VENDETTA.
Chanel rientrò a casa e si fiondò in camera, furiosa come non mai. Era
chiaro che era stata tutta una messinscena ben organizzata da qualcuno per
farle definitivamente rompere con Riccardo. Poco male, pensò. Tanto non era di
lui che era innamorata. Riccardo era solo... Un diversivo per nascondere a se
stessa la verità, una verità che le faceva più che male ammettere. Però stava
di fatto che era furiosa, perché nessuno, nessuno trattava Chanel in quel modo!
Chiunque fosse stato, lei l’avrebbe scoperto in un modo nell’altra e
gliel’avrebbe fatta pagare cara. Molto cara. Nessuno poteva umiliarla così. Ci
rifletté su e scorse tutti i numeri che aveva in rubrica e tutti i suoi
contatti Facebook, ma non le veniva in mente nessuno che avrebbe mai potuto
farle uno scherzo del genere, se non... Valerio! Ma perché mai avrebbe dovuto
farlo? Logico, no? Per farle un dispetto! Altro che tregua! Gliela faceva
vedere lei, la tregua! Avrebbe aspettato un po’ per vendicarsi. Avrebbe fatto
finta di nulla e avrebbe continuato la sua vita serena e spensierata come se
non fosse accaduto niente, così da non dargli alcuna soddisfazione e poi, al
momento opportuno, si sarebbe vendicata! Giusto il tempo che lui abbassasse la
guardia e non ci pensasse più. Sì. Avrebbe fatto proprio così. Sorrise
sadicamente, s’infilò il pigiama e andò in bagno a lavarsi i denti. Non appena
uscì, mentre era in corridoio, sentì Valerio rientrare e lo incrociò.
“Buonasera Nanerottolo! Fatto due passi?” esordì con voce smielata,
simulando bontà infinita e innocenza.
“Sì. E tu? Che ci fai già qui? Credevo che fossi con Riccardo!”
“Un imbecille si è presentato, dicendo di essere il mio ragazzo e quel
cretino deficiente di Riccardo ci ha creduto. Così mi ha piantata. Poco male.
Se non si fida ciecamente di me, vuol dire che non è quello giusto”, gli spiegò
tranquilla.
Valerio rimase imperscrutabile. “Un tipo si è presentato e ha detto di
essere il tuo ragazzo? Ma chi?”
“Ah, non ne ho la più pallida idea! E chi lo conosce! Non sapevo
nemmeno che esistesse!” esclamò Chanel, facendo la finta tonta. Aveva capito
benissimo che quel tipo era un amico di un amico di un amico di un amico di
Valerio, un ragazzo insospettabile che lei non poteva conoscere.
“Evidentemente ti ha scambiata per qualcun’altra e, preso dalla
collera, non ti ha dato nemmeno il tempo di spiegare”, buttò lì Valerio, per
gettarle il fumo negli occhi.
“No, non credo. Mi ha chiamata per nome e sapeva troppe cose su di me.
No. Sono più propensa a pensare che fosse stato mandato da qualcuno che voleva
farmi un dispetto”, disse Chanel, non gradendo passare per stupida.
“Un piano ingegnoso. Ideato da chi?” le domandò Valerio.
“Qualche supposizione, Nanerottolo?” ribatté lei.
“No, cara la mia Lentiggine”, mentì Valerio.
“Ci rifletterò su e ti farò sapere”, concluse Chanel, facendo per
rientrare in camera.
“Magari è stato Felice. Ce l’ha con noi, ne sono sicuro. Non mi
stupirei, se capitasse qualcosa anche a me, nei prossimi giorni”, buttò lì
Valerio per depistarla.
Chanel fece finta di rifletterci su con grande maestria, tanto da
sembrare autentica. “Forse hai ragione. Teniamolo d’occhio. Se davvero è stato
lui, lo farò pentire di essere nato. Non tanto per Riccardo, ma per avermi
pestato i piedi”, disse, sadica e melliflua.
“Che non provi a pestare i miei”, replicò Valerio con sguardo
assassino.
Si scambiarono un’occhiata complice ed entrarono nelle rispettive
camere.
Chanel sorrise sadicamente. Tutto andava secondo i piani, anzi meglio
del previsto. Il fatto che Valerio avesse accusato quel ciambotto di Felice le
rendeva tutto molto più facile. Mentre lei fingeva di tenere d’occhio quel
sempliciotto di Felice, avrebbe potuto sorvegliare Valerio indisturbata e
attendere il momento giusto per mettere in pratica il diabolico piano che
avrebbe ideato per lui e lui soltanto. Col sorriso sadico stampato in volto,
s’infilò sotto le coperte e spense la luce.
