Il sole splendente, il dolce caldo estivo, il mare azzurro... La
spiaggia piena di vita, l’allegro vociare della gente, il soave sciabordare del
mare...
Era una domenica e dir poco perfetta e Valentina aveva deciso di
trascorrerla al mare con delle care amiche, con cui non passava una giornata al
mare da diverso tempo, ormai. Si alzò di buon’ora, la mattina, all’alba circa,
fece colazione e subito si ritrovò in spiaggia con le sue amiche. Si recarono
allo stabilimento balneare che erano solite frequentare, quando erano tutte
assieme e si fecero dare i due ombrelloni vicini e in prima fila, che avevano
prenotato giorni addietro. Era tutto perfetto. Le amiche di Valentina si
stesero al sole, per recuperare quel po’ di riposo, di cui erano state
costrette a privarsi per alzarsi all’alba e andare presto in spiaggia, mentre
Valentina si concesse un tuffo in mare nell’acqua frizzantina del mattino, con
tanto di una bella nuotata a largo. Nuotare in mare le piaceva e tanto. Perché
poteva fare ciò che voleva e andare dove voleva, senza confini, né limiti. Era
il suo piccolo, grande angolo di libertà. Dopo la nuotata, tornò ad asciugarsi
al sole in compagnia delle sue amiche, che nel frattempo si erano ridestate
dalla loro pennichella mattutina. Trascorsero tutta la mattina a chiacchierare
di questo o di quello, a ridere e a scherzare e pranzarono al sacco, tutte
insieme, con panini, insalata di riso, verdurine fresche e chi più ne ha, più
ne metta.
Le cose stavano andando davvero bene, pensò Valentina.
C’era stato un periodo della sua vita in cui si era sentita
completamente persa. Un periodo... Anni, a dire il vero. Da quando aveva dovuto
lasciare la ginnastica artistica per via di quel brutto infortunio, la sua vita
non era più stata la stessa. Era sempre andata in cerca di qualcosa, senza mai
sapere di cosa, aveva tentato di costruirsi un futuro, conducendo una vita
normale, ma non aveva funzionato. Da quando aveva rotto col suo ex, poi, era
andata anche peggio. Era la seconda volta che le succedeva: dopo un paio d’anni
insieme, lui si era spaventato, intimorito dalla forte personalità di lei, e
l’aveva mollata per un’altra ragazza più remissiva e ingenua. Ci aveva messo un
po’ per capire che non era lei ad avere qualcosa che non andava e questo lo
doveva solo alle sue amiche, con cui stava condividendo quella splendida
giornata al mare. Da quando aveva aperto il negozio di articoli sportivi,
invece, le cose sembravano andare per il verso giusto. Il suo senso
d’inquietudine si era placato, anche se la continua voglia di ricercare
qualcosa continuava a persistere, ma per la prima volta dopo tanti anni,
sentiva che stava facendo qualcosa che le piaceva. Si era rimessa in gioco e
aveva aperto un’attività sua, senza più stare alle dipendenze di qualsivoglia
tipo di superiore. E questo le donava tranquillità. Con una personalità forte e
indipendente come la sua, stare sotto la cappella di qualcun altro non era
affatto facile. L’unico neo della sua nuova vita era il farfallino Claudio. Lo
riteneva un uomo in gamba, ma quel suo perpetuo sfarfallare in giro con le
donne e il fatto che tentasse sempre di corteggiarla e far colpo su di lei non
le andava giù. Era stata sul punto di accettare un’uscita con lui in amicizia,
la sera dell’inaugurazione, ma dopo aver visto quella fila interminabile di
donne che lui aveva conquistato e scartato, beh, aveva cambiato subito idea.
Doveva immaginarlo che l’appuntamento in amicizia era solo una farsa per
conquistarla. Era un vero peccato, pensò. Perché era un uomo davvero in gamba,
intraprendente e con grande spirito d’iniziativa, ma quel difetto lì...
Rovinava tutte le sue buone qualità! Per fortuna, con lei in negozio c’era
anche Alessio e lo sfarfallare di Claudio diventava più sopportabile. Alessio
era come il suo migliore amico. Anzi, era il suo migliore amico. Parlavano,
ridevano, scherzavano, si confrontavano sulle problematiche in maniera attiva e
rispettosa... Insomma, per fortuna Alessio, altrimenti reggere Claudio e il suo
perpetuo sfarfallare sarebbe stata una vera condanna!
