martedì 25 dicembre 2018

Rural Green - Episodio 31 - Speciale di Natale scritto da Nunzio Palermo


Rural Green
Episodio: 31 – Christmas Special
Season: 01
Airdate: 25/12/2018
Creator/Writer: Nunzio Palermo

Dopo i tragici avvenimenti della scorsa stagione, molte cose sono cambiate a Rural Green. Le sorelle Belle, Kitty e Sally, hanno lasciato la cittadina trasferendosi nel Arkansas. Darlene e Dave Sinclair, hanno venduto il loro saloon che venne comprato da Jack O’Malley, un irlandese trasferitosi con la sua famiglia da Boston. Jack venne ben accolto dalla piccola comunità appena reduce di quanto accaduto. Maeve venne coinvolta da Mà a organizzare diverse raccolte fondi per la chiesa. Una piccola fiera di dolci. Maeve aveva preparato diverse specialità irlandesi. Mà specialità del suo paese d’origine, la Francia e Maria specialità messicane. Quella giornata fu un successo. Padre Brown era contento. Per la prima volta cristiani e protestanti uniti per un bene comune. Ristrutturare la chiesa. Matt continuava il suo lavoro di sceriffo. Assieme a Pà ogni tanto pattugliavano il fiume e le montagne circostanti. Ma non passavano mai dalla vecchia miniera. Il numero degli abitanti era aumentato. La linea ferroviaria era stata ampliata. David, il fratello di Jack era stato assunto dalle ferrovie come capostazione. Per questo motivo aveva convinto suo fratello a trasferirsi a Rural Green. Sebbene riluttante, Jack aveva accettato l’invito di suo fratello. Per Maeve non era stato facile lasciare Boston per la regione dei grandi laghi. Per amore di suo marito, s’era adattata alla vita semplice di Rural Green. Gli O’Malley giunsero a Rural Green quando l’autunno era alle porte. Fu Mà ad aiutare i nuovi arrivati a trovare casa non lontano dal Saloon. Maeve pretese che nel saloon non ci fossero prostitute. Jack lo promise e così fu. Belle era partita. Le sue ragazze avevano lasciato Rural Green poco dopo. L’autunno era trascorso, e l’inverno era alle porte. Quell’anno, il 1882, fu un inverno freddo. Pà aveva preparato la scorta di fieno per i suoi animali. Stessa cosa fecero Mac e i Montero. Per Pedro, l’inverno ricordava i suoi primi anni a Rural Green. Anni di sacrifici e fatica ma alla fine, grazie all’amicizia con i Perkins tutto s’era risolto per il meglio. Maria aveva cresciuto i suoi figli ed era orgogliosa di loro. Susan, sua nuora, l’aveva aiutata a inserirsi a Rural Green. Essere la maestra, aveva i suoi vantaggi. Pedro Jr., amava sua moglie e saperla in dolce attesa l’aveva reso euforico. Susan aveva finito la visita di controllo dal “Doc”. Pedro era al settimo cielo. Pedro senior era felice di diventare nonno per la prima volta. Felipe era contento del suo fratellino. David, il capostazione in quel momento si stava recando da suo fratello Jack al saloon. Aveva finito il suo turno. Jack gli offrì da bere. Matt era preoccupato per Anthony. Quanto accaduto mesi fa con Sandra l’aveva deluso. Anthony aveva lasciato due settimane fa Rural Green. Temeva di non rivedere più il suo vicesceriffo. Jack chiese a Matt se tutto andasse bene. Matt raccontò di Anthony e di quanto stesse accadendo. Jack disse che sicuramente aveva bisogno di smaltire la delusione. Matt annuì. Poco dopo entrò Richard, il telegrafista, con un telegramma. Era di Anthony. Stava rientrando a Rural Green. La notizia riempì di gioia Matt. Jack offrì da bere a Matt. Due giorni prima del natale, Anthony ritornò a Rural Green. Anthony raccontò che era andato a trovare Sandra in carcere. L’aveva trovata debilitata. Matt capì che era successo qualcosa. Anthony disse che Sandra era morta. Mà era in cucina. Aiutata da Laura e Lara. Tutto doveva essere pronto. Pà aveva mandato l’invito agli O’Malley. Maeve disse a jack che avrebbe preparato il Christmas Cake. Jack sorrise. Disse che erano anni che non lo mangiava. Maeve sorrise. Maria Montero, nella sua cucina stava preparando diversi dolci natalizi. Amava cucinare per la sua famiglia e disse a Pedro che ne avrebbe fatto anche per i Perkins e per i Mackenzie. Fiona era esausta ma felice. Il natale le ricordava la sua famiglia nel Galles. Da quando aveva lasciato l’Inghilterra, ogni tanto aveva nostalgia del Galles. Jack e la sua famiglia giunsero al ranch dei Perkins. Pà fece gli onori di casa. Non lontano dal camino, l’albero di natale era pieno di regali. La serata dai Perkins trascorreva serenamente. Anche dai Mackenzie la cena di Natale trascorreva tra il mangiare e il divertimento. I Montero festeggiavano il natale in stile messicano come ogni anno. In ogni casa a Rural Green si festeggiava il Natale. Fuori aveva preso a nevicare. La neve stava cominciando a imbiancare le strade che collegavano Rural Green alle varie fattorie della zona. Il pastore Brown era pronto per celebrare la messa di Natale. La nevicata stava diventando incessante. Poi da lontano vide alcune fiaccole. I suoi parrocchiani si stavano avvicinando. Sorrise. Sarebbe stata una bellissima messa di Natale.