Era ora di riposare un po’.
Valerio era in camera a rimuginare. Non era certo che Chanel l’avesse
bevuta, perché quella strega maledetta era maestra di magia nera e non era
affatto stupida. A dir la verità, era la ragazza più sveglia e intelligente,
che avesse mai incontrato. Peccato che fosse così stronza! Comunque, non poteva
soffermarsi su dettagli al momento irrilevanti. Chanel sospettava di lui, ne
era certo. Era sicuro che non avesse affatto creduto alla colpevolezza di
Felice, ma il fatto che non lo avesse affrontato apertamente era già un passo
per prevedere la sua prossima mossa. Chanel covava sicuramente vendetta e
probabilmente l’avrebbe ripagato con la stessa moneta. Doveva avvertire Anna.
Lei era un ottimo diversivo per tenere la testa e il cuore lontano da quella
strega maledetta e non poteva perderla nel modo più assoluto. Inoltre, era una
ragazza così buona, che non si meritava di essere vittima delle vendette di
Chanel per colpa sua. Le scrisse un messaggio in cui faceva la vittima,
dicendole che Chanel aveva rotto con Riccardo e riteneva lui responsabile
soltanto perché non erano mai andati d’accordo. Anna gli telefonò e parlando
fitto-fitto le raccontò quanto accaduto, esprimendole i suoi timori. Le disse
che probabilmente Chanel, per vendicarsi, avrebbe mandato una ragazza a dirle
di essere la sua fidanzata, così da farli litigare. Anna lo rassicurò,
dicendogli che, ora che lo sapeva, non ci avrebbe mai creduto per niente al
mondo. Valerio si era fatto sentire così disperato, che era stato fin da subito
convincente. Chiuse la chiamata e si mise a dormire, sapendo però che avrebbe
dovuto comunque tenere la guardia alta.
Non poteva sapere che Chanel aveva origliato ogni cosa. Avendo sentito
un lieve vociare nella stanza di Valerio, aveva riacceso la luce e si era
alzata. Tornò in camera con la silenziosità di una gatta e si chiuse dentro. Lasciò
trascorrere un paio di settimane abbondanti e una sera come tante, rimase
sveglia fino a tardi. Attese. Attese ancora e ancora. Quando ebbe la certezza
che Valerio dormiva come un ghiro e che nulla avrebbe potuto svegliarlo, a luci
spente, con solo il fievole lumicino remoto proveniente dalla cucina,
s’intrufolò nella sua stanza nel cuore della notte...
Valerio era in giro con Anna già da un po’. Era uscito prima da
lezione, stufo di sentire il professore di fisica che ripeteva per l’ennesima
volta l’argomento per coloro ai quali non era ancora entrato in testa, e le
aveva scritto un messaggino su Whatsapp, chiedendole di vedersi. Chanel era
stata la solita Chanel senza nulla d’invariato e sembrava aver archiviato la
faccenda Riccardo. Valerio aveva saputo tramite Anna gli ultimi avvenimenti
nella tormentata storia sentimentale dei due, ma non aveva dato loro un gran
peso. Anna gli aveva detto di aver parlato con Riccardo riguardo alla
conversazione che Valerio e Chanel avevano avuto quella famosa sera del
litigio. Riccardo aveva pensato che, se Chanel si era sfogata con Valerio,
raccontandogli l’accaduto, forse aveva detto la verità. Altrimenti, non ne
avrebbe parlato così apertamente col suo acerrimo rivale. Anzi, gli aveva anche
fatto intendere che sospettava di lui. Pertanto, grazie ad Anna, Riccardo si
era convinto dell’innocenza di Chanel e l’aveva richiamata. Ma Chanel non gli
aveva mai risposto. Si era semplicemente limitata a liquidarlo con quattro
misere righe su Whatsapp, scrivendogli che, se davvero si fosse fidato di lei,
le avrebbe creduto. La stessa cosa che aveva detto a Valerio. Pertanto, offesa
dalla sua stupida malafede, ci aggiunse anche che non ci teneva proprio a
rivederlo. Anzi, gli scrisse chiaramente che non voleva rivederlo mai più.
