L’inaugurazione del negozio era iniziata da un po’ e stava andando
alla grande! Oltre ai parenti, agli amici, agli amici degli amici, erano
presenti anche diverse facce sconosciute in giro per le strade notturne e
animate di Viareggio, incuriositi dall’apertura di questo nuovo negozio di
articoli sportivi e soprattutto dalla bellezza di Valentina, che aveva attirato
diversi uomini. Indossava un vestitino estivo, a tubino, attillato al punto
giusto da risaltare le sue forme perfette, bianco per far spiccare l’abbronzatura
e aveva i capelli raccolti in una sofisticata coda di cavallo alta con un
artistico elastico in tinta. Ai piedi, dei sandalini bianchi. Era vestita in
maniera molto semplice, perché nulla di ciò che aveva era sfarzoso o firmato,
ma era talmente bella da far girare persino i muri. Nemmeno il farfallino
Claudio, con tutte quelle belle pollastre in shorts e mini-gonne che giravano
curiosando per il negozio, riusciva a staccarle gli occhi di dosso. A quanto
pareva, ne aveva soltanto per lei. Cercò di tenersi a debita distanza per un
po’, cercando di darle l’idea che non volesse starle troppo sopra, ma senza
farsi accorgere, con estrema discrezione, non faceva altro che tenerla
costantemente d’occhio. Scrutava e controllava ogni ragazzo che andava a
salutarla, cercando di capire se le interessasse o meno. Sapeva che non era
fidanzata, questo lei gliel’aveva già detto, ma magari fra le sue conoscenze
c’era qualcuno per cui nutriva una particolare simpatia. Ma nessuno fra gli
invitati sembrava godere di una certa confidenza con lei. Accoglieva tutti col
sorriso sulle labbra, parlava con gli ospiti, rideva e scherzava, rispondeva
alle domande e tutto sembrava andare per il verso giusto. Al momento opportuno,
si sarebbe recato da lei con la scusa di commentare il grande successo della
serata. Anche lui si dilettò a scambiare quattro chiacchiere e qualche risata
con i presenti e a dare informazioni a chi ne voleva e mentre faceva ciò, oltre
che tenere sotto stretto controllo le mosse della bella Valentina, non mancava
mai di tener d’occhio il suo acerrimo rivale. Sì che non l’aveva capito, che ad
Alessio piaceva Valentina! Ma d’altro canto, bisognava essere idioti per non
farsi piacere una ragazza bella e intraprendente come lei! Ma Faccia Da
Bambolotto Rifatto sembrava starsene al suo posto, senza girarle intorno. Oltre
che parlare con i potenziali clienti presenti col sorriso sulle labbra, si
dilettava a spupazzarsi una monelletta tutto pepe che non faceva altro che
ricercare le sue attenzioni, chiamandolo zio. Da ciò che Claudio aveva capito,
doveva essere la figlia della sorella. Ottimo, pensò. Tutto stava andando come
previsto. Così, si avvicinò a Valentina con due bicchieri di champagne in mano
con fare rilassato e disinvolto.
“Un grandissimo successo!” esclamò, porgendole uno dei due bicchieri.
Valentina lo prese. “Grazie. Sì, davvero un successone! Non mi
aspettavo tanta gente!” si compiacque.
“Beh, il locale è davvero meraviglioso e invitante, le paste sono le
migliori della città, in più, non ci dimentichiamo di una perla rara che tutti
sono qui per ammirare!” esclamò ammiccando e avvicinando il bicchiere al suo
per fare un piccolo brindisi.
“Non cambi mai, eh, Latin Lover?” scherzò Valentina, sorridendo
divertita.
Era una serata talmente piacevole, che nemmeno Claudio con i suoi
tentativi patetici di rimorchiarla sarebbe riuscito a rovinare.
“Rimanere me stesso in ogni circostanza è la mia più grande qualità!”
si vantò Claudio.
Valentina ammiccò divertita, senza rispondergli.
“Cos’è quella faccia?” le sorrise Claudio, senza scomporsi di una
virgola. “Non credi che essere sempre se stessi in ogni circostanza sia una
bella qualità?”
“Sì, lo è”, ammise Valentina, ridendo.
“Che cosa ho detto allora di tanto buffo?”
“Niente! È che sei talmente latin lover, che mi fai addirittura
ridere! Non perdi mai un’occasione!”
“Allora, ti sono simpatico!”
“Sì, perché no? Direi che, una fatta l’abitudine, in simpatia non ti
batte nessuno!”