To be continued April 2019…
Rural Green # 30 © 2018 – Nunzio Palermo for WSO













On Air - Episodio 11 - Speciale di Natale di Nunzio Palermo


On Air
On Air – In Onda – Special Christmas
Episode: 11
Season: 1 (seconda parte)
Airdate: 25/12/2018
Creator: Nunzio Palermo

Dicembre 1935
Mancava pochi giorni a Natale. Jonathan s’era ripreso dalla prigionia in cui Luisa, la sua ex cognata, l’aveva costretto a vivere. Ogni tanto aveva degli incubi. Quanto accaduto aveva dato spunto per la sua soap opera radiofonica. Finalmente dopo mesi di trattative, la CBS aveva deciso di trasmettere “Vite Parallele” su scala nazionale. Le riviste del settore aveva reclamizzato l’evento e narrato tutte le vicende della soap opera fino alla data del debutto nazionale. La puntata del debutto sarebbe andata in onda lunedì 30 dicembre alle ore 13.30. Jonathan e l’intero cast erano emozionati. Susan continuava il suo lavoro di segretaria di Jonathan assieme a Sandra. Martha, era contrariata. Doveva cercare di eliminare Susan e Sandra e rientrare nelle grazie di Jonathan. Susan aveva finito di dattilografare le nuove puntate fino a marzo. Guardò fuori dalla finestra. Nevicava. Da quando a marzo s’era trasferita a Chicago aveva visto le ultime nevicate di primavera. Quest’anno l’inverno era abbastanza rigido. Era felice. Sandra e Luke l’aveva invitata per festeggiare assieme il Natale. Martha doveva trovare il sistema per accalappiare Jonathan dopo la vicenda di Lois. Lois era stata incriminata per i suoi crimini e condanna a dieci anni di carcere grazie alla testimonianza a suo favore fatta da Jonathan. Jonathan era da solo in casa. Anche quest’anno avrebbe trascorso il Natale da solo quando poi ricevette l’invito di Luke. Accettò poiché sapeva che era presente anche Susan. Cominciava a piacerle Susan. Ciò avrebbe creato attrito con Martha, la quale era diventata la public relation della radio ma non di Jonathan e della sua soap. Lo faceva Susan con il consenso di Roger.
Finalmente era arrivato il natale. Susan e Sandra erano indaffarate a cucinare. Luke era andato a prendere Jonathan. Durante il tragitto dalla casa di Jonathan fino alla casa di Luke e Sandra, non s’accorsero di essere seguiti da Martha. Martha parcheggiò poco distante. Vide scendere Luke e Jonathan. Ad aprire la porta fu Susan. Martha era incredula. Poi vide anche Susan. La gelosia prese in sopravvento e s’allontanò. Doveva intervenire. Presto le due donne sarebbero uscite dalla vita di Jonathan. La giornata in casa di Luke e Sandra fu rilassante per Jonathan. Susan era contenta di vedere Jonathan felice, forse per la prima volta dopo tanto tempo. Le giornate trascorsero tranquillamente fino al giorno del debutto di “Vite Parallele” sulla rete nazionale. Steven era emozionato. Marina, Marion, Peter e parte del cast erano in fibrillazione. Clarissa, per l’occasione, era andata a fare gli auguri a Jonathan. Paul e Luke, nella loro sala regia era pronti. Mancavano pochi minuti. Susan e Sandra erano nell’ufficio di Roger. Pronti ad ascoltare la nuova puntata. Martha era nell’ufficio di Jonathan. Era sola. Jonathan era con il cast. Finalmente Jennifer iniziò a suonare la sigla con l’organo e annunciò la puntata e lo sponsor. Poi finalmente iniziò “Vite Parallele”. Roger tenne le dita incrociate. La sua radio e la sua soap opera, punta di diamante dell’emittente, finalmente veniva conosciuta fuori dai confini di Chicago. Dopo 15 minuti la soap ebbe termine. Poi un’esplosione di gioia convolse l’intero cast e lo staff della radio. Presto avrebbero saputo se la soap aveva avuto successo oppure no. L’evento era stato reclamizzato su scala nazionale e Sandra aveva curato l’evento. Martha stava cercando Jonathan per congratularsi ma non lo trovò. Il cast, Roger, Sandra e Susan erano al Finnegan’s Pub a festeggiare. Il fotografo assoldato da Susan fece molte fotografie. Jonathan disse che per la soap aveva in mente altre storie interessanti. Tutti applaudirono e si congratularono con Jonathan. Susan guardò Joanthan. Era felice di saperlo felice e pronto a continuare a scrivere la soap. I festeggiamenti continuarono fino in serata e poi ognuno ritornò alle proprie case pronte ad affrontare i festeggiamenti della notte di fine anno.

To be continued March , 2019
On Air © Nunzio Palermo for WSO


Buon Natale da tutto lo staff di WSO


sabato 22 dicembre 2018

DUE BISBETICI ALLA RISCOSSA!!!! - 15° E ULTIMA PUNTATA - di Ambra Tonnarelli

LA BEFFA DEL DESTINO

Come andò a finire? Beh, dipende dai punti di vista! Per Valerio e Chanel filò sempre tutto liscio come l’olio, grazie al loro muso duro e alla loro complicità: per quanto riguarda Felice... Tentò per cinque anni di studi universitari di liberarsi di Valerio e Chanel, ma invano. Ogni qualvolta trovasse un nuovo appartamento, Chanel e Valerio puntualmente lo rintracciavano, avendo spie e complici sparsi per tutta Urbino, e, di conseguenza, prendevano casa con lui. Per cinque anni, Felice fu destinato a far loro da Cenerentolo, subendo continuamente le loro malefatte e i loro soprusi, e, dopo la laurea, sparì.
Una volta conclusa l’università, Valerio e Chanel si trasferirono insieme a Roma e aprirono una palestra in società chiamata “Chaerio”, i cui affari decollarono nel giro di pochissimo tempo. Divennero ricchi sfondati, insomma! E rimasero sempre i soliti! Nonostante la complicità da innamorati, il vecchio istinti da bisbetici permase e questo li portava spesso a litigare e a punzecchiarsi di continuo. Ma, alla fine, si riappacificavano sempre. Erano come cane e gatto, si azzuffavano di continuo, anche ricorrendo ai vecchi dispetti e alle antiche ripicche, ma non c’era l’uno senza l’altra. Dopo qualche ora dalla lite, Valerio ricercava Chanel e Chanel ricercava Valerio. Andarono subito a convivere a Roma, dopo aver concluso l’università e all’età di trentacinque anni, decisero finalmente di convolare a nozze.
E, badate bene, non fu un evento facile da organizzare...

