Il telefono di Claudio continuava a squillare inesorabilmente.
Valentina lo chiamava.
E lui non si schiodava di un millimetro.
Questa non ci voleva! Accidenti! Era appena stato scoperto, non era
possibile! Ma come avevano fatto a capire che era lui? Ok, calma! Doveva
assolutamente rimanere immobile e impassibile, respirare e farsi venire un’idea
brillante per tagliare la corda senza dare nell’occhio. Ma come? Niente panico, si ripeté a macchinetta,
ma senza giungere a una vera e propria conclusione.
Sollevò appena lo sguardo per cercare di capire la prossima mossa di
Valentina e Daniele e gli venne un colpo secco! Che cosa stavano facendo?
Perché si alzavano? Si stavano forse...
“Oh cavolo!” urlò una vocina dentro di sé. “E adesso?”
Il telefono di Claudio continuava a squillare inesorabilmente.
“Ciao Claudio!” lo salutò Valentina a squarciagola, mentre quella
canaglia di Daniele si piegava in due dalle risate.
Ma Claudio non si schiodava di un millimetro.
“Ma perché non risponde?” scherzò divertito Daniele.
“Ehm, non lo so...” rispose Valentina, corrucciando la fronte e
arricciando le labbra, facendo finta di rifletterci su. “Forse perché... Lo
abbiamo beccato con le mani nel sacco?” ipotizzò, scherzando.
“Noooo!” esclamò Daniele, ridendo come una iena. “Come hai fatto a
indovinare?”
Valentina scoppiò a ridere e dovette asciugarsi una lacrima da risa
sfuggita al suo controllo. Era davvero un bel po’ che non rideva così.
“Senti, Vale!” esordì poi Daniele, in maniera piuttosto determinata.
“Lo sai adesso che facciamo?”
“No, non ne ho la più pallida idea!” esclamò lei, riprendendo fiato.
“Adesso ci alziamo e lo andiamo a salutare di persona!” disse Daniele
convinto e divertito.
“Sì, mi piace! Bell’idea!” acconsentì Valentina, alzandosi dopo di
lui. “Ehi Claudio! Stiamo arrivando!” gli gridò.
“Che tu sia pronto oppure no!” concluse Daniele, facendo così sfoggio
della grande complicità che condivideva con Valentina.
E Claudio ancora non si muoveva.
Eccoli che si avvicinavano! Cribbio, che disastro! Erano sempre più vicini,
sempre più vicini...
“Via!” gli gridò la vocina dentro di lui.
E in men che non si dica, Claudio balzò in piedi come un razzo e
tagliò la corda, correndo come un ricercato con la polizia alle costole.
“Ma dove va?” disse Valentina.
“Non lo so... Inseguiamolo!” esclamò Daniele, partendo alla carica,
seguito da Valentina.
Ecco! Ci mancava solo quella! Lo inseguivano pure, adesso! Certo che,
povero Claudio, si era cacciato proprio in un bel guaio! E per poco, il vento
non gli sfilò dalla testa il grosso cappello a falda larga da donna! Si portò
una mano al centro del capo, per bloccare il cappello, correndo goffamente,
mentre Daniele e Valentina accorciavano la distanza che li separava da noi.
“Ehi, Claudio!” esclamò Valentina. “Tanto lo sappiamo che sei tu!”
“E tanto non ci scappi!” concluse Daniele, accelerando ancora il
passo.
Oh no! E adesso? Pur non potendosi voltare, Claudio lo sapeva che
erano sempre più vicini e che prima o poi lo avrebbero acciuffato e smascherato
definitivamente. E allora? Che ne sarebbe stato di lui? E della sua
reputazione? Che figuraccia avrebbe fatto? Gli venne la pelle d’oca al solo
pensiero.
Poi, finalmente, ecco la sua occasione!
Un autobus di linea. In procinto di partire.
Claudio accelerò l’andatura e salì su al volo, giusto un istante prima
che le portiere si chiudessero.
“Accidenti!” esclamò Valentina, fermandosi di botto assieme a Daniele.
“L’abbiamo perso!”
“Io non ne farei un dramma. L’autobus di linea lo porterà sicuramente
lontano da qui e noi, invece, andremo al negozio. E lui non ci sarà!” disse
Daniele, lo sguardo vispo da canaglia e i grandissimi occhi azzurri che
brillavano di furbizia.
Valentina ammiccò. “Giusto!”
