Nonostante
la sua inclinazione a recludersi, Maria amava il mare, trascorrere
intere giornate dentro l’acqua, leggere un romanzo sotto
l’ombrellone e sentire tra le dita il calore della sabbia. La sua
autostima però aveva la peggio davanti ai difetti fisici che credeva
di avere: in costume si sentiva come un elefante, sapeva che la
salsedine rendeva, nonostante i colpi di spazzola, i suoi capelli
crespi ancor più ingestibili e disordinati e che le mancavano la
bellezza e l’eleganza delle altre ragazze presenti in spiaggia.
Tutto questo unito alla voglia che aveva di prepararsi per
l’ammissione alla facoltà di medicina, l’avevano tenuta lontano
dal mare. Quel giorno invece era scesa in spiaggia con sua madre e
stava leggendo un interessante saggio di Freud sotto l’ombrellone.
Era una giornata come le altre fino a quando una voce non urlò:
“Tiziana! Da quanto tempo! Ti ricordi di me? Sono Matteo, il tuo
vecchio compagno di scuola.” Maria alzò lo sguardo dal romanzo e
osservò l’uomo ed il ragazzo che ora erano sotto il suo
ombrellone. Andrea Moretti e suo padre erano lì, dove non avrebbero
dovuto essere. Matteo aveva abbracciato Tiziana come se si fosse
trattato semplicemente di una vecchia amica che non vedeva da anni.
Il giovane Moretti invece non riusciva a credere ai suoi occhi,
dietro quel mattone di psicoanalisi vi era la ragazza che gli piaceva
e che quindi non era stata la semplice visione del giorno prima.
Andrea
pensò inoltre che suo padre si mostrasse un po’ troppo espansivo
con la madre di Maria, non che ci fosse nulla di male ma cinque anni
prima, quando lo aveva informato della presenza nella sua classe
della figlia di una sua vecchia compagna di scuola, Matteo non aveva
mostrato particolare interesse per la De Luca senior, anzi. Aveva
semplicemente scosso le spalle e mormorato un “Ah” ricco di
disinteresse.
Nella
mente di Maria invece si stavano completando i puzzle che mancavano
per comprendere lo strano comportamento della madre. Era inutile che
Tiziana e Matteo fingessero di rivedersi dopo anni, lei sapeva e sua
anche sua madre era a conoscenza del fatto che la figlia lo sapesse,
che la donna aveva avuto una storia con il signor Moretti, padre di
Andrea e suo vecchio compagno di classe.
Intanto
Tiziana e Matteo si erano avviati verso la riva per parlare e per
fare una passeggiata. “Che pantomima inutile. Si saranno visti come
minimo ieri sera.” Pensò Maria.
“Andiamo
al bar a bere qualcosa?” la voce di Andrea la riscosse dai suoi
pensieri. In effetti erano rimasti da soli sotto l’ombrellone. La
prima tentazione di Maria fu coprire il proprio corpo con un pareo o
un copricostume: non voleva mostrare i suoi chili di troppo davanti
al suo peggiore aguzzino. Un solo attimo di esitazione perché poi
cambiò idea: non avrebbe dato soddisfazione a quello sciocco. Non
poteva certo immaginare che in quello stesso istante Andrea stesse
ringraziando il destino che gliela aveva fatta incontrare nuovamente.
“No,
grazie. Il fatto che tuo padre e mia madre siano stati compagni di
liceo tanti anni fa, non significa che ora io e te siamo diventati
amici. Non dimentico tutte le prese in giro che mi hai rivolto.”
Mormorò piena di ira Maria, alzandosi dal suo lettino, posando
dentro una borsa il suo saggio, e avviandosi verso la riva. In quel
momento la ragazza sentiva solo il bisogno di fare un bagno.
Nel
pomeriggio, una volta tornate nell’appartamento di nonna Sandra,
situato nel centrale Viale delle Vittorie, Maria entrò nella stanza
della madre che si stava preparando per fare la doccia. La ragazza
chiuse la porta con veemenza e si posizionò davanti a Tiziana che si
stava spogliando.
“Ora
ho capito tutto, mamma. Siamo qui perché tu e Matteo avete ripreso
la vostra relazione e volete che i vostri figli vi diano la loro
approvazione. Mi domando solo che fine abbia fatto sua moglie. Io ho
sempre saputo di voi anche quando ti eri ridotta a svolgere il ruolo
dell’amante.” Urlò Maria, gettandosi sul letto della madre con
le braccia incrociate. Tiziana si sdraiò accanto a lei desiderosa di
consolarla. La figlia si lasciò abbracciare e baciare.
“Matteo
ha lasciato Diana. Si stanno separando. Il problema è però Andrea.
Il ragazzo non sa nulla. Non sappiamo come dirglielo. Vorremmo che
non sapesse del nostro passato di amanti e che iniziasse pian piano
ad accettare noi due. Non dire nulla ad Andrea. Per ora io e suo
padre fingeremo di esserci incontrati per caso. Pensavo che anche voi
due dovreste legare. Matteo mi ha mandato un sms nel quale mi
spiegava che dopo il nostro incontro di questa mattina suo figlio è
molto depresso. Ti sei comportata male con Andrea? Ti prego, cerca di
tirarlo su. E’ in gioco la mia felicità.” Spiegò Tiziana
baciando la figlia sulla fronte.