Valerio si sedette a tavola a fare colazione nel maestoso e immenso giardino della sua villa, pensando a quale meta fosse adatta alle sue esigenze per il viaggio di nozze. Già puntava a località turistiche verso il Nord Europa, verso l’arte e la cultura, pur sapendo che avrebbe dovuto di nuovo litigare con Chanel. Avevano già litigato per tutto, dalla chiesa alla location per il pranzo di matrimonio, dalla lista di nozze agli invitati... Alla fine avevano estratto a sorte e, puntualmente, Valerio aveva sempre perso. Ancora non riusciva a spiegarsi come diavolo Chanel potesse avere la fortuna che girava dalla sua parte ogni singola volta. Faceva lo stesso, pensò! Era certo che, quella mattina, l’avrebbe spuntata.
“Buongiorno, amore!” lo salutò Chanel radiosa e rilassata, sedendosi davanti a lui, a tavola, in giardino.
“Buongiorno a te, tesoro”, ricambiò lui. “Stavo pensando al viaggio di nozze...”, esordì.
Ma non fece in tempo a continuare.
“Io vorrei andare alle Maldive o alle Seychelles!” esclamò Chanel, interrompendolo, entusiasta solo all’idea di passare una luna di miele immersa nel caldo, nel sole e nel lusso, circondata dal suono del dolce far niente.
“Cosa?” sbottò Valerio. “No! Io pensavo alle città d’arte del Nord Europa!”
“Sei sempre il solito lagnoso noioso! Andremo ai tropici!”
“No! Dannata strega maledetta! Andremo nel Nord Europa!”
“Ho capito”, se ne uscì Chanel col solito sorrisetto sadico sulle labbra. “Estrarremo a sorte!”
Valerio annuì con aria di sfida. “Ci sto!”
Come al solito, Valerio preparò due biglietti con scritto Valerio e Chanel, ignorando la presenza del terzo biglietto nella manica di Chanel.
Ovviamente perse. E non si accorse di nulla.
“Sì!” esclamò vittoriosa Chanel.
Valerio mise il broncio e incrociò le braccia seccato. “Tu bari”, grugnì a un certo punto.
“Pensala come vuoi”, lo freddò Chanel. “Tanto ho vinto io! Non posso farci niente, sai, se sono nata con due camicie!”
“Già”, bofonchiò Valerio.
“Comunque, ci andremo a Natale, nel Nord Europa, se può farti piacere”, gli concesse lei magnanimamente.
In fondo, le faceva pena!
Valerio annuì. “Ci sto! Affare fatto!”
“Allora, Seychelles o Maldive?”
“Maldive!” esclamò Valerio.
Ma Chanel scosse il capo. “Seychelles!” ribatté col solo scopo di contraddirlo e litigare ancora.
Una bisbetica indomata resta sempre una bisbetica indomata.
“Maldive”, incalzò Valerio.
“Seychelles!” insistette Chanel.
“Maldive!”
“Seychelles!”
“Maldive!”
“A sorte!” esclamò Chanel.
“D’accordo, Strega Maledetta! A sorte!” convenne Valerio, certo di vincere almeno una volta.
“Allora, riprepara i biglietti, Nano Da Giardino!”
Valerio si rimise all’opera. “Credevo che l’avessi constatato più volte in questi anni, cara la mia Strega Maledetta, che nella botte piccola c’è il vino buono!”
Chanel rise. “Vero. Ma ce n’è anche poco!” lo prese in giro lei. “Caro il mio Nano Da Giardino!” concluse con enfasi, calzando sul nomignolo.
Valerio scosse il capo con fare rassegnato e rise con lei.
Gettò i biglietti sul tavolino e perse.
Scosse di nuovo il capo con fare rassegnato.
Doveva trovare un’altra strategia per farla franca, ma, dopo tanti anni, non l’aveva trovata.