Ma non voleva pensarci in quel momento.
Per ora, voleva soltanto godersi una splendida giornata al mare con le
amiche di sempre.
Le due del pomeriggio e Claudio era in spiaggia dall’alba circa.
Odiava alzarsi presto la domenica mattina, ma era da tanto che non trascorreva
una bella giornata al mare con i suoi vecchi amici e quella era l’occasione
ideale. Il dolce caldo portato dall’anticiclone delle Azzorre aveva creato un
paesaggio e un’atmosfera a dir poco divini. Il sole cocente, ma non
asfissiante, l’aria calda, ma non soffocante, il mare limpido e calmo come
cielo privo di nuvole e una lieve brezzolina da Nord rendevano la giornata
perfetta. E con una giornata come quella, non si poteva certo restare a casa a
dormire! No, signore! Così si era costretto ad alzarsi all’alba e a recarsi in
spiaggia con gli amici. Avevano giocato a calcio, a basket, fatto un bel
bagnetto e pranzato in un ristorantino di pesce lì vicino, sul lungomare,
davvero niente male. E ora, dopo un bel, meritato, riposino, erano pronti per
proseguire la giornata. Stavano discutendo su cosa fare per non annoiarsi, dal
momento che il pomeriggio era ancora lungo, quando uno degli amici di Claudio
gli batté una bella pacca sulla spalla.
“Ehi, amico, guarda là!” esclamò, ammiccando. “Quella non è forse la
tua socia?”
Claudio si voltò gasatissimo a guardare nella direzione indicatagli
dall’amico e la vide. Valentina era in mezzo a un bel gruppetto di amiche,
tutte bellissime ragazze, a suo dire, ma nessuna che potesse competere con lei.
Indossava un costumino bianco molto elegante e molto succinto, il che gli mandò
il sangue alla testa e non solo! Sgranò gli occhi, sorpreso e contento di
vederla, al tempo stesso. Dopo quella sera all’inaugurazione, lei aveva
costantemente e attentamente evitato di rimanere sola con lui, anche solo per
pochi istanti. Si capiva che non voleva riparlare di quell’uscita in amicizia
che lui le aveva proposto la sera dell’inaugurazione, perché turbata dalla
sfilza di ex che erano andate a trovarlo... E non erano nemmeno tutte, per
giunta! Quella era la sua occasione! E il fatto che entrambi erano in compagnia
di un gruppo di amici rendeva tutto molto più semplice e naturale!
Fece cenno ai suoi amici di seguirlo e insieme si diressero verso il
gruppo di Valentina.
“Valentina!” la chiamò lui allegro e spontaneo, sfoggiando un solare
sorriso hollywoodiano.
Valentina si voltò, stupendosi di vedere Claudio, ma non si allarmò.
Con tutti quegli amici intorno, non si sarebbe azzardato a farsi umiliare da
lei, comportandosi come il farfallino quale era.
“Claudio!” gli sorrise lei, alzandosi in piedi. “Che sorpresa! Ma che
ci fai qui?”
“Sono qui con dei vecchi amici! Con una giornata come questa, dove
altro vuoi andare?”
“Non posso darti torto. Anch’io sono qui con delle amiche. Ragazze,
questo è Claudio, il mio socio”, disse presentandolo alle sue amiche.
Claudio le salutò, facendo il solito galantuomo, ma senza sfarfallare.
Da quando aveva incontrato Valentina, gli restava difficile fare il latin lover
con le altre ragazze. “Enchanté, signorine!”
I gruppi di amici si presentarono.
“Allora, ragazze”, esordì Claudio. “Noi cominciamo ad annoiarci e a
essere a corto di idee! Che ne dite di una bella partita a beach volley? Più
siamo e più ci divertiamo!”
“Io trovo che sia una splendida idea!” esclamò Valentina, entusiasta.
Quando si trattava di fare giochi o sport movimentati, lei era sempre in pole
position! “Voi che ne dite, ragazze?”
“Sì!” annuirono in coro ed entusiaste le sue amiche.
I due gruppi si mossero e raggiunsero di corsa il campetto da beach
volley, iniziando subito a giocare.
Valentina e le sue amiche contro Claudio e i suoi amici.
Fu una partita molto più che movimentata e tutti si divertirono da
matti! Punto dopo punto, schiacciata dopo schiacciata, un salvataggio
rotolandosi nella sabbia dopo l’altro, risata dopo risata, la partita non
poteva essere più entusiasmante. Valentina scoprì così che Claudio era molto
bravo a giocare a beach-volley. Era molto atletico e aveva un fisico da far
paura e questo, stranamente le piaceva. Era diverso rispetto a come fosse in
negozio con lei, o con le altre donne. Era divertente, spontaneo, spiritoso e,
quando non si sforzava di fare il latin lover, aveva un sorriso molto più
bello. Genuino. E vero. Con gli amici, era un gran simpaticone, faceva battute
su battute, per niente zozze per giunta, e alle quali era impossibile non
ridere. Valentina lo vide sotto un’altra veste, completamente differente da
quella che si era abituata a vedere. Mentre giocava, aveva inventiva, era
brillante, reattivo, geniale! Molti punti che la sua squadra segnò, erano
merito suo. Anche Valentina ne segnava parecchi, pur seguendo molto la tecnica
e le strategie di gioco. Claudio, invece, non aveva tecnica, non conosceva
affatto gli schemi di gioco, eppure era il miglior giocatore che Valentina
avesse mai visto. Sorrideva sempre e sapeva anche essere autoironico, quando serviva,
e con quei capelli cenerini selvaggi al vento, stava proprio bene! Per la prima
volta, Valentina notò quanto la sua bellezza rude e selvaggia fosse
accattivante e interessante. Doveva ammetterlo, Claudio era proprio un uomo
attraente. E fu proprio per distrarsi a guardarlo, che regalò gratuitamente
l’ultimo punto alla squadra avversaria, dopo un combattutissimo quinto set. Per
fortuna, le sue amiche non si resero conto che la colpa fosse sua... Perché
stavano tutte ammirando Claudio!
Di certo, pensò Valentina, il carisma non gli mancava.
La squadra di Claudio esultò a più non posso. I ragazzi saltarono, si
abbracciarono, si rotolarono nella sabbia e chi più ne ha più ne metta.
“Allora, belle fanciulle”, esordì Claudio. “Volete la rivincita?”
Valentina scambiò una serie di sguardi complici con le sue amiche e si
fece avanti. “No. Noi avremmo intenzione di proporvi qualcos’altro”, ammiccò
con voce melliflua e un bel sorriso sadico e sicuro di sé.
“E sarebbe a dire?” le domandò Claudio.
“Una bella partita a pallanuoto. In mare.”
Claudio si consultò velocemente con i suoi compari e annuì.
“Accettiamo la sfida, signorine!” esclamò, facendo un teatrale inchino.
“Ottimo. Avrete anche vinto a pallavolo, ma a pallanuoto non
vincerete. Preparatevi a perdere!” li sfidò Valentina melliflua.
“Facciamo una cosa, allora!” propose Claudio entusiasta e sicuro di
vincere. “La squadra che perderà la partita di pallanuoto, pagherà la cena!”
Furbo. Davvero molto furbo. Aveva appena trovato il modo di invitare
Valentina a cena. In compagnia, certo! Ma l’avrebbe pur sempre portata a cena.
“D’accordo!” acconsentì Valentina. “Cominciate ad aprire i portafogli,
allora!”
“Io dico che dovrete aprirli voi!”
Le ragazze ammiccarono e risero.
“Beh, allora! Andiamo a fare un bel tuffo! E che vinca la squadra
migliore! Ovvero noi!” li sfidò nuovamente Valentina.
I ragazzi scoppiarono a ridere e seguirono le donzelle in acqua.
E persero.
Dopo una partita molto più che combattuta, furono le ragazze a portare
a casa la vittoria. Perché Claudio, invece di dirigere il gioco come aveva
fatto a beach volley, s’incantò a guardare Valentina in più di un’occasione.
Come un pesce lesso!