Daniele ricambiò lo sguardo, prese Valentina a braccetto e insieme
saltellarono come due monelli in direzione del negozio.
Claudio si lasciò cadere stanco e stremato su uno dei posti vuoti
dell’autobus, l’aria condizionata a mille che gli faceva venire la pelle d’oca.
Certo che per fuggire, aveva fatto proprio una bella sudata! Senza nemmeno
rendersi conto di avere ancora il cappello in testa e senza accorgersi di uno
strano tipo che lo stava guardando, sfilò il telefono dalla tasca dei
pantaloncini e tentò di chiamare Alessio. Che non rispose.
“Accidenti!” imprecò Claudio.
Doveva assolutamente rintracciarlo e raccontargli l’accaduto, affinché
potesse coprirlo, qualora Valentina e Daniele fossero riusciti a rientrare in
negozio prima di lui! Perché era lì che sarebbero andati di sicuro!
“Scusa, amore!”
Una strana voce maschile, ma altamente effeminata, attirò la sua
attenzione.
Claudio si voltò e gli venne un colpo secco! Un altro!
Un uomo con i capelli scuri, lunghi, coi boccoli da donna, e con una
vistosa maschera di trucco in volto gli si sedette accanto, badando bene a
sistemare le pieghe del vestitino bianco da mare che indossava.
“Sì?” se ne uscì Claudio basito, spiazzato e confuso.
“Che bel cappello che hai, amore!” esclamò il tipo. “Ma
l’abbigliamento proprio non va!”
“Sì... Ho... Messo su la prima cosa che ho trovato”, balbettò Claudio
imbarazzato, non sapendo cosa dire.
“Ma non importa, amore! Stai bene lo stesso! Sei così bello!” replicò
l’uomo, iniziando a giocherellare con le ciocche selvagge di Claudio e
flirtando con lui.
“Ehm... Grazie”, farfugliò Claudio, rosso come un peperone dalla vergogna
e dall'imbarazzo.
Ora ci mancava solo quello! Corteggiato da un uomo attratto dal suo
cappello! Ma perché? Che cosa aveva di strano il suo cappello?
“Senti, amore...” proseguì il tipo. “Ma sei già impegnato? Che cosa
fai stasera?”
“Ehm... Ecco... Io...” balbettò il poveretto, quando il suo telefono
salvò la situazione, iniziando a squillare sonoramente. E per sua fortuna, era
Alessio. “Pronto, Alessio?”
L’espressione dell’uomo seduto accanto a lui mutò palesemente,
dipingendosi di delusione. Ammiccò, rassegnato. “Oh, amore!” esclamò. “Sei già
impegnato! Peccato!” aggiunse, per poi alzarsi e allontanarsi amareggiato.
Claudio tirò un sospiro di sollievo, benedicendo in silenzio Alessio
per aver chiamato al momento giusto.
“Claudio? Claudio, ma chi era?” domandò Alessio dall'altra parte del
telefono, avendo sentito tutto.
“Niente, niente! Un corteggiatore!” minimizzò Claudio.
Alessio soffocò un risolino divertito. “Accidenti! Certo che adesso
sei proprio nei pasticci!”
“Non ancora, caro il mio Alessio! Lo sarò se Valentina e quel Daniele
rientrano in negozio e io ancora non ci sono! E se tu non mi copri, per
giunta!” si agitò Claudio.
“Perché Che cosa è successo? E soprattutto, tu dove sei?” gli domandò
Alessio, confuso e iniziando a preoccuparsi.
“Mi hanno scoperto!”
“Coooosa?”
“Cioè, non proprio palesemente! Mi hanno telefonato, mentre stavano
mangiando un gelato! Io ero seduto su una panchina lì vicino e loro hanno
sentito il mio cellulare che squillava! Così, mi sono corsi incontro e io sono
scappato senza mai voltarmi! Ora, ho trovato rifugio su un autobus e non so
quando potrò scendere! Se quei due tornano in negozio, tu coprimi, ok?
Inventati qualcosa! Io arrivo appena posso!”
Alessio annuì. “D’accordo, ma sbrigati! E, se posso darti un
consiglio, entra dalla porta sul retro.”
“Giusto! Bell’idea, Alessio!”
E Alessio sbiancò. “Oh no! Claudio, sono dall'altra parte della
strada! Stanno arrivando!”
“Accidenti! Ascolta, l’autobus si sta fermando! Sono a cinque minuti
da lì, tu trattienili! Io corro!” esclamò Claudio, chiudendo la chiamata.