Giunse il giorno delle fatidiche nozze. Valerio indossava un abito classico da perfettino, che ricalcava perfettamente la sua personalità, al contrario del vestito di Chanel. Si presentò all’altare in netto ritardo, con l’acconciatura in disordine e l’aspetto trafelato, con un abito pomposo e regale che non si addiceva minimamente ai suoi modi di fare da tornado vivente. Valerio l’attendeva seccato davanti all’ingresso della chiesa, lo sguardo truce e seccato, ma con quel sorriso da canaglia e quegli occhietti vispi, non fu in grado di dirle nulla. Si limitò a porgerle il braccio per accompagnarla all’altare, lanciandole un’occhiataccia, spodestando così il ruolo del padre di lei, che venne spudoratamente messo da parte. Camminarono lungo la navata, dopo che i parenti ebbero preso ognuno il proprio posto, e raggiunsero l’altare.
Un prete dalle spalle un po’ curve e gli occhiali a culo di bottiglia, dall’aria vagamente familiare li raggiunse.
“VOI QUI?!” si stupì il giovane prete, sgranando gli occhi.
“Felice?” se ne uscì Valerio con aria meravigliata.
“Ma ti sei fatto prete!” esclamò Chanel con aria canzonatoria. “Giusto quello potevi fare!” aggiunse, suscitando le risa sommesse di Valerio.
“Ma dov’è Don Francesco?” domandò Valerio, dal momento che era con lui che aveva preso accordi per il matrimonio.
“È malato”, rispose Felice. “Lo sostituisco io. Spero che abbiate già confessato tutti i vostri peccati”, aggiunse, riferendosi alle loro continue malefatte durante i cinque anni di università.
“Di quali peccati stai parlando, Felice?” gli domandò Chanel, simulando un’innocenza che in realtà non aveva.
“Si starà riferendo a tutte le scopate che ci siamo fatti abusivamente, quando eravamo coinquilini all’università!” s’intromise Valerio, suscitando l’ilarità di tutti gli invitati.
“No”, disse secco Felice. “Mi sto riferendo a tutti i dispetti e le cattiverie che mi avete fatto, quando studiavamo insieme!”
“Su via, Felice! Per quattro scherzetti innocenti! Non ci porterai mica rancore?” replicò Chanel melliflua.
“Ora basta, Felice! Sei sempre il solito frignone rompipalle! Vedi di cominciare la funzione, ché Chanel ci ha già fatto fare abbastanza tardi!” li interruppe Valerio.
“Ma cosa vi sposate a fare che siete diversi come il giorno e la notte? Come farete ad andare d’accordo? Voi vi odiavate!” protestò Felice, ingenuo come sempre, non avendo ancora imparato la lezione del tenere la bocca chiusa al momento opportuno.
Valerio sbottò come al suo solito. Afferrò il povero e malcapitato Felice per il colletto con aria minacciosa e infuriata. “Questi non sono affari che ti riguardano. Ora, sposaci, pezzo d’imbecille che non sei altro, o ti faccio ingoiare le ostie tutte intere. E vedi di non fare la predica troppo lunga”, gli sibilò, mentre tutti gli invitati ridevano sotto i baffi, scambiandosi sguardi complici come per dire: “Siamo alle solite!”
Felice deglutì, tremolando, e incassò il colpo, come sempre. Erano passati tanti anni, ma lui non era cambiato di una virgola! Si limitò ad annuire e a cominciare la messa. “C-c-ca-cari f-fratelli”, esordì con la voce che tremolava proprio come lui. “Siamo q-qui r-riuniti oggi nella c-c-c-casa del Signore per celebrare l’unione in maaaatrimonio di questi due figli diiii D-Dio: V-Va-Valerio e-e-e-e Ch-Chaaaanel”, balbettò.
“Smettila di balbettare e muoviti, femminuccia”, gli ordinò Valerio a denti stretti, tirandogli un pistatone sul piede, facendo ridere Chanel.
“Signor sì, Signore! Eseguo!” esclamò Felice, in tono da soldato semplice, impacciato e impaurito, facendo ridere tutti i presenti, che già sotto i baffi si burlavano di lui.
Felice riprese la cerimonia, cercando di stare attento il più possibile a non balbettare, fino al momento della lettura dei sacri testi e della predica... Che tirò molto per le lunghe.
Stufi di aspettare, Valerio si tirò su le maniche della giacca ed era pronto a partire alla volta del leggio, quando Chanel lo afferrò saldamente per un braccio, il sorrisetto sadico stampato in volto. Valerio ricambiò lo sguardo con complicità, avendo già intuito cosa Chanel stesse pensando di fare.
Mentre Felice era tutto intento e preso nella sua predica rivolto ai presenti, Chanel fece cenno ai testimoni di avvicinarsi di soppiatto. Tanto quello scemo di Felice era così tonto, che non si sarebbe accorto di nulla! Chanel si fece dare un elastico e dei fazzoletti di carta e li passò a Valerio, che ne fece tante palline. Le nascose nel pugno e, lontano dallo sguardo assente di Felice e davanti agli occhi di tutti i presenti, le passò a Chanel, mentre già tutti i presenti ridevano sotto i baffi. Ma Felice era così preso nella sua predica che non si accorse di nulla. Finché non gli arrivò la prima pallina in faccia. Finalmente, s’interruppe e si guardò intorno con aria basita e furtiva. Ma nessuno si muoveva. Tutti mostravano facce di pietra, imperterrite e compunte. Felice riprese la predica come se nulla fosse accaduto, quando Chanel gli lanciò la seconda pallina con l’elastico, a mo’ di fionda. Colpendolo in pieni occhiali. La terza e la quarta gli arrivarono direttamente in bocca.
Tutti i presenti scoppiarono a ridere.
“Anche in chiesa, nel luogo sacro, casa del Signore! Non avete rispetto nemmeno per il povero prete, Don Felice! Siete sempre i soliti bisbetici!” piagnucolò il malcapitato Felice.
“Valerio te l’aveva detto di non fare la predica troppo lunga! Noi saremo sempre i soliti bisbetici, ma tu sei sempre il solito frignone rompipalle!” esclamò Chanel melliflua.
“Ora, arriva al dunque, Ciambotto!” gli ordinò Valerio in tono perentorio.
“Sì, sì, sì, sì!!!!” eseguì Felice. “Allora, vuoi tu, Chanel, prendere il qui presente Valerio come tuo legittimo sposo?”
“Sì, lo voglio”, rispose secca Chanel, con tono da saputella.
“E vuoi tu, Valerio, prendere la qui presente Chanel come tua legittima sposa?”
“Sì, lo voglio”, replicò Valerio.
“Benissimo! Allora, per mezzo dei poteri a me conferiti, io vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa!” dichiarò Felice a macchinetta, non vedendo l’ora di liberarsi di loro.
Valerio baciò Chanel con grande passione col solo scopo di prendersi gioco di Felice, per poi prenderlo e trascinarlo con loro al pranzo.
Si rise e si scherzò a crepapelle, Felice si ubriacò, poi, dopo aver mangiato la torta, tutti gli invitati sparirono, lasciando Felice da solo.
“Signore?” lo chiamò un cameriere.
“Sì? Hic!” rispose Felice, già ciucco marcio.
“Signore, qualcuno deve pagare il conto e qui c’è rimasto soltanto lei”, gli disse il cameriere.
“Il conto? Hic! Ma come faccio a pagare? Hic! Io sono il prete!” biascicò Felice.
“Qualcuno dovrà pur pagarlo, questo pranzo di nozze”, gli fece notare il cameriere, già d’accordo con Valerio e Chanel. “Ci rivolgeremo alla curia, allora. O devo chiamare le forze dell’ordine?”
“No, no! Meglio la curia!” si spaventò Felice, ancora memore dello scherzo di pessimo gusto subito in gioventù.
Poi, svenne.
“Questo non l’avevamo previsto”, disse il cameriere. “Altro che la curia! Qui, ci tocca chiamar l’ospedale!” Evviva gli sposi!” esclamò.

FINE.

venerdì 21 dicembre 2018

Promo Natale 2018


Promo Natale 2018
Il tuo daytime preferito con nuovi episodi….

