sabato 19 gennaio 2019

UN FARFALLINO IN TRAPPOLA - 2° PUNTATA - di Ambra Tonnarelli


Claudio stava guidando presso il suo commercialista per incontrare la sua nuova socia. L’uomo di fiducia a cui aveva affidato l’incarico, lo aveva chiamato in mattinata, scompigliando così tutti i suoi programmi. Eh sì! Perché aveva semplicemente deciso che avrebbe trascorso il lunedì in un dolce far niente. Aveva fatto colazione con la donzella rimorchiata il giorno prima, una colazione da re, a base di qualsivoglia tipo di pregiate leccornie, erano andati insieme alla spiaggia e poi, il suo manager l’aveva chiamato, dicendogli di presentarsi il pomeriggio dal commercialista per le pratiche: gli aveva trovato un socio. L’unico motivo per cui Claudio non aveva rimandato l’incontro era soltanto perché il suo nuovo socio in affari era una donna. E che donna! A sentire il suo manager, era di una bellezza mozzafiato, tale da poter vincere senza problemi un concorso di bellezza nazionale, in più era anche intelligente, carismatica, intraprendente e creativa. Una donna così era da conoscere all’istante, qualsiasi cosa stesse facendo! E così aveva piantato in asso la pulzella con cui era in spiaggia ed era filato dritto a mangiare qualcosa al volo, per poi recarsi immediatamente all’appuntamento col commercialista e la sua nuova, fantastica socia. Dal momento che sembrava essere una specie di dea, Claudio aveva indossato il suo abito migliore, nonostante il feroce caldo estivo: pantaloni lunghi, camicia a maniche corte bianca e una cravatta sobria e seriosa, che conferiva un certo fascino, un tocco di classe per così dire, alla sua rudimentale bellezza selvaggia. Sì, doveva ammettere di stare proprio bene conciato così. Parcheggiò, scese dalla macchina e si specchiò sul finestrino prima di suonare il campanello dello studio del commercialista. Per sembrare ancora più in ordine, si legò frettolosamente i capelli spettinati in un codino e salì le scale. Entrò e strinse subito la mano a Mattia, suo commercialista.
“Ben arrivato, Claudio!” lo accolse Mattia con calore. “Vieni, la tua socia è già qui. Prego, accomodati!”
Lo condusse lungo il corridoio, verso l’ufficio, dove una ragazza dai capelli neri raccolti in una folta coda di cavallo alta se ne stava tranquillamente seduta ad aspettare, dando loro le spalle.
“Claudio, ti presento Valentina Miccari, la tua nuova socia”, disse Mattia.
La ragazza si alzò e si voltò. Claudio sgranò gli occhi per lo stupore! Che gli venisse un colpo! Che gli venisse un colpo secco! Non poteva crederci! Era proprio lei! La dea della pasticceria che gli aveva rubato il cuore, quella a cui aveva pensato assiduamente per tutto il tempo, anche mentre era tra le braccia dell’altra donna! Che buffo, il Destino, a volte, eh!
“Toh, chi si rivede!” esclamò Valentina, il cui abbigliamento casual (shorts e canottiera bianca a spalla fina) stonava visibilmente con il vestito formale di Claudio. “Il mondo è piccolo, eh?” aggiunse, porgendogli la mano, senza mostrare il più benché minimo imbarazzo.
“A quanto pare sì! Non mi aspettavo certo di rivederla in questa occasione! Sono Claudio Amalfi e a quanto sembra, sono il tuo socio!” si presentò lui, con fare da playboy, stringendo saldamente la mano di Valentina, la quale alzò subito gli occhi al cielo.
Perfetto! Il suo socio in affari è un playboy, latin lover con la testa piena di preservativi! Doveva comunque fare buon viso a cattiva sorte, mostrando così la sua grande professionalità.
“Sembrerebbe di sì! Allora, facciamo quello che dobbiamo fare, poi mi porti a vedere il locale, per favore. Sono proprio curiosa di vedere dove ci sistemeremo e il progetto finale”, gli disse, facendo sfoggio della sua forte personalità da leader naturale.
Claudio annuì e insieme sistemarono senza difficoltà tutte le pratiche burocratiche col commercialista, dopodiché Claudio saltò in macchina, mentre Valentina lo seguì con la sua. Non aveva intenzione di salire in auto con un galletto del genere! Giunsero al negozio in un baleno e Claudio schiavò la porta.
“Prego, Mademoiselle!” esclamò, facendole un inchino teatrale.
“Grazie”, si limitò a dire Valentina, entrando e guardandosi intorno con aria curiosa. “Però!” si compiacque, soddisfatta. “Ottima, la scelta del locale e della sua ubicazione. Non è lontano dal lungomare, è spazioso e luminoso. Questo è il progetto?” domandò poi a Claudio che le aveva fissato le cosce da dea e i glutei sodi per tutto il tempo.
“Ehm, sì!” balbettò, sentendosi colto in flagrante, simulando innocenza.
Valentina fece finta di nulla e proseguì. “Quando apriremo?”
“Fra poco più di tre settimane”, rispose Claudio.