Maria
pensò che la situazione stava diventando davvero insostenibile. Non
aveva nulla contro Matteo, anzi. Lei considerava il signor Moretti
una bravissima persona ma non gli perdonava le sofferenze che aveva
fatto vivere a sua madre negli ultimi due anni, costringendola al
ruolo dell’amante, tra innumerevoli tira e molla, appuntamenti
rimandati e delusioni cocenti. Tiziana inoltre aveva fatto in modo
che negli ultimi mesi sua figlia credesse terminata la sua relazione
con Matteo ma a quanto pare era stata solo una menzogna. Se i
genitori di Andrea si fossero lasciati, molto probabilmente sua madre
e il padre del ragazzo che tanto l’aveva offesa si sarebbero
sposati. Il solo pensiero di diventare la sorellastra di Andrea la
faceva soffrire. La sua vita rischiava di diventare un inferno.
Immaginava che il tormento degli innumerevoli insulti sarebbe
continuato a dismisura. Inoltre lei avrebbe dovuto ingannare a sua
volta il suo vecchio compagno di scuola, non parlandogli del vero
motivo per il quale erano in vacanza sul litorale pontino e sulla
natura del rapporto tra i loro genitori.
“Che
cosa vuoi che faccia, mamma?” chiese Maria osservando il volto
perfetto di Tiziana da vicino. Amava sua madre e pensava che
meritasse di essere felice.
“Credo
che dovresti telefonare ad Andrea ed invitarlo a bere qualcosa. C’è
quel meraviglioso locale sulla spiaggia che è semplicemente
fantastico.” Propose Tiziana.
“Ma
io non ho mai avuto il numero di telefono di Andrea.” Ribatté
Maria.
“Non
preoccuparti per questo. Matteo me lo ha dato affinché tu potessi
chiamarlo.” Ora Tiziana era radiosa e Maria comprese di essere
stata usata per l’ennesima volta. Matteo e sua madre desideravano
che lei tirasse su l’umore di Andrea per poter uscire insieme e
preparare il terreno alla importante rivelazione che dovevano fare al
giovane.
“Va
bene, mamma. Dammi il suo numero.” Sospirò la ragazza, alzandosi
dal letto per andare nella sua stanza a prendere il cellulare.
Matteo
osservava suo figlio sospirare e fissare il vuoto sdraiato sul divano
dove solo la sera prima lui e Tiziana avevano fatto l’amore. Pensò
di aver fatto bene a chiamare la sua fidanzata e chiederle aiuto
coinvolgendo la figlia di lei. L’uomo si allontanò dal salotto ed
entrò in cucina dove aprì il frigorifero e prese una bottiglia
d’acqua. In quel momento il cellulare di Andrea iniziò a
squillare. Matteo allora si avviò nuovamente verso il soggiorno e
spiò il figlio mentre il ragazzo si rianimava e mormorava al suo
interlocutore: “Maria, sei proprio tu? Ma come hai fatto ad avere
il mio numero?”. Il Moretti senior sorrise e si avviò verso la
sua stanza per lasciare al figlio un po’ di privacy.
“L’ho
chiesto alla mia amica Cecilia. Volevo scusarmi per il modo
maleducato in cui ti ho trattato. Ho molti difetti ma sono una
ragazza educata.” Mentì Maria che non sentiva da due giorni la sua
amica. Per amore di sua madre era costretta ad una pantomima
difficile che non avrebbe portato a nulla di buono, lo sapeva.
“Non
c’è bisogno di scusarsi. Sono io quello che dovrebbe chiederti
perdono. Ammetto di essere stato assai crudele con te negli ultimi
cinque anni.” Il sospiro di Andrea la raggiunse e la giovane De
Luca pensò che senza il suo gregge di seguaci quel bullo non era
nessuno. Scacciò quel pensiero e portò avanti la sua missione:
“Pensavo che visto che il destino ci ha riuniti in questa piccola
cittadina e che ci conosciamo praticamente da cinque anni, potremmo
anche uscire insieme questa sera, come compagni di scuola, si
intende.” Chiarì Maria che non poteva certo rivelare al ragazzo
che il destino aveva i nomi e i cognomi dei loro genitori.
“Se
questo idiota mi umilierà di nuovo e mi dirà di no per poi ridere
di me con i suoi amici, ucciderò mia madre e il suo fidanzato con le
mie stesse mani” pensò lei.
Però
con un sospiro Andrea accettò e i due decisero di vedersi sotto casa
di Maria.
Matteo
rimase stupito nel costatare come una semplice telefonata avesse
ridato animo al suo pargolo. Andrea infatti si precipitò verso il
bagno canticchiando e continuò a stonare canzoni anche sotto il
getto della doccia. Doveva essere pulito e profumato per il suo
incontro con il destino.
Fosse
dipeso da Maria avrebbe indossato semplicemente un paio di jeans e
una maglietta. Non si sarebbe disturbata di certo per quell’idiota
più del dovuto. Tiziana però la pensava diversamente.
La
costrinse a indossare un tubino color Tiffany che le aveva comprato a
Roma prima della partenza e decise di truccare e pettinare sua figlia
personalmente. In effetti il risultato non era malvagio: l’abito la
faceva sembrare più magra e le magie di sua madre con la piastra
avevano reso i suoi capelli disordinati, lisci e luminosi come la
seta. L’unica cosa che non era chiara a Maria era il perché di
tanto disturbo. Perché tormentarsi, truccarsi e pettinarsi per un
incