Claudio stava guidando presso il suo commercialista per incontrare la
sua nuova socia. L’uomo di fiducia a cui aveva affidato l’incarico, lo aveva
chiamato in mattinata, scompigliando così tutti i suoi programmi. Eh sì! Perché
aveva semplicemente deciso che avrebbe trascorso il lunedì in un dolce far
niente. Aveva fatto colazione con la donzella rimorchiata il giorno prima, una
colazione da re, a base di qualsivoglia tipo di pregiate leccornie, erano
andati insieme alla spiaggia e poi, il suo manager l’aveva chiamato, dicendogli
di presentarsi il pomeriggio dal commercialista per le pratiche: gli aveva
trovato un socio. L’unico motivo per cui Claudio non aveva rimandato l’incontro
era soltanto perché il suo nuovo socio in affari era una donna. E che donna! A
sentire il suo manager, era di una bellezza mozzafiato, tale da poter vincere
senza problemi un concorso di bellezza nazionale, in più era anche
intelligente, carismatica, intraprendente e creativa. Una donna così era da
conoscere all’istante, qualsiasi cosa stesse facendo! E così aveva piantato in
asso la pulzella con cui era in spiaggia ed era filato dritto a mangiare
qualcosa al volo, per poi recarsi immediatamente all’appuntamento col
commercialista e la sua nuova, fantastica socia. Dal momento che sembrava essere
una specie di dea, Claudio aveva indossato il suo abito migliore, nonostante il
feroce caldo estivo: pantaloni lunghi, camicia a maniche corte bianca e una
cravatta sobria e seriosa, che conferiva un certo fascino, un tocco di classe
per così dire, alla sua rudimentale bellezza selvaggia. Sì, doveva ammettere di
stare proprio bene conciato così. Parcheggiò, scese dalla macchina e si
specchiò sul finestrino prima di suonare il campanello dello studio del
commercialista. Per sembrare ancora più in ordine, si legò frettolosamente i
capelli spettinati in un codino e salì le scale. Entrò e strinse subito la mano
a Mattia, suo commercialista.
“Ben arrivato, Claudio!” lo accolse Mattia con calore. “Vieni, la tua
socia è già qui. Prego, accomodati!”
Lo condusse lungo il corridoio, verso l’ufficio, dove una ragazza dai
capelli neri raccolti in una folta coda di cavallo alta se ne stava
tranquillamente seduta ad aspettare, dando loro le spalle.
“Claudio, ti presento Valentina Miccari, la tua nuova socia”, disse
Mattia.
La ragazza si alzò e si voltò. Claudio sgranò gli occhi per lo
stupore! Che gli venisse un colpo! Che gli venisse un colpo secco! Non poteva
crederci! Era proprio lei! La dea della pasticceria che gli aveva rubato il
cuore, quella a cui aveva pensato assiduamente per tutto il tempo, anche mentre
era tra le braccia dell’altra donna! Che buffo, il Destino, a volte, eh!
“Toh, chi si rivede!” esclamò Valentina, il cui abbigliamento casual
(shorts e canottiera bianca a spalla fina) stonava visibilmente con il vestito
formale di Claudio. “Il mondo è piccolo, eh?” aggiunse, porgendogli la mano,
senza mostrare il più benché minimo imbarazzo.
“A quanto pare sì! Non mi aspettavo certo di rivederla in questa
occasione! Sono Claudio Amalfi e a quanto sembra, sono il tuo socio!” si
presentò lui, con fare da playboy, stringendo saldamente la mano di Valentina,
la quale alzò subito gli occhi al cielo.
Perfetto! Il suo socio in affari è un playboy, latin lover con la
testa piena di preservativi! Doveva comunque fare buon viso a cattiva sorte,
mostrando così la sua grande professionalità.
“Sembrerebbe di sì! Allora, facciamo quello che dobbiamo fare, poi mi
porti a vedere il locale, per favore. Sono proprio curiosa di vedere dove ci
sistemeremo e il progetto finale”, gli disse, facendo sfoggio della sua forte
personalità da leader naturale.
Claudio annuì e insieme sistemarono senza difficoltà tutte le pratiche
burocratiche col commercialista, dopodiché Claudio saltò in macchina, mentre
Valentina lo seguì con la sua. Non aveva intenzione di salire in auto con un
galletto del genere! Giunsero al negozio in un baleno e Claudio schiavò la
porta.
“Prego, Mademoiselle!” esclamò, facendole un inchino teatrale.
“Grazie”, si limitò a dire Valentina, entrando e guardandosi intorno
con aria curiosa. “Però!” si compiacque, soddisfatta. “Ottima, la scelta del
locale e della sua ubicazione. Non è lontano dal lungomare, è spazioso e
luminoso. Questo è il progetto?” domandò poi a Claudio che le aveva fissato le
cosce da dea e i glutei sodi per tutto il tempo.
“Ehm, sì!” balbettò, sentendosi colto in flagrante, simulando
innocenza.
Valentina fece finta di nulla e proseguì. “Quando apriremo?”
“Fra poco più di tre settimane”, rispose Claudio.
Valentina studiò un istante il progetto. “Il progetto è molto buono.
Manca, però, qualcosa. Direi... Un tocco femminile!”
“Un tocco femminile?” si stupì Claudio col cipiglio alzato.