Si catapultò fuori dall'autobus come un razzo e iniziò la folle corsa
verso il negozio.
Col cappello ancora saldamente in testa.
Valentina e Daniele entrarono in negozio, saltellando ancora a
braccetto come due monelli, e si fermarono con espressioni canagliesche davanti
ad Alessio, poggiando comodamente le braccia sul bancone.
“Ciao Alessio!” lo salutò Valentina melliflua. “Dov'è Claudio?”
“Oh, ehm, è... È in bagno!” s’inventò, imbarazzato. Non era mai stato
bravo a mentire.
“Ancora?” fece finta di stupirsi Daniele.
“Ehm, sì. Ha... Ha dei continui attacchi di dissenteria!” se ne uscì
Alessio.
“Beh, allora sarà meglio andare a vedere come sta!” esclamò Daniele
pimpante, avviandosi verso il bagno.
Alessio lo inseguì, lo superò e gli si parò davanti. “No! No,
tranquillo! Lascia fare a me! Ti risparmio la puzza!” esclamò imbarazzato,
dirigendosi verso il retro, dove si trovava il bagno.
Valentina e Daniele rimasero lì, davanti al bancone, ridendo come
iene, fino a piegarsi in due.
Alessio s’infilò in un angolino nascosto del retro e inviò un
messaggio su Whatsapp a Claudio, riassumendogli ciò che aveva detto a Daniele e
Valentina, implorandolo di sbrigarsi.
“Tutto bene, Alessio!” lo raggiunse la voce squillante e stranamente divertita
di Valentina.
“Sì, tranquilla! Tutto bene! Ha quasi fatto!” gridò lui.
Quando, finalmente, vide Claudio sbucare tutto trafelato dalla porta
d’ingresso.
“Claudio” Eccoti, finalmente!” bisbigliò Alessio.
“Sì. Per fortuna, ce l’ho fatta!” sussurrò Claudio.
Entrò silenziosamente in bagno e tirò lo sciacquone.
“Ma cos'hai in testa?” gli domandò Alessio sottovoce.
Claudio afferrò il voluminoso cappello bianco a falda larga da donna,
decorato con un grosso, bel fiocco nero.
“Oh no! Accidenti! Che figura che ho fatto in giro, oggi! Ecco perché
quell’uomo si è messo a ronzarmi intorno!” imprecò Claudio sottovoce,
accorgendosi finalmente di che cosa si era messo in testa prima di uscire in
tutta fretta a spiare Valentina e Daniele.
Alessio rise sotto i baffi. Certo, non era il momento più opportuno,
ma come si poteva non ridere del casino in cui Claudio si era cacciato?
Claudio non se ne accorse nemmeno e, fingendosi malato, si trascinò in
negozio seguito da Alessio, verso Valentina e Daniele, che già ridevano sotto i
baffi.
“Ehi, amico!” lo accolse Daniele. “Come ti senti?”
“Ehm, ecco, io...Non troppo bene. Ho avuto dei forti crampi allo
stomaco e dei violenti attacchi di dissenteria!”
“Povero Claudio!” esclamò Valentina melliflua, in tono da presa in
giro. “Prima lo svenimento, poi i crampi allo stomaco, ora la dissenteria!
Perché non vai a casa?”
“Ma Valentina, io ti ho promesso che ti avrei sostituita! E Claudio
mantiene sempre le promesse fatte!”
“Beh, in questo caso, Claudio, ti sciolgo dalla promessa fatta. Vai a
casa. Resto io qui. Cucciolo mio, tu mi fai un po’ di compagnia, vero?”
Daniele ammiccò. “Con immenso piacere, cucciola mia!”
“Bene!” esultò Valentina. “A casa, Claudio! Adesso!”
“Va bene. Grazie, Valentina. Ci vediamo domani, se mi sento meglio!”
“Rimettiti presto!” lo prese in giro Valentina.
“E vedi di non andare troppo in giro! Sei malato e qualcuno potrebbe
vederti!” lo freddò il bel Daniele, alludendo al fatto che l’avessero colto in
flagrante.
“Ehm... Consiglio inestimabile. Grazie”, si limitò a dire Claudio,
uscendo dal negozio rosso come un gambero.
Non appena non fu più in vista, Valentina e Daniele ammiccarono,
pronti per fare il terzo grado ad Alessio, le braccia conserte e l’espressione
furbissima.