Come foglie al vento
Pausa natalizia…. Nuovi episodi… nuovi drammi… a gennaio
A Natale i Donovan lo festeggiano con una novità: la definitiva rinuncia di Renata su Luke.
Marlena festeggia il Natale dagli Horton.
Marlena ha un malore e dalle analisi risulta che qualcuno la stia avvelenando da tempo.
Nuovi episodi…nuovi drammi…
Weekdays: WSO 7:30 PM a partire dal 7 gennaio 2018

Le tue primetime preferite con nuovi episodi

On Air – In Onda (Speciale di Natale)
Jonathan, ristabilito dalla brutta esperienza con Lois, riprende il suo lavoro presso la radio.
Susan organizza il pranzo di Natale negli studi radiofonici.
December 25, 2018: WSO 8:00 PM


Rural Green (Speciale di Natale)
La vita a Drunken Cow dopo gli avvenimenti della stagione precedente ha ripreso la normale routine.
Mà è indaffarata per i preparativi del pranzo di Natale e Anthony Sinclair non ha nessun motivo per festeggiarlo.
Il ritorno di Frank Wyatt, dopo molti anni, turba in parte la normale routine. Perché?
December 25, 2018: WSO 8:30 PM





Tempo d'amare XI - 1335° puntata - di Mattia Cattaneo





Alex tenta di recuperare il rapporto con Jana, ma la donna vuole la separazione: Sarah sente tutto e scappa da Ruah. Mona chiede a padre August sincerità: perché ha delle foto di Ruah con lui?. Doris litiga con il padre che la vuole con sé a Colonia. Rafaela va dal padre e l’uomo l’abbraccia. Edmund muove le sue pedine e inaspettatamente appare nella sua stanza del resort Giselle.

"TEMPO D'AMARE SI FERMA PER LA PAUSA NATALIZIA.  RIPRENDERA' LUNEDI 7 GENNAIO "

giovedì 20 dicembre 2018

Tempo d'amare XI - 1334° puntata - di Mattia Cattaneo




Jorg dice a Giselle che preferisce aspettare. Anja dice a Fritz che è colpa sua se il mobilificio di Colonia rischia il fallimento, Doris è stupita nel vedere il padre. Robert consola Rafaela, si aspettava un’accoglienza diversa dal padre. Padre August dice a Mona che l’indomani è prevista la partenza per il Sudamerica.

mercoledì 19 dicembre 2018

Tempo d'amare XI - 1333° puntata -di Mattia Cattaneo





Anja è incredula nel vedere il marito a Drummental ma l’uomo la rimprovera perché Doris ha lasciato il mobilificio in mano ad un incapace. Moser tenta di riconquistare Mona ma la donna annuncia la sua partenza per il Brasile, questa volta per sempre. Giselle intanto bacia Jorg.

Albadora - 154° puntata - di Mattia Cattaneo







Fabian si sente scoperto e ha un forte incubo: dinanzi a lui Liberto, sua figlia, sua moglie, Elpidia, Paloma che lo minacciano con un coltello, poi vede Sebastian.
Fabian si sveglia e se ne va da Paloma che lo consola. Teresa si preoccupa per suo marito e lo dice a Leonor che va a vedere suo padre in fabbrica.
Isidro chiede alla sua defunta moglie un segno di approvazione o meno del suo rapporto con Pura. Fabian viene a sapere da una suora che hanno dovuto dire alla polizia della scomparsa del figlio di Leonor.
Arriva una lettera di Rodrigo dalla Russia che viene letta da Teresa mentre Fabian ha la testa altrove; le notizie non sono molto esaltanti. Alcuni ragazzi sono ritornati in patria per trascorrere il Natale con i loro familiari e collaborano con don Josè per una iniziativa benefica. Paloma vorrebbe aprire un bar e informa Fabian dei suoi piani. Isidro, incapace di dire no a nessuno, assiste a due messe di Natale, in casa di Pura e a Toledo, a casa di sua cognata. Fabian riceve la visita in fabbrica di Sebastian con la denuncia in mano che spezza davanti a lui: saranno uniti per sempre da questo segreto.

"ALBADORA SI FERMA PER LA PAUSA NATALIZIA. TORNERA' LUNEDI' 7 GENNAIO"


Un medico tra i monti 3 - 15° ed ultima puntata - di Mattia Cattaneo





Franz è preoccupato per sua figlia e teme che venga delusa dal fidanzato. Elena però non ne vuole sapere. Klara dice a Franz di dar fiducia alla giovane ma i due finiscono per litigare.

La famiglia del fabbro Wieland è in crisi, ciò spaventa la moglie, Marlies. Gli affari peggiorano e Wieland si sfoga con Hans e Hanne che conosce da molto tempo. In paese giunge la figlia di Klara, Ruth che subito mette gli occhi sul ragazzo di Elena. Elena, furibonda, va da Franz e lo mette di fronte ad una scelta: o sceglie lei o Klara e Ruth.
Martin esce dal fienile e guarda le stelle: ammirandole troverà le risposte della sua vita.

FINE


martedì 18 dicembre 2018

Tempo d'amare XI - 1332° puntata - di Mattia Cattaneo





Robert porta Fritz al Seehof e li Rafaela lo vede così decide di chiamare la madre. Samuel e Christine vanno in birreria, tra i due sembra esserci una certa intesa. Doris viene a sapere che alcuni documenti sono in mano alla polizia e viene richiamata da Edmund. Mona scopre che padre August in passato ebbe una relazione clandestina.

Come foglie al vento - Episodio 644 di Nunzio Palermo



Episode
644
Season
4
Date
3/12/2013
Production Code
68/235
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Karr’s Legal Office – 6, Monticello Road
Nancy stava rileggendo il documento che avrebbe fatto leggere e firmare a Renata. Lo diede poi a Anthony che lo lesse con attenzione. Era perfetto e lo disse a Nancy. All’esterno dell’ufficio dei Karr, Renata aveva parcheggiato non poco distante. Faceva freddo e aveva incominciato a fioccare. Chiuse la sua macchina e s’avviò verso il portone dell’ufficio dei Karr. Suonò e attese. Anthony andò ad aprire e fece accomodare Renata. Nancy la stava aspettano nel suo ufficio con David. David chiese a Renata se volesse del caffè. Renata rispose affermativamente. Poco dopo, in strada arrivarono Luke con Nick, Tom e Steven.