Per di più, le ragazze potevano vantare due pallanuotiste di fama
regionale, le quali avevano dato loro diverse lezioni, nel corso delle varie
estati, negli anni precedenti.
Fu una vittoria schiacciante.
Le due squadre di amiche e compari uscirono dall’acqua e si
sciacquarono a turno il sale sotto la doccia. Claudio, ovviamente, si mise in
fila accanto a Valentina e non perse l’occasione. Ma, animato dalla splendida
giornata trascorsa nella spontaneità, non riuscì più nemmeno a sforzarsi di
fare il gentleman-latin lover.
“Due magnifiche partite!” esclamò divertito, gasato, entusiasta e
spontaneo.
Valentina dovette convenire con lui, un sorriso allegro che le
accendeva il volto. “Già! Davvero emozionanti! Non sapevo sapessi giocare così
bene a beach volley!”
“Anni e anni di allenamento con gli amici di sempre! E tu, invece? Non
sapevo te la cavassi bene con la pallanuoto!”
Valentina fece spallucce. “Che posso dire? Anni e anni di allenamento
con le amiche di sempre!” scherzò, facendogli il verso.
Si sorrisero divertiti, dimenticandosi persino i vecchi attriti che
avevano avuto dal primo giorno in cui si erano incontrati, in quella
pasticceria, settimane addietro.
“Ora vi toccherà pagare la cena! Hai fatto male a proporre una vincita
alla partita!” lo prese in giro lei. “Ora i tuoi compagni ti linceranno!”
Ora fu il turno di Claudio a fare spallucce. “No! Siamo tipi sportivi!
Non è la prima volta che proponiamo una cena pagata da chi perde! A volte
paghiamo noi, altre volte ci pagano gli avversari! Oggi ci è andata male, ma
perdere fa parte del gioco! Anzi, dello sport, della vita, di tutto! Basta solo
prenderla con filosofia. L’importante è divertirsi e sapere di aver dato il
massimo. Andrà meglio la prossima volta!”
Valentina gli lanciò uno sguardo stupito e colpito al tempo stesso.
Non si aspettava un ragionamento tanto profondo da lui, vista la spiccata
superficialità che metteva in mostra ogni giorno. Forse, l’aveva giudicato male
e troppo in fretta. Dietro quella facciata di frivolezza e leggerezza, si
nascondevano dei buoni e sani principi di vita. Chissà quanti, si domandò
Valentina. Forse, poteva anche concedergli una possibilità. Quella sera a cena,
avrebbe avuto sicuramente l’occasione di conoscerlo meglio e vedere quali altre
sue qualità nascoste uscissero allo scoperto.
“Non posso darti torto”, gli disse Valentina. “Il fair-play è un
principio sempre valido, sia nello sport, che nella vita di tutti i giorni. È
bello sapere che ogni tanto c’è qualcuno come te che se lo ricorda!”
“Mio padre diceva sempre che lo sport è maestro di vita. E aveva
ragione!” le raccontò Claudio.
Valentina gli sorrise. “Sì, anche i miei coach me lo dicevano sempre.
Da quanto conosci i tuoi amici?” gli domandò, poi, cambiando inspiegabilmente
discorso.
Non era ancora pronta a parlare dello sport che tanto amava e che
aveva dovuto lasciare prematuramente, soffrendo le pene dell’Inferno.
E Claudio non lo notò.
“Alcuni li conosco da una vita, altri da meno tempo, ma siamo tutti
buoni amici. E tu?”
“Io conosco tutte le mie amiche da quando ero bambina. Siamo cresciute
insieme e, nonostante poi ci siamo allontanate per seguire ognuna le nostre
strade, non ci siamo mai perse”, gli raccontò Valentina.
“Beh, se l’amicizia è autentica, sopravvive alla distanza e al tempo!”
esclamò Claudio, sorprendendola di nuovo.
“Sì, è vero”, ammise Valentina, pensando a quanto fossero vere le sue
parole.
Continuarono a conversare piacevolmente anche dopo la doccia, seduti
con tutti gli amici in riva al mare. Valentina non vedeva l’ora che arrivasse
l’ora di cena per continuare a conversare con lui e a conoscerlo meglio.
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