Claudio fischiettava baldanzoso e beato, attendendo l’arrivo di
Valentina. Non gli interessava l’espressione grave che aveva in volto, né
quello che volesse dirgli. Qualunque cosa fosse di tanto terribile, di fronte a
un’accoglienza e un corteggiamento del genere, lei avrebbe sicuramente mutato
umore. Claudio portò lo champagne in terrazzo con dei gustosi e freschi
stuzzichini da rinfresco che aveva preparato lui stesso per l’occasione e andò
in bagno per l’ultimo ritocco al suo look. Si era messo un paio di calzoncini
estivi, una camicetta bianca hawaiana e... Il papillon! Messo male, lento e
tutto storto per giunta!
Quando, finalmente, il campanello strimpellò allegro.
“Eccomi, arrivo! Vale, sei tu?”
“Sì, Claudio.”
Claudio aprì la porta e l’accolse a braccia aperte. “Benvenuta a casa
mia! Accomodati!”
“Grazie”, disse lei, seria e preoccupata, con ancora gli occhiali da
sole che le nascondevano buona parte del viso.
“Daniele è partito?”
“Sì”, annuì lei, togliendosi gli occhiali.
Aveva gli occhi gonfi e l’espressione grave.
Claudio le lanciò uno sguardo comprensivo e dispiaciuto e,
istintivamente, la strinse forte a sé. “Dai, su. Non fare così. Vi rivedrete
presto, no?”
Lei annuì, si staccò dall’abbraccio e si asciugò una lacrima.
“Vieni con me. Andiamo in terrazza”, le disse Claudio, prendendola per
mano.
Valentina si lasciò trascinare, senza dir nulla ancora provata per la
prima, importante decisione che aveva dovuto prendere nella sua vita. Poi,
avrebbe preso anche la seconda.
“Ta-dà!” esclamò Claudio, mostrandole come aveva allestito il tutto.
“Wow! Non dovevi scomodarti tanto”, gli sorrise Valentina.
“È stato un piacere! Champagne?”
“Sì, grazie!”
Valentina si servì un paio di stuzzichini, mentre Claudio le versava
lo champagne nel bicchiere, poi glielo porse.
“Ma che ti sei messo?” si stupì Valentina, notando il papillon, che su
quel completino fresco ed estivo stonava come un cazzotto in un occhio.
“Ah, questo? Fa chic, no?”
Valentina rise di gusto. Claudio riusciva sempre a metterla di buon
umore, anche nei momenti più difficili. Valentina si alzò in piedi, posò lo
spuntino e gli si avvicinò con passo felino e il viso birichino. Poi, gli
aggiustò il papillon. “Sei un vero disastro. Vedi che neanche te lo sai
mettere?”
“Va be’! Volevo far colpo, no?”
“Sei sempre il solito! Non cambi mai! Il lupo perde il pelo, ma non il
vizio!”
“Invece, il vizio, l’ho perso! Penso sempre a te! Pensa che qualche
giorno fa, avevo rimorchiato una ragazza e l’asso di bastoni m’ha fatto
cilecca, perché tu mi hai fatto perdere la testa!” le confessò spontaneamente
Claudio.
Valentina scoppiò a ridere, dimenticandosi persino delle brutte
notizie che aveva da dargli. “Accidenti! Ti ho proprio messo il cappio al
collo, senza neanche volerlo, eh?”
“Eh, già! A farlo apposta, non ci saresti riuscita! Ora, se permette,
Mademoiselle, vorrei suonarle qualcosa”, le disse, tirando fuori una bella e
costosa chitarra acustica.
“Wow!” si stupì Valentina. “Sai anche suonare?”
“Ovvio, no? Più che suonare, strimpello. Suonicchio, diciamo! Vuoi
sentire?”
“Certo! Come no!”
Valentina si sedette accanto a lui, il bicchiere di champagne in mano,
mentre Claudio accordava lo strumento. Le suonò un tenero motivetto d’amore che
aveva inventato sul momento appositamente per lei, un motivetto simpatico e
allegro, ma dolce al tempo stesso.
“È davvero molto graziosa”, gli disse Valentina, gli occhi velati di
tristezza.