Cedar’s Pub – Victoria Square
Joe raccontò a Peter che era preoccupato per Jill. L’indomani avrebbe saputo la verità. Peter annuì e chiese di Patrick. Joe rispose che Judy aveva preparato Patrick e che anche lui l’indomani avrebbe saputo il nome della madre biologica. Sperava che Patrick non abbia un crollo emotivo. Peter disse che aveva detto a Judy che qualunque cosa accadesse, l’avrebbe aiutata. Joe annuì.

Karr’s Legal Office – Nancy’s Office – 6, Monticello Road
Anthony fece accomodare Luke, Nick, Tom e Steven nell’ufficio di Nancy. Luke vide sua madre. Non la salutò. Nancy li fece accomodare. David chiese se volessero del caffè. Alla risposta affermativa, David uscì. Nancy disse che non era stato facile creare una richiesta da presentare a Renata per rinunciare alla genitorialità di Luke, ma, attraverso una serie di sentenze varie, era riuscita a creare una richiesta ad hoc per la situazione. Renata annuì e disse che anche il suo legale presso la Isles & Morris aveva fatto la stessa cosa e diede a Nancy una busta. Nancy la prese e l’aprì e iniziò a leggere con attenzione il contenuto.

Porter Texiles Industry – Executive Suite – Erica’s Office
Erika era preoccupata. Le vendite dei tessuti erano calate del 20% rispetto al semestre dell’anno precedente. Prese la cornetta del telefono interno e chiamò suo fratello suo fratello David.

Karr’s Legal Office – Nancy’s Office – 6, Monticello Road
Nancy diede il documento presentato da Renata a Nick che lo lesse con attenzione e lo fece leggere anche a Tom e Steven. Luke era in ansia.

Come foglie al vento # 644
Created by Nunzio Palermo
© 2013 - WSO

il seguito a gennaio




















lunedì 17 dicembre 2018

Albadora - 153° puntata - di Mattia Cattaneo






Fabian, teso e preoccupato per quanto successo ha un primo attacco di cuore ma non va dal medico nonostante Teresa sia preoccupata. Racconta il tutto al parroco del paese e lo rende segreto confessionale.
Leonor è molto sensibile e soffre per non poter concepire un figlio, Mario non sa come aiutarla. Alfonso adotta una nuova identità. Fabian scopre, sconcertato, che Sebastian ha suo nipote.

Tempo d'amare XI - 1331° puntata- di Mattia Cattaneo





Alex va da Doris e le dice che ha causato la rottura del suo matrimonio con Jana, la sua collaborazione con il Seehof è finita. Giselle chiede a Jorg se ci sia una donna nella sua vita. Nicole riesce ad andare al riformatorio e chiede di Patrizia ma la ragazza è uscita dalla struttura circa quattro anni prima.

Come foglie al vento - Episodio 643 di Nunzio Palermo



Episode
643
Season
4
Date
2/12/2013
Production Code
67/235
Creator - Writer
Nunzio Palermo

Karr’s Legal Office – 6, Monticello Road
Anthony lesse con attenzione le altre cartelle. Lesse anche attentamente dove Nancy aveva evidenziato. Sorrise. Nancy aveva fatto centro.

Stradella’s House – Llandaff
Durante la cena Nick ricevette un sms. Era Anthony. Nick lesse ad alta voce il messaggio di Anthony. Luke sorrise. Finalmente presto si sarebbe liberato di sua madre.

Karr’s Legal Office – 6, Monticello Road
Anthony disse a Nancy che aveva fatto un ottimo lavoro. Nancy chiese a Anthony se doveva realmente occuparsi della richiesta a nome di Luke. Anthony rispose di sì. Nancy sospirò. Anthony disse che ogni tanto doveva fare l’avvocato. Nancy ripose che aveva ragione. Guardò l’orologio. Era tardi. Mancava poco alla mezzanotte.

Salford Station – Platform 1
Renata stava aspettando il treno. Era sotto la pensilina. Stava piovendo. Tra le mani aveva una busta. Era dello studio legale Isles & Morris. Cosa aveva in mente Renata?

Stradella’s House – Llandaff
Tom era preoccupato. Non crede che Renata possa accettare la proposta di Anthony. Nick sperava che non fosse l’ennesimo imbroglio da parte di Renata.

Mersey Hotel – Salford
Renata aveva tra le mani la busta dello studio legale Isles & Morris. Anche lei aveva avuto la stessa idea di Nick. L’indomani aveva un appuntamento con Nancy, la moglie di Anthony nel suo ufficio. Non vedeva l’ora che arrivasse il momento fatidico. S’avviò verso il mobile-bar e si versò da bere.

Karr’s Legal Office – 6, Monticello Road
Nancy stava rileggendo il documento che avrebbe fatto leggere e firmare a Renata. Lo diede poi a Anthony che lo lesse con attenzione. Era perfetto e lo disse a Nancy. All’esterno dell’ufficio dei Karr, Renata aveva parcheggiato non poco distante. Faceva freddo e aveva incominciato a fioccare. Chiuse la sua macchina e s’avviò verso il portone dell’ufficio dei Karr. Suonò e attese.

Come foglie al vento # 643
Created by Nunzio Palermo
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sabato 15 dicembre 2018