Claudio se ne compiacque molto, ma non lo diede a vedere. “Beh, è già
un inizio! Allora, visto che ti sono simpatico, perché non usciamo insieme
qualche volta? Oh, in amicizia, eh! Non pensare male! Tanto ormai l’ho capito
che se faccio il galante con te, mi rispondi picche!” scherzò.
Rubando un’altra risata a Valentina.
Era molto più bella, quando si scioglieva e si lasciava andare alle
situazioni.
“Bella mossa, Latin Lover!” esclamò lei, stando allo scherzo. “E va
bene”, gli concesse infine.
Dopotutto, pensò erano soci in affari e sarebbe stato meglio tenere
dei buoni rapporti. In fondo, le era davvero simpatico, era un uomo
intelligente e pieno di iniziative, anche se poi andavano un po’ migliorate, e
anche una brava persona. Peccato, però, per quel viziaccio malefico! Però,
perché non dargli una chance in amicizia?
“Sul serio?” si stupì Claudio.
“Ma perché no? Se è solo per amicizia...” ammiccò Valentina.
“Solo in amicizia!” giurò Claudio, portandosi la mano al cuore. “E
poi, siamo soci, no? Se vogliamo sopravvivere nella giungla delle attività
commerciali, dobbiamo essere una squadra!”
“Fino ad adesso, direi che stiamo andando alla grande!” esclamò
Valentina. “Sai, quando non cerchi di fare il latin lover a tutti i costi, sei
molto più simpatico. Dovresti sforzarti di meno, fidati!”
Claudio si stupì di quanto fosse diversa, quando era rilassata e a suo
agio con le persone. “Ti prendo in parola!” ammiccò. “Allora, quando uscia...”
Non fece in tempo a finire la frase.
“Claudio, tesoro!”
Una voce melliflua e sdolcinata li raggiunse. I due si voltarono e si
trovarono davanti una femme fatale in carne e ossa vestita in maniera
provocante e vistosa.
Claudio trasalì. “Ciao Lisa! Come stai?” le domandò, cercando di far
finta di nulla.
“Claudio!” esclamò un’altra.
“Francesca! Anche tu qui?” si stupì lui, deglutendo.
E dietro di lei, una processione di bombe sexy, tutte su ex. C’era
Federica, c’era Antonella, c’erano Luana, Luisa, Michela, Laura, Loretta,
Lorenza, Anna, Annalisa, Eleonora, Erika, Marika, Maria, Claudia, Giovanna e
tante altre ancora di cui non ricordava neppure i nomi. Tutte sue vecchie
fiamme, con le quali, per giunta, era rimasto pure in ottimi rapporti. Grazie
al suo carisma e al suo infallibile savoir-faire, ovviamente! Ma cos’era? Una
congiura contro di lui? Era appena riuscito a salvare la sua reputazione con
Valentina e a ottenere un appuntamento in amicizia con lei e le sue ex gli
piombavano addosso tutte insieme! Come se si fossero date appuntamento per
guastargli le feste! Con una cosa del genere era certo di perdere centinaia di
punti con Valentina, seria in amore, e di finire addirittura sotto zero! Ma
perché a lui? Perché tutte insieme? Non fece in tempo a pensare nient’altro.
Valentina ammiccò divertita, per niente stupita e si allontanò senza dir nulla,
sghignazzando sotto i baffi. La situazione era più grave di quel che pensasse.
Aveva capito che era un latin lover incallito, ma tutto ciò era troppo,
eccessivo! Persino per uno come lui! Sembrava un maniaco! Un maniaco
incorreggibile!
“Non cambi mai, eh?” sentì dire una.
“Quella chi è? La tua prossima conquista?” aggiunse un’altra.
“No, no!” si sbrigò a dire lui, facendo il finto tonto. “Quella è la
mia socia in affari!”
Ma nessuna delle sue vecchie fiamme la bevve, conoscendolo tutte molto
bene.
Gli diedero tanto da dire, mentre Valentina spariva fra la folla, come
se nulla fosse. Nel suo imperterrito camminare fra gli invitati, urtò
involontariamente un ragazzo che stava voltato di spalle, a giocare con una
bambina, facendolo quasi cadere.
“Mi scusi, signo...” Si sbrigò a dire Valentina, mortificata, quando
il giovanotto si voltò. “Alessio, scusami! Proprio non ti avevo visto!” esclamò
con un sorriso.
“Ma figurati, Valentina! Per così poco!”
“E questa chi è?” s’intromise la bambina con fare grintoso e curioso.
“È la tua fidanzata forse?”
Alessio si irrigidì subito, non sapendo come avrebbe potuto reagire
Valentina. “No, tesoro. Lei non è la mia fidanzata. Lei è il mio capo. È lei
che mi ha dato il lavoro”, le spiegò tranquillo.