“Farà come vuole, non sono affari miei”, disse Valerio ad Anna,
commentando la vicenda, facendo l’indifferente. Ma dentro di sé, si contorceva
dalla soddisfazione e dalla felicità. “Tu l’avevi avvertito, Riccardo, su mio
consiglio, e lui non ti ha dato ascolto, credendo alle parole di quella strega
maledetta. Ha avuto quel che si merita. La prossima volta impara ad ascoltarla,
un’amica come te”, concluse.
Anna gli sorrise e, insieme, mano nella mano, si sedettero a uno dei
tavoli all’aperto, sotto i portici, della pasticceria in piazza. Valerio andò a
farsi dare delle leccornie dal bancone e ordinarono qualcosa di caldo da bere.
Stavano conversando piacevolmente, quando Anna ricevette una chiamata da una
sua amica e coinquilina. Proprio nel bel mezzo della telefonata, lo smartphone
di Anna si scaricò.
“Accidenti!” esclamò. “Questa non ci voleva!”
“Tieni!” le disse Valerio, porgendole il suo. “Prendi il mio.”
“Ti ringrazio. So il numero a memoria. Le mando un messaggio su
Whatsapp, se per te non è un problema che lei veda il tuo numero.”
Valerio annuì. “Nessun problema. Tu scrivi pure, intanto io vado un
momento al bagno”, le disse, alzandosi da tavola.
“Grazie mille! Vai pure, ci mancherebbe!” gli sorrise Anna.
Anna iniziò a scrivere col telefono di Valerio e inviò il messaggio
alla sua coinquilina. E successe quello che successe. Nel giro di un paio di
minuti, il Whatsapp di Valerio squillò. Certa che fosse la sua amica e
coinquilina, lo aprì senza nemmeno leggere chi fosse lo scrivente, o meglio la
scrivente. Il suo cuore si frantumò.
“Non dimenticherò facilmente la notte scorsa, caro Valerio. Spero ne
trascorreremo altre insieme come quella di ieri. Sei stato eccezionale!” diceva
il messaggio di una certa Sandra.
La foto del profilo Whatsapp era sexy e provocante e... Valerio l’aveva
tradita. Aveva tradito quel sentimento così carino e genuino che si era
instaurato tra loro nel peggiore dei modi. Sentì il freddo gelarle le lacrime
negli occhi.
“Anna!” esclamò Valerio, accorrendo preoccupato, vedendole il volto
rigato di lacrime. “Anna, che succede?” le domandò, tornando dal bagno.
Anna non rispose e gli porse il telefono.
Valerio lesse il messaggio, sconcertato. “E chi è questa? Ma chi la
conosce? Deve essere sicuramente un trucco di quella strega maledetta!” esclamò
Valerio furibondo.
“Bugiardo!” tuonò Anna, alzandosi in piedi. “Non puoi dare sempre la
colpa a lei! Tu hai il numero e il contatto di quella ragazza e ho letto tutti
i messaggi che vi siete scambiati un paio di sere fa! Questa è una cosa che
Chanel non avrebbe mai potuto fare!” esclamò, esplodendo come una bomba a
orologeria.
“Tu non la conosci! Quella è capace di tutto! Io sono certo che si
nasconda lei dietro tutta questa storia! Io non conosco nessuna Sandra! Devi
credermi!” protestò Valerio, sconcertato.
“No, che non ti credo! Tu sei un bugiardo, un mostro senza cuore! Tu
la conosci e come una certa Sandra! Ti ha mandato anche diverse foto piuttosto
spinte le ho viste! So che non avrei dovuto, ma quando Whatsapp ha squillato,
credevo che fosse la mia coinquilina che mi rispondeva e ho aperto quel
messaggio per sbaglio! E poi li ho letti tutti! Come avrebbe fatto Chanel a
fare questo al tuo telefono, eh? Sentiamo che scusa t’inventi stavolta!”
“I-io...” balbettò Valerio, non avendo più la risposta pronta. Non
aveva ancora riflettuto sul modo in cui Chanel rientrava in tutta quella storia,
ma era certo che ci entrasse!
Ma la mancanza di parole al momento giusto, gli fece perdere Anna per
sempre.
“Vedi che non lo sai nemmeno tu? Basta, con te ho chiuso! Tu mi hai
spezzato il cuore! Io mi ero innamorata di te e tu, invece, con me volevi solo
giocare! Sei uno sporco doppiogiochista! Frequentavi me e un’altra allo stesso
tempo! Già ce l’hai, la tua bomba sexy! Che cosa vuoi da me? Eh? Che cosa vuoi?”
urlò, ferita nell’orgoglio e nell’anima, come se fosse impazzita, attirando
così l’attenzione di un sacco di gente.