Valentina studiò un istante il progetto. “Il progetto è molto buono. Manca, però, qualcosa. Direi... Un tocco femminile!”
“Un tocco femminile?” si stupì Claudio col cipiglio alzato.
“Sì, un tocco femminile. Si vede che è stato realizzato sulle sole idee di un uomo. Come ti dicevo, è un bel progetto, però ritengo che sia più opportuno renderlo un ambiente accogliente tanto per gli uomini, quanto per le donne. Perché è così che si fanno gli affari. È giusto che tutti si sentano invogliati a entrare, vedendo il negozio, dal tennista agonista in cerca di una racchetta, a un sessantenne alla ricerca di un paio di scarpe sportive per fare una camminata. Ti dispiace se apporto qualche piccola modifica?” gli domandò Valentina.
Claudio rimase stupito dalla sua intraprendenza e dalla spiccata intelligenza che aveva mostrato e annuì senza esitare.
“Bene. Direi che ci vuole anche un po’ colore. Così è troppo formale, troppo triste! Siamo in una città piena di luce! Ci vuole vitalità, energia, allegria!” esclamò Valentina convinta.
Claudio ammiccò. “Aveva ragione il mio manager. Oltre che bellissima, sei anche molto intelligente! Non ci avevo pensato. Credevo di rendere il locale più appetibile rendendolo formale, ma non posso darti torto. Voglio darti fiducia, oh Dea delle Dee!” la venerò Claudio, sperando di far colpo una volta per tutte.
Ma se c’era una cosa che Valentina odiava era proprio quella. Gli si avvicinò, il sorriso marcato e forzato, con fare altezzoso e saputello. “Stammi bene a sentire, Claudio. Spalanca le orecchie, perché io sono come Paganini. Non ripeto. Io e te siamo soltanto soci in affari. Collaboreremo in maniera professionale e civile alla realizzazione di questo progetto e alla meglio riuscita dei nostri affari, ma il nostro rapporto termina lì. Sono stata chiara, Mister Latin Lover?” gli domandò melliflua.
Claudio ammiccò, già pazzo di lei e della sua ostinazione da mulo. “Che tigre!” esclamò.
Valentina lo fulminò con lo sguardo.
“D’accordo!” si sbrigò ad aggiungere Claudio. “Ho capito. Già fidanzata, eh?”
“No”, lo freddò Valentina. “Single per scelta. E non amante delle avventure, tanto meno coi latin lover come te!” gli disse.
“Ho recepito il messaggio”, disse Claudio.
Altroché se l’aveva recepito! Avrebbe dovuto cambiare totalmente tattica con lei, se avesse voluto conquistarla. Ed era certo che, alla fine, single per scelta o meno, avrebbe ceduto al suo fascino irresistibile.
Si guardarono con aria di sfida, Claudio sicuro di sé e Valentina col sorriso sadico sulle labbra.
“Perfetto. Quando inizierà ad arrivare la merce?” gli domandò lei.
“Tra una quindicina di giorni circa”, rispose Claudio.
“Ottimo. Molto bene! Ci serviranno almeno un paio di dipendenti!” aggiunse Valentina.
“Un paio? Magari potremmo cominciare con uno e vedere poi come vanno gli affari. Poi, in caso, se necessario, ne assumeremo un altro. Che ne pensi?” propose Claudio.
“Sì, hai ragione. Sono d’accordo con te. Mi occupo io di preparare gli annunci e dei colloqui. Se lascio fare a te, tu sceglierai soltanto in base alla taglia del reggiseno!” lo prese in giro Valentina, ritenendo Claudio un uomo sì sveglio e intraprendente, ma troppo farfallino. E quelli troppo farfallini, secondo lei, spesso e volentieri, prendevano qualche abbaglio.
Ma Claudio non si offese, anzi. “Non credi anche tu che un commesso o una commessa debbano essere belli?”
“No. Devono essere di bella presenza! Il che non significa belli nel senso restrittivo del termine. La bella presenza implica accuratezza nell'aspetto, gentilezza, discrezione, savoir-faire, carisma... Inoltre, un commesso deve essere competente nel suo ambito. Lascia fare a me. Ho già lavorato in un negozio di articoli sportivi come commessa. So cosa cercare in un dipendente. Fidati!” gli spiegò Valentina, tranquilla, ma risoluta.
“E sia, Chérie! Pendo dalle tue labbra!” scherzò Claudio.
Ma senza successo.
Valentina ammiccò.
“Ok, va bene!” si sbrigò a dire Claudio. “Professionalità. Ho capito. Mi fido di te.”
“Ottimo. Ci vediamo i prossimi giorni, allora. Ti terrò informato. Ora vado. È stato un piacere, Mister Latin Lover!” lo prese in giro Valentina, uscendo dal negozio.
Claudio ammiccò, senza replicare. Quanto gli piaceva quella ragazza! Il suo temperamento da tigre, la sua risolutezza, la sua intraprendenza erano... Erano... Wow! Sospirò, divertito e soddisfatto per l’opportunità/sfida che il Destino gli aveva servito su un piatto d’argento. Ora, avrebbe avuto tutto il tempo per conquistare il cuore ostile di Valentina, trascorrendo molto tempo con lei come suo socio.
“Grazie, Destino! Sei davvero molto generoso!” esclamò Claudio ad alta voce.
Questa volta, non avrebbe fallito.

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