“Beh, peccato! Dovresti cercare di conquistarla! Se ti fai sfuggire
una ragazza così bella, sei proprio un tonto!”
Alessio arrossì visibilmente, imbarazzato per quella piccola vipera
dalla lingua lunga, che mai riusciva a controllarsi. Ma con suo grande stupore,
Valentina scoppiò a ridere come una bomba atomica, spontanea e rilassata.
Aveva una risata così bella!
“Rebecca, per favore! Non sono cose da dire queste!” la rimproverò
Alessio, chinandosi su di lei.
“Perché? Non ho mica detto niente di male!” replicò la viperetta.
Alessio si rialzò in piedi, imbarazzato e mortificato, rosso come un
peperone, o meglio, un gambero! “Mi dispiace, Valentina. Sono davvero
mortificato. Purtroppo, fa sempre così.”
Ma Valentina rise di più. “Non preoccuparti! Mi piacciono i bambini
come lei: svegli e spontanei!” Poi, si chinò sulla piccola con sorriso dolce e
solare al tempo stesso. “Ciao Rebecca! Io sono Valentina! È un piacere
conoscerti, signorina!”
“Il piacere è tutto mio! Lo sai che sei proprio bella?”
“Grazie! Anche tu! Sei una bellissima principessa!”
“Ti ringrazio molto! Anche mio zio è bello! Di’ un po’, non l’hai
visto che bello che è?” se ne uscì la vipera con fare saccente da adulta.
Alessio arrossì di nuovo e Valentina rise di più.
“Sì, è davvero un bel ragazzo!” ammise lei, curiosa di vedere cosa
avrebbe aggiunto la piccola per lodare lo zio e farla innamorare di lui.
“È anche molto simpatico, sai? È intelligente, è buono, gioca sempre
con me e mi legge sempre le storie! È il miglior zio del mondo! E poi, sa fare
quasi tutti gli sport! Ecco perché è così bello!” continuò la piccola, tessendo
con la vanità di un pavone le lodi dello zio.
“Allora, sei proprio fortunata ad avere uno zio così! Senti, ma
Würstel? Come sta?” le domandò Valentina, avendo colto al volo il disagio di
Alessio, che a stento respirava per l’imbarazzo.
“Ah, quello sta sempre bene!” rispose la piccola Rebecca, gli vispi e
furbi. “E chi lo ammazza?”
“So che sei stata tu a dargli il nome! È proprio azzeccato!”
“Grazie! Sì, sono stata io a dargli il nome! E poi so che tu l’hai
chiamato salsiccia! Ci stava, però io ho scelto Würstel perché è un maschio!”
Valentina non smise mai di sorriderle. Adorava quella piccola peste.
“E hai fatto bene! È davvero un nome simpatico! Ma non l’hai portato qui,
stasera?”
“No, ma come ci pensi? Altrimenti a quest’ora sarebbe già salito sul
tavolo e avrebbe fatto un macello! Quello si fa fuori sempre tutto! È un
maleducato e noi non sappiamo più che fare con lui!” si sfogò Rebecca con fare
e linguaggio da adulta.
Il che fece ridere Valentina ancora di più. Com’era buffa! E com’era
perspicace e intelligente! Le ricordava un po’ la bambina che era stata, a dire
il vero.
“Rebecca!” la chiamò la mamma. “Sono arrivate le tue amichette!”
“Arrivo!” esclamò la piccola, per poi salutare Valentina e Alessio.
“Adesso vado. Le mie amichette mi aspettano! Valentina, se ti interessa, ricordati
che mio zio è single! Ora vi lascio parlare da bravi piccioncini! Oh, mi
raccomando, zio! Metticela tutta!”
Valentina guardò la piccola Rebecca schizzare via come un razzo verso
le amichette, ridendo a crepapelle, a più non posso, mentre Alessio era rosso
di vergogna.
“Non farci caso”, esordì timidamente. “Fa sempre così. Non vede l’ora
di vedermi sistemato! È peggio di un’agenzia matrimoniale.”
“Ah, questo lo vedo! È adorabile! Ti vuole molto bene. Stravede per
te”, replicò Valentina, lo sguardo dolce e intenerito.
“E io per lei! Devo ammetterlo: mi fa morire d’un colpo ogni volta, ma
non so cosa farei senza di lei nella mia vita. È una bambina eccezionale”,
confessò Alessio. “Bevi qualcosa?” le domandò poi, indicando il tavolo con un
cenno del capo.
“Un sorso d’acqua, magari. Claudio prima ha voluto brindare con lo
champagne!”
Alessio le sorrise, prese due bicchieri e vi versò l’acqua. Poi, ne
porse uno a Valentina.