DUE BISBETICI ALLA RISCOSSA - 14° PUNTATA - di Ambra Tonnarelli

LUNA DI MIELE DA BISBETICI

Valerio stringeva a sé Chanel, dopo aver fatto l’amore con lei in maniera piuttosto appassionata e selvaggia. Finalmente era in pace con se stesso. E lei pure. Entrambi ridacchiavano sotto i baffi.
“Che c’è?” le domandò Valerio, dal momento che Chanel rideva in maniera molto più marcata di lui.
“Niente! Pensavo a quel sempliciotto di Felice! Mi sa che l’hai sconvolto!”
Le labbra di Valerio si curvarono verso l’alto a disegnare un sadico sorriso. “Era proprio quello il mio scopo!”
“Sai, non credo che conosca il secondo significato del verbo scopare”, dedusse Chanel.
“Lo credo anch’io. Ecco perché gliel’ho detto!” esclamò Valerio.
“Senti, io son stufa di star rinchiusa qui, a scambiarci tutte queste smancerie! Perché non usciamo un po’?” propose Chanel.
Valerio ci pensò su. “Sì. Sì, perché no? Anche perché in questo lettuccio si sta piuttosto stretti.”
“Perché non ti trasferisci nella mia stanza? Due letti, qui, ci stanno senza problemi! E avanza pure un sacco di spazio!”
“Già... Dal momento che questa era la mia stanza!”
Valerio e Chanel si scambiarono uno sguardo complice ed esplosero a ridere, ricordando l’aneddoto della prima serata in cui era arrivata Chanel. Quando avevano litigato per la stanza.
“A dire il vero, io l’avevo rubata a Felice!” ammise Valerio.
Chanel rise.
Era così bella, quando rideva, pensò Valerio. “Allora, vado a spostare il letto e lo porto qui”, le disse, invece.
Si alzarono e si rivestirono. Valerio fece per aprire la porta, ma Chanel lo afferrò per la mano e lo fermò, scuotendo il capo, il visetto furbo e il sorriso sadico.
“Aspetta... Facciamolo spostare a quel ciambotto di Felice”, gli propose melliflua.
Il volto di Valerio si contorse in un’espressione sadica e complice al tempo stesso. “Già... Ottima idea! Davvero ottima!”
Aprirono la porta ed entrarono nella stanza di Felice senza nemmeno bussare.
Felice sollevò il capo dai libri, gli occhiali a culo di bottiglia perennemente incollati alla faccia, e li guardò terrorizzato e confuso. Quei due si stavano tenendo per mano! Oh no! Che guaio! Si erano fidanzati e si sarebbero sicuramente coalizzati contro di lui! Oh no! Cercò di mantenere la calma per quanto gli fosse possibile.
“S-sì?” balbettò il poveretto, simulando a stento una calma che in realtà non aveva.
“Vieni con noi, Felice”, gli ordinò Chanel, melliflua e sdolcinata, il sorriso sadico che accendeva i suoi occhietti vispi di furbizia.
Il povero Felice si alzò e obbedì, deglutendo, temendo il peggio. Il trio si fermò davanti alla stanza di Valerio.
“Prendi il letto di Valerio e spostalo in camera mia. Adesso”, gli ordinò con il medesimo tono di poc’anzi, mentre Valerio si godeva la scenetta, ridendo sotto i baffi.
“M-ma peeeerché?” le domandò il malcapitato Felice.
“Perché Valerio è il mio ragazzo. E dorme con me”, specificò Chanel.
“C-coooome? Fi-fino a i-iiiiiiii-eri v-vi oooodivaaaate e, e ora v-vi sieeeete f-fidanzaaaati?”
“Non sono affari che ti riguardano”, lo freddò Chanel.
“Ma voi non siete fatti per stare insieme! Siete e sarete sempre come cane e gatto!” esplose il povero Felice. A suo rischio e pericolo.
Valerio sbottò. “Come ti ha detto la mia ragazza, non sono affari che ti riguardano!” esclamò, per poi dargli un bel calcio nel sedere, facendolo cadere sul letto a pancia in giù, come uno straccio. “E ora sposta quel letto! Altrimenti ti prendo a calci in culo e di sbatto fuori casa! Una bella dormitina all’aperto in pieno inverno tempra il corpo e rinfresca la mente, caro Felice...” gli disse sadico.
“E senza cappotto”, aggiunse Chanel, con sguardo complice.
Felice incassò il colpo e si sbrigò ad alzarsi. Iniziò a spostare il letto, lamentandosi di continuo perché era un lavoro troppo pesante per lui, mentre Valerio e Chanel lo deridevano spudoratamente, dicendogli che non era neanche degno di essere considerato un uomo. Il povero Felice impiegò diversi minuti per adempiere all’impresa, sudando sette camicie come se si fosse allenato in sala pesi per più di due ore consecutive.
“Così ti vengono un po’ di muscoli, no?” lo prese in giro Chanel. “Bene. Adesso andiamo!” esclamò, strizzando l’occhietto a Valerio, che le sorrise sadicamente.
Avevano in serbo una bella sorpresa per Felice.
“Dove?” domandò Felice.
“Andiamo a cena fuori, no? Sei invitato, Felice! Dobbiamo festeggiare il nostro fidanzamento, no?” disse Chanel, mentre Valerio s’infilava il cappotto.
“Non fare il maleducato”, incalzò Chanel. “Che fai? Rifiuti un invito a cena fuori dei tuoi coinquilini?”
“No, no! V-vengo subito!” esclamò Felice.
Indossati i cappotti, uscirono e Valerio e Chanel, lo caricarono in macchina e Chanel guidò alla James Hunt fino a Pesaro, caricando di adrenalina Valerio e facendo morire d’infarto il povero Felice, che era già in preda a una crisi di panico piuttosto marcata. Andarono in un ristorante di lusso in centro e ordinarono una cena a base di pesce. Tutto sembrava andare bene. Valerio e Chanel conversavano tranquillamente del più e del meno, come persone normali, coinvolgendo persino Felice di tanto in tanto, a tal punto che Felice si rilassò e sembrò volersi godere la serata. Magari, il fidanzamento li aveva rincitrulliti e li avrebbe pian piano trasformati in persone normali.
Che illusione! A fine cena, Valerio e Chanel si alzarono all’unisono.
“Noi andiamo. Ciao-ciao, Felice!” esclamarono in coro, prendendolo in giro.
“Ma, ma, ma, ma...” balbettò, vedendosi piantato in asso. “E qui chi paga?”
“Arrivaci, testa di rapa, zucca vuota che non sei altro! Tu, no?” disse Valerio con nonchalance, prendendo Chanel per mano, già sulla soglia dell’uscita del ristorante.
“E io come torno a casa?”
“Coi mezzi pubblici, no?” rispose Chanel, richiudendo la porta del ristorante alle sue spalle.
Non passarono neanche dieci secondi, che giunse il cameriere a chiedere il conto. Ma Felice, in tasca, non aveva un soldo. Non aveva fatto neanche in tempo a prendere il portafoglio, a dire il vero! Così, il cameriere chiamò il direttore, che di vide costretto a chiamare a sua volta la polizia.
Il povero Felice, sudando freddo e sentendosi mancare per il grosso guaio in cui quei due bisbetici disgraziati lo avevano cacciato, dovette balbettò con il direttore e le forze dell’ordine, cercando di spiegare come meglio poteva la situazione, e, alla fine, ottenne di poter chiamare il padre. Il pover’uomo, furibondo con il figlio per essere sempre uno spilorcio, riuscì a convincere la polizia a non arrestarlo e il proprietario a ritirare la denuncia, in quanto avrebbe fatto lui stesso un bonifico al ristorante il mattino seguente. Alla fine, dopo diverse ore, il povero Felice fu scagionato e, non avendo nemmeno i soldi per i mezzi pubblici, venne riaccompagnato a Urbino da due poliziotti.
Lo sapeva che il fidanzamento di quei due non gli avrebbe portato nulla di buono!