“Allora?” esordì Valentina. “Cos'è questa storia, Alessio?”
Alessio divenne rosso come un gambero, poi sbiancò come un cencio, poi
tornò di nuovo rosso come un peperone, non sapendo cosa dire, imbarazzato e
spaventato.
“Dai, Alessio!” lo esortò Daniele. “Non ti mangiamo mica!”
“Daniele ha ragione! Tanto lo sappiamo che quell'uomo col cappello da
donna che ci seguiva era Claudio! Su, coraggio!” gli diede man forte Valentina.
Ma Alessio non riuscì a emettere un fiato.
“Avanti, compare! Sputa il rospo, la ranocchia e tutti i rospetti!”
riprese Daniele.
Ma nulla.
“Alessio, parla o ti licenzio! Questo è un ordine!” s’inviperì
Valentina, abusando per la prima volta in tutta la sua vita della sua posizione
da capo.
“Valentina, ti prego! Non ti arrabbiare!” esplose Alessio. “Non
m’importa, se mi licenzi! M’importa di non perdere la tua amicizia!” si
disperò.
“Oh, Alessio!” s’intenerì lei, dandogli un simpatico e dolce buffetto
sulla guancia arrossata. “Ma io non sono arrabbiata! E neanche Daniele lo è!”
“Ma che arrabbiati!” intervenne Daniele. “Non ci siamo divertiti da
matti!” esclamò, riscoppiando a ridere.
“È così!” proseguì dolce Valentina, avendo intuito che Alessio non
avrebbe mai parlato, se non messo a suo agio.
“Io vorrei tanto dirtelo, Valentina, ma ho promesso a Claudio che...
Insomma, abbiamo fatto un patto e già ti ho detto troppo”, esordì Alessio, non
riuscendo più a mentirle. Perché oltre che essere di indole sincera, lui
l’amava troppo.
“Un patto?” s’intromise Daniele col cipiglio alzato.
“Aaaah! Ho capito”, esultò Valentina. “Claudio vorrebbe delle
informazioni in più sul mio cucciolo, dico bene?”
“Sì. Insomma, Claudio doveva pedinarti e io farti domande per scoprire
con discrezione chi sia Daniele”, esplose Alessio.
“Avrei dovuto immaginarmelo!” esclamò Valentina, mentre Daniele, da
brava canaglia quale era, se la rideva di gusto come una iena.
“Poi mi ha telefonato, dicendomi che l’avevate scoperto”, proseguì
Alessio.
“E certo!” s’intromise Daniele con le lacrime agli occhi dal ridere.
“Con quel cappello a falda larga da donna col fiocchetto, come si poteva non
notarlo?”
“Già”, ammise Alessio. “Non si è nemmeno accorto di averlo preso.
Comunque, quando mi ha telefonato era sull'autobus, dove...” Iniziò
inspiegabilmente a ridacchiare. “Dove è stato corteggiato da un uomo, per via
del suo cappello!” raccontò.
Inutile dire che Valentina e Daniele esplosero a ridere come due bombe
atomiche, piegandosi in due, fino alle lacrime.
“Oddio, che spasso!” esclamò Daniele.
“Poi vi ho visto qui davanti al negozio, lui mi ha detto che stava
rientrando e io l’ho coperto”, proseguì Alessio, tornando a essere mogio-mogio.
“MI dispiace, Valentina. Spero che tu non sia arrabbiata con me. Ti prego,
perdonami, se ti ho mentito.”
Valentina e Daniele smisero di ridere ed entrambi guardarono Alessio
con gran tenerezza.
“Oh, Alessio! Certo che non sono arrabbiata con te! E per
dimostrartelo, ora ti rivelerò un piccolo segreto. Coraggio, vieni qui!” lo
esortò ad avvicinarsi con dolcezza. Poi, Valentina accostò le sensuali labbra
carnose all'orecchio di Alessio e vi bisbigliò qualche parola.
Il volto di Alessio si dipinse di un tenero sorriso, che poi si
trasformò in una dolce risata.
“Mi raccomando, però, eh!” esclamò Valentina. “Acqua in bocca!”
Alessio annuì, sorridendole. “Sarò muto come un pesce!"
Valentina gli fece un bell'occhiolino e si posizionò dietro il
bancone, Daniele si sedette vicino a lei per tenerle compagnia e Alessio tornò
al suo lavoro di sistemare e piegare le nuove magliette appena arrivate in
negozio, come se nulla fosse accaduto.
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