Gli tirò un forte schiaffone sulla guancia e corse via tra le lacrime,
lasciando Valerio lì, imbambolato su due piedi.
“E voi che avete da guardare, massa informe di caproni pettegoli?”
domandò con aria fredda e truce al mucchietto di folla che lo stava fissando.
Impauriti da quello sguardo perfido e infuriato, tutti ripresero le
loro attività mogi-mogi, senza dirgli nulla.
Valerio si lasciò cadere sulla sedia, tamburellando le dita sul
tavolino. Aveva bisogno di riflettere, lui! Non che gli importasse molto di
Anna, ma nessuno pestava i piedi a Valerio in quel modo! Nessuno! Nessuno
poteva fargli fare simili figure in giro! Anna era solo un diversivo per tenere
Chanel lontana dal suo cuore in tormento, ma, da una parte, gli dispiaceva che
dovesse soffrire così. Dopotutto, era una brava ragazza, buona oltremisura e
gentile, che non si meritava una simile pugnalata alle spalle. Ma, al momento,
quella non era una cosa importante. Valerio era certo che fosse tutta una
manovra di Chanel per fargliela pagare del suo sabotaggio con Riccardo, ma non
riusciva proprio a capire come. Cercò di riflettere con calma e pacatezza, con
la mente lucida, senza farsi prendere la mano dalla collera che gli infuocava l’animo,
e di mettersi nei panni di Chanel, o meglio cercò di pensare con la sua mente.
Per tirargli un tale colpo basso, doveva per forza avergli soffiato il
telefono, inserendoci il contatto di questa Sandra, che magari nemmeno
esisteva, e creando le chat. Ma certo! Il numero doveva senz’altro essere di
Chanel! Tutto tornava! Chanel attendeva un paio di settimana. Si prendeva in
segreto una nuova scheda con un nuovo numero, gli rubava il telefono,
memorizzava quel nuovo numero e con i due cellulari in mano scriveva le chat a
botta e risposta. Sì. Così i conti tornavano. Ma c’era ancora qualcosa che non
gli quadrava. Quando diavolo gliel’avrebbe rubato, il cellulare, se lui se lo
teneva sempre con sé, portandoselo anche in bagno, quando doveva andare di
corpo? Rifletté e rifletté.
“Ci sono!” esclamò in silenzio, fra sé e sé. “Deve avermelo soffiato a
notte fonda, un paio di sere fa, mentre dormivo come un ghiro! E poi me l’ha
riportato una volta creato il corpo del reato! Sì. Deve essere per forza andata
così! La mia, però, è un’accusa pesante. Come faccio a dimostrare che è stata
proprio lei? Che prove ho?”
Guardò meglio le foto di quella Sandra fantasma e inesistente e si
focalizzò sui lineamenti del viso e della struttura fisica. Aveva quegli
occhietti vispi e furbi, se pur truccati in maniera vistosa e marcata...
“Chanel!” esclamò trionfante a bassa voce.
Era Chanel travestita. Aveva una parrucca nera, i vestiti sexy e il
trucco ben fatto, ma era lei.
“Beccata! Touchée, cara la mia Lentiggine!” borbottò, sfregandosi le
mani soddisfatto.
Inoltrò le foto ad Anna, scrivendole due righe. “Guardala bene,
idiota! È Chanel travestita! Te l’avevo detto io, che c’era lei dietro tutta
questa storia! Comunque, non voglio più vederti. Tu non mi ha creduto e non ti
sei fidata di me. Non ho bisogno di una credulona malfidata come te nella mia
vita. Addio!”
Spense il telefono, perché non voleva saperne niente di nessuno. Si
alzò dal tavolo, pagò il conto e s’incamminò impettito verso casa sua. Era
stufo di quei stupidi giochetti.
Era ora della resa dei conti.
Non si era nemmeno accorto che una ragazza dai capelli lunghi, biondo
platino l’aveva tenuto sotto stretto controllo per tutto il tempo, sorridendo
sadicamente compiaciuta e soddisfatta. Non l’aveva nemmeno vista alzarsi e
andar via, dopo la fuga disperata di Anna.
In ogni caso, era giunta la resa dei conti.
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