Valerio e Chanel erano tornati a casa nel giro di venti minuti. Non fecero altro che ridere e scherzare sullo scherzo che avevano fatto a quel deficiente di Felice. Però, dopo poco giunse la noia. Così Chanel propose di andare prima al cinema e poi a ballare, lei che era sempre festaiola e nottambula, e Valerio, per la prima volta, si lasciò andare al divertimento sfrenato proposto da Chanel e la seguì a ruota. Al cinema, scelsero una commedia e risero a crepapelle, lanciando persino i pop-corn diverse file più in giù, disturbando così la visione a diverse persone e senza mai essere beccati per giunta! Dopo il cinema, andarono a ballare in discoteca, dove si cimentarono in sensuali balli alla Dirty Dancing, baciandosi di continuo, scambiandosi effusioni molto più che appassionate, dando così sfogo a tutta l’attrazione represse che fin da subito avevano provato l’uno verso l’altra. Finalmente, non dovevano più mentire agli altri, né a loro stessi e, proprio mentre ballavano, vennero interrotti da due persone dall’aria vagamente familiare. Valerio si staccò da Chanel, l’aria truce e seccata, pronto a inveire contro l’essere che aveva osato tanto, ma...
“Anna?” si sbigottì Valerio.
“Riccardo?” gli fece eco Chanel.
“Già, proprio così. Siamo qui con un gruppo di amici”, spiegò Riccardo. “Ma che cosa diavolo state facendo? Voi due non vi odiavate?”
“Hai mai sentito parlare di convivenza tra amore e odio?”
Riccardo annuì col cipiglio alzato.
“Direi che ti sei risposto da solo”, disse Valerio.
“Ma Chanel, perché mi hai fatto quel dispetto?” le domandò Anna, ancora turbata da quel brutto pomeriggio di poche ore prima.
“Per vendetta contro Valerio, dal momento che è stato proprio lui a farmi rompere con Riccardo, e per gelosia”, ammise finalmente Chanel.
“Vale lo stesso anche per me. Ero geloso. Molto geloso”, confessò Valerio a Riccardo.
“Beh, che dire?” disse Riccardo. “Dio li fa, poi li accoppia, no?”
“Comunque, finché siamo stati insieme, Riccardo, io non ti ho mai tradito”, lo rassicurò Chanel.
“Idem, Anna”, aggiunse Valerio.
Riccardo e Anna annuirono.
“Forse”, esordì Anna. “Era destino che le cose andassero così. Vi auguro ogni bene.”
“Anch’io. Magari, non so, potremmo restare tutti amici, no?” propose Riccardo.
“Sì, perché no?” se ne uscirono in coro Valerio e Chanel.
Il quartetto fece un cenno di assenso di circostanza e rimase per qualche istante in silenzio, mentre l’imbarazzo aleggiava intorno a loro.
“Beh, allora? Cosa aspettiamo? Andiamo a divertirci!” esclamò Chanel, riprendendo a ballare.
Valerio la seguì in pista e lo stesso fecero Riccardo e Anna. Mentre ballavano, Chanel e Valerio si scambiarono uno sguardo complice. Che Riccardo e Anna sarebbero finiti col mettersi insieme? In fondo, avevano lo stesso carattere!
“Tutto è bene quel che finisce bene”, le urlò Valerio nell’orecchio per sovrastare il gran frastuono della musica assordante.
“Già, ma non per Felice!” gridò Chanel, altrettanto forte per farsi sentire.
Entrambi esplosero a ridere e si godettero la serata di divertimento sfrenato proposta da Chanel.
Quando rientrarono a casa, alle due e mezza passate, Felice dormiva come un angioletto già da un po’, estremamente provato da quel brutto colpo basso che gli avevano tirato qualche ora prima. Non appena varcarono la soglia di casa, Chanel sbatté sonoramente la porta di casa per dispetto. Lei e Valerio si fiondarono in camera, urlando, ridendo e scherzando. Fecero a cuscinate, si rincorsero giocando per tutta casa, giusto per svegliare il povero Felice. E ci riuscirono! Il poveretto dovette sorbettarsi tutto il loro baccano in silenzio, senza fiatare, altrimenti chissà che cosa gli sarebbe successo! Non ne poteva più! Sarebbe arrivato a fine anno con un marcato esaurimento nervoso!
La serata si concluse con Valerio e Chanel che finirono nuovamente a letto. In maniera molto sonora e rumorosa. E il povero, malcapitato Felice rimase sveglio ancora per un bel po’. La mattina, staccò la sveglia, impossibilitato dallo svegliarsi, si alzò alle dieci con una crisi di panico per aver saltato le lezioni e, come ciliegina sulla torta, sia Valerio, che Chanel erano a casa, per fargli dispetto, gli occuparono il bagno a turno per più di un’ora, tanto che alla fine Felice fu costretto ad andare a lezione senza nemmeno lavarsi faccia e denti. Senza nemmeno aver la possibilità di andar di corpo.
Dalla padella, era passato alla brace.
Non aveva scampo.
E giugno era ancora moooolto lontano...




Come foglie al vento - Episodio 732 di Nunzio Palermo

   è presentato da   Come foglie al vento # 732 Episode 732 Season 4 Original Date ...