“Valentina, ma perché fai così?” le domandò, avendo visto che si
asciugava una lacrima. “Io ti amo! Sul serio!” le confessò, finalmente. “Non
credevo che sarebbe mai successo, né che l’avrei mai detto, eppure le cose sono
andate così.”
Valentina non riuscì a dire nulla. Tutto si aspettava, meno che una
dichiarazione così, a bruciapelo. Prima ancora che lei gli sganciasse la bomba.
Sospirò, prima di riuscire a parlare di nuovo. “Senti, Claudio, io non so cosa
dirti. So solo che ho una gran confusione in testa e nel cuore. Tu e Alessio
siete due tipi completamente opposti e io voglio molto bene a entrambi”, gli
confessò apertamente. “Ma non era soltanto per dirti questo che sono venuta fin
qui. La stessa cosa che dirò a te, la dirò anche ad Alessio. Parto.”
Claudio risputò il sorso di champagne che stava bevendo dritto-dritto
nel bicchiere, tossendo animatamente. “Come? Parti? Ma che vuoi dire? Dove
vai?”
“Mi dispiace tanto, Claudio. È stata la decisione più difficile che
abbia mai preso. Io ho tutto qui. Ci sono nata e cresciuta. Insieme a Daniele.
Ma, qualche mese fa, Daniele ha trovato lavoro ad Anzio ed è partito. Doveva
rimanere lì solo per qualche tempo, ma alla fine gli è capitata l’occasione che
aspettava da tutta una vita e ha deciso di rimanere lì. Aprirà una scuola di
danza. Io sono molto felice per lui, perché lui ama la danza, è un grande
ballerino di modern e trasmettere la sua passione ai bambini è sempre stato il
suo sogno. Ma... Io non posso rimanere qui, senza di lui. Lui è quanto ho di
più caro al mondo, capisci? Quindi, presto mi trasferirò ad Anzio anch’io.”
Claudio rimase frastornato per qualche secondo. “Capisco. E il
negozio?”
“Se vuoi, ti cederò la mia parte o ti troverò una nuova socia.”
Claudio sospirò. “E che cosa farai ad Anzio?”
“Ho studiato danza per molti anni, da bambina, prima di dedicarmi
seriamente alla ginnastica artistica. Prenderò la qualifica per insegnare e
diventerò sua socia.”
Claudio sospirò di nuovo. “E noi?”
“Noi, cosa? Claudio, ti ho già detto che non so scegliere fra te e
Alessio, perciò forse è meglio così, almeno non vi ferirò ulteriormente!”
“Valentina, ma io ti amo davvero!”
“Ma potrò mai fidarmi di te, che sei sempre stato uno spirito libero?”
gli domandò lei con sguardo intenso.
“Sì, che puoi. Sono cambiato per amor tuo, Valentina. Ho capito che
non voglio invecchiare da solo, ma con una donna accanto. E quella donna sei
tu. Sarai sempre tu”, le disse con sguardo altrettanto intenso.
Valentina sospirò. “Capisco. Ma questo non cambia le cose. Io non ci
riesco a stare qui senza Daniele, non posso!”
“Verrò ad Anzio con te! Ti amo e sono disposto a seguirti ovunque!” si
disperò Claudio.
“Ok, Claudio. Ci penserò. Approfitterò di questi giorni in cui
organizzo il mio trasferimento ad Anzio per fare ulteriore chiarezza dentro di
me.”
“Io sono meglio di lui! Lui è un tipo tranquillo, invece io sono
vivace e peperino, proprio come te! Siamo fatti per stare insieme, Valentina.
Ti prego, pensaci”, la supplicò, tentando in ogni modo di convincerla.
“Certo che ci penserò, Claudio. Ora devo andare. Più tardi, devo
parlare di questo anche con Alessio. Ma, io rimango sempre dell’idea che non
dovrei scegliere nessuno di voi. È la cosa più giusta da fare.”
“No. La cosa più giusta è stare insieme, Vale.”
“Forse. O forse no. Ci vediamo domani al lavoro”, disse, poggiando il
bicchiere sul tavolo.
Uscì.
Claudio rimase lì, da solo con sé, con le sue paure, le sue ansie e i
suoi spettri.
Forse, l’avrebbe persa per sempre.
Sperava solo che Alessio non riuscisse a essere più convincente di
lui.
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