“Grazie”, disse lei.
“Di niente.”
“Quindi, single anche tu, eh?”, buttò lì Valentina per condividere le
sue disavventure da scapola con qualcuno.
“Già. Quindi, anche tu...”
“Già”, gli fece eco lei.
“Non l’avrei mai detto. Perdonami, non volevo essere indiscreto. Però,
sei una ragazza molto intelligente, intraprendente, metti il cuore in quello
che fa e sei anche... Molto bella”, si sbilanciò lui, tornando più rosso che
mai.
Era sempre il solito timido e vergognoso!
“Ti ringrazio. Potrei dire la stessa cosa di te. Sei un bravo ragazzo,
ami la vita sana, hai la testa sulle spalle, sai farti carico delle tue
responsabilità, sei educato e... Anche molto carino!” ricambiò lei con un
sorriso.
“Grazie. Mi fa piacere sentirmelo dire. Ma non ho ancora incontrato
quella giusta. E tu?”
“Io ho avuto un paio di relazioni serie e piuttosto lunghe. Le
avventure non fanno per me. Ma sono finite male entrambe. A lunga andare, una
ragazza impegnativa e intraprendente come me spaventa”, si confidò Valentina, a
suo agio come non mai, lo sguardo nostalgico e rassegnato.
“Beh, non me”, la stupì Alessio.
“Davvero?”
Lui scosse il capo, sorridendole.
“Allora, si vede che non mi conosci abbastanza!”
Alessio fece spallucce. “Forse.”
Si guardarono seri e compunti per qualche istante, prima di scoppiare
a ridere come iene.
“No, sul serio. L’intraprendenza non mi spaventa. Non vedo come possa
spaventare!” proseguì Alessio.
Valentina ammiccò. “Beh, sminuisce la virilità degli uomini. O,
almeno, così dicono!”
“Di quali uomini? Quelli rimasti all’età della pietra?” scherzò
Alessio, stupendola piacevolmente. “Sai, ti capisco. Molti uomini sono ancora
ancorati all’idea della donna casalinga che bada ai figli e spesso si dimentica
che l’intraprendenza e un carattere forte non sono prerogativa solo del
maschio, per così dire.”
“Sono sorpresa. Davvero sorpresa”, ammise Valentina. “Non ne sento
molti ragionare così!” proseguì, piacevolmente stupita.
Si sorrisero e sorseggiarono dell’acqua all’unisono.
Era così piacevole scambiare quattro chiacchiere con Alessio! Era
come... Il migliore amico che non aveva mai avuto, come se lo conoscesse da una
vita! Era dolce e timido, sincero e spontaneo, ma aveva delle idee ben precise
sulla vita. Era uno in gamba.
Intanto, dall’altra parte della stanza, il povero Claudio era
completamente assediato da bellissime donne, tra vecchie fiamme e nuove
pretendenti, che stavano mandando completamente a monte i suoi piani con
Valentina. Che reputazione aveva ora ai suoi occhi? Pessima, senz’altro! A
quanto erano scese le sue possibilità con lei? Pericolosamente sotto zero! Per
di più, Valentina era in compagnia del suo acerrimo nemico, col quale rideva e
scherzava come se fossero vecchi amici d’infanzia! Li vide davvero in sintonia
e questo non gli piacque per niente! Gli mandava il sangue alla testa! Ormai,
per quella sera doveva rassegnarsi e rimanere lì dov’era. E mentre era
pungolato da donne bellissime, anche se mai come Valentina, doveva pensare a un
modo per farle cambiare opinione su di lui? Ma come? Non capiva nemmeno che
cosa gli stesse accadendo. Ne aveva altre mille di donne bellissime davanti
agli occhi, tra vecchie fiamme e nuove pretendenti, che sbavavano per lui e che
si sarebbe vendute l’anima al diavolo pur di trascorrere una notte con lui. Ma
nessuna era come Valentina. Bella, intelligente, carismatica, misteriosa... Da
quando l’aveva vista, voleva solo lei. Se la sognava pure di notte e che sogni
vivaci faceva! Era come un’ossessione. No. Doveva dimenticarsi di tutte quelle
pollastre che gli ronzavano intorno e concentrarsi sulla sua preda
inconquistabile.
“Pensa, Claudio, pensa!” disse tra sé e sé.
Ma non gli venne in mente nulla.
Nonostante tutto, però, se non poteva avere subito la bella Valentina,
dal momento che era bloccato, lì, forse poteva anche concedersi il lusso di
divertirsi un po’. Ne avrebbe scelta una e a Valentina ci avrebbe pensato il
giorno dopo.
Tanto, non aveva scampo.
Prima o poi...
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