“Sì, un tocco femminile. Si vede che è stato realizzato sulle sole
idee di un uomo. Come ti dicevo, è un bel progetto, però ritengo che sia più
opportuno renderlo un ambiente accogliente tanto per gli uomini, quanto per le
donne. Perché è così che si fanno gli affari. È giusto che tutti si sentano
invogliati a entrare, vedendo il negozio, dal tennista agonista in cerca di una
racchetta, a un sessantenne alla ricerca di un paio di scarpe sportive per fare
una camminata. Ti dispiace se apporto qualche piccola modifica?” gli domandò
Valentina.
Claudio rimase stupito dalla sua intraprendenza e dalla spiccata
intelligenza che aveva mostrato e annuì senza esitare.
“Bene. Direi che ci vuole anche un po’ colore. Così è troppo formale,
troppo triste! Siamo in una città piena di luce! Ci vuole vitalità, energia,
allegria!” esclamò Valentina convinta.
Claudio ammiccò. “Aveva ragione il mio manager. Oltre che bellissima,
sei anche molto intelligente! Non ci avevo pensato. Credevo di rendere il
locale più appetibile rendendolo formale, ma non posso darti torto. Voglio
darti fiducia, oh Dea delle Dee!” la venerò Claudio, sperando di far colpo una
volta per tutte.
Ma se c’era una cosa che Valentina odiava era proprio quella. Gli si
avvicinò, il sorriso marcato e forzato, con fare altezzoso e saputello. “Stammi
bene a sentire, Claudio. Spalanca le orecchie, perché io sono come Paganini.
Non ripeto. Io e te siamo soltanto soci in affari. Collaboreremo in maniera
professionale e civile alla realizzazione di questo progetto e alla meglio
riuscita dei nostri affari, ma il nostro rapporto termina lì. Sono stata
chiara, Mister Latin Lover?” gli domandò melliflua.
Claudio ammiccò, già pazzo di lei e della sua ostinazione da mulo.
“Che tigre!” esclamò.
Valentina lo fulminò con lo sguardo.
“D’accordo!” si sbrigò ad aggiungere Claudio. “Ho capito. Già
fidanzata, eh?”
“No”, lo freddò Valentina. “Single per scelta. E non amante delle
avventure, tanto meno coi latin lover come te!” gli disse.
“Ho recepito il messaggio”, disse Claudio.
Altroché se l’aveva recepito! Avrebbe dovuto cambiare totalmente
tattica con lei, se avesse voluto conquistarla. Ed era certo che, alla fine,
single per scelta o meno, avrebbe ceduto al suo fascino irresistibile.
Si guardarono con aria di sfida, Claudio sicuro di sé e Valentina col
sorriso sadico sulle labbra.
“Perfetto. Quando inizierà ad arrivare la merce?” gli domandò lei.
“Tra una quindicina di giorni circa”, rispose Claudio.
“Ottimo. Molto bene! Ci serviranno almeno un paio di dipendenti!”
aggiunse Valentina.
“Un paio? Magari potremmo cominciare con uno e vedere poi come vanno
gli affari. Poi, in caso, se necessario, ne assumeremo un altro. Che ne pensi?”
propose Claudio.
“Sì, hai ragione. Sono d’accordo con te. Mi occupo io di preparare gli
annunci e dei colloqui. Se lascio fare a te, tu sceglierai soltanto in base alla
taglia del reggiseno!” lo prese in giro Valentina, ritenendo Claudio un uomo sì
sveglio e intraprendente, ma troppo farfallino. E quelli troppo farfallini,
secondo lei, spesso e volentieri, prendevano qualche abbaglio.
Ma Claudio non si offese, anzi. “Non credi anche tu che un commesso o
una commessa debbano essere belli?”
“No. Devono essere di bella presenza! Il che non significa belli nel
senso restrittivo del termine. La bella presenza implica accuratezza
nell'aspetto, gentilezza, discrezione, savoir-faire, carisma... Inoltre, un
commesso deve essere competente nel suo ambito. Lascia fare a me. Ho già
lavorato in un negozio di articoli sportivi come commessa. So cosa cercare in
un dipendente. Fidati!” gli spiegò Valentina, tranquilla, ma risoluta.
“E sia, Chérie! Pendo dalle tue labbra!” scherzò Claudio.
Ma senza successo.
Valentina ammiccò.
“Ok, va bene!” si sbrigò a dire Claudio. “Professionalità. Ho capito.
Mi fido di te.”
“Ottimo. Ci vediamo i prossimi giorni, allora. Ti terrò informato. Ora
vado. È stato un piacere, Mister Latin Lover!” lo prese in giro Valentina,
uscendo dal negozio.
Claudio ammiccò, senza replicare. Quanto gli piaceva quella ragazza!
Il suo temperamento da tigre, la sua risolutezza, la sua intraprendenza
erano... Erano... Wow! Sospirò, divertito e soddisfatto per l’opportunità/sfida
che il Destino gli aveva servito su un piatto d’argento. Ora, avrebbe avuto
tutto il tempo per conquistare il cuore ostile di Valentina, trascorrendo molto
tempo con lei come suo socio.
“Grazie, Destino! Sei davvero molto generoso!” esclamò Claudio ad alta
voce.
Questa volta, non avrebbe fallito.
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