. Peter era nel salotto ad addobbare l’albero. Era il primo Natale a Cedarfarm.

Marlena’s House – 2, Windsor Street
Per Marlena erano giorni di riposo. Sarebbe tornata sul set il 27 dicembre per girare alcune scene per tre episodi. Aveva studiato la parte ed era pronta. Guardò l’orologio. Erano le 8. Roger sarebbe passato di lì a poco per portarla a casa della madre di Rebecca. Aveva saputo che Stuart sarebbe andato fuori a festeggiare il Natale lasciando Myrna a casa da sola.

Vanderbilt’s Attic – Manchester
Myrna cercava di far valere, ancora una volta, le sue ragioni, la scelta di non fare incontrare Marlena con suo padre. Stuart chiese se tutto questo avesse a che fare con sua sorella Vanessa. Myrna rispose di no anche se Vanessa stava cercando di tutto per distruggerle la vita. Roger chiese se tutto ciò fosse giusto nei confronti di Marlena. Myrna non rispose.

Jason’s House – 12, Cedar Street
Peter aveva già preparato il suo bagaglio. Mandò un sms a suo cugino Luke. Jennifer era al telefono a fare gli auguri a Tina a Runswick Bay. Jason era al telefono con suo fratello. Erano anni che non si vedevano. Tutto era pronto per la partenza per Llandaff.

Erica’s House – Wakefield
Erica aveva in mano delle buste affrancate
Merry Christmas to all….

Come foglie al vento # 661
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martedì 24 settembre 2019

Come foglie al vento - Episodio 660 di Nunzio Palermo


Come foglie al vento

Episode
660
Season
4
Original Date
24/12/2013
Production Code
S4E84/237
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Karr’s Legal Office – 6, Monticello Road
Nancy ricevette una telefonata da Manchester. La sua richiesta di affidare Luke in maniera definitiva a Nick e Tom, era stata accolta. A gennaio ci sarebbe stata l’udienza con il giudice. Anthony chiese a Nancy se avesse avvisato Nick. Nancy rispose che l’avrebbe fatto fra poco. Anthony notò che Nancy era preoccupata. Anthony chiese se ci fossero problemi. Nancy rispose di sì. Fece un nome: Arthur Simms. Anthony fece un fischio di stupore. Arthur Simms era un giudice noto per il suo razzismo e omofobia. Anthony disse di non preoccuparsi. Nancy annuì.

Cedar’s Pub – Victoria Square
Nick era deciso ad accettare l’invito di suo padre e disse a Jason di fare altrettanto. Jason disse che essendo la scuola chiusa per le vacanze, si poteva partire domani presto tutti assieme. Tom disse che per lui non c’erano problemi. Nick disse altrettanto.

Peter and Eileen’s House – 1, Cedar Street
Peter era al telefono con Joe. Voleva sapere se ci fossero novità sulle condizioni di salute di Jill. Joe, dall’altro capo del telefono, rispose che la situazione era rimasta invariata. Peter chiese a Joe se volesse trascorrere il Natale con loro. Joe, a malincuore, declinò l’invito.

Stradella’s House – Llandaff
Frances aveva già preparato le camere per gli ospiti. Jennifer avrebbe dormito nella stanza di Nick e Tom. Aveva pensato di prenotare da dormire al B&B non lontano da casa. Aveva invitato i Donovan che hanno accettato l’invito. Non aveva invitato Renata. Le sue innumerevoli bugie avevano quasi distrutto la famiglia e Victor quasi alla morte. Di Renata s’erano perse le tracce dopo quanto accaduto a Cedarfarm mesi fa. Tramite Nick aveva saputo che Luke era sereno sapendola lontano dalle loro vite. Ciò aveva reso felice anche Victor che non vedeva l’ora di rivedere suo nipote e suo figlio. Dopo molti anni, Victor festeggiava il Natale con la sua famiglia.

Horton’s House – Manchester
Susan era contenta di avere la famiglia riunita. Rebecca aveva invitato Marlena. Susan era contenta e chiese se tra madre e figlia i diverbi si fossero appianati. Rebecca rispose di no e disse che non capiva quali fossero le ragioni di Myrna. Susan disse che Marlena a casa Horton era sempre la benvenuta.

Come foglie al vento # 660
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Come foglie al vento - Episodio 732 di Nunzio Palermo

   è presentato da   Come foglie al vento # 732 Episode 732 Season 4 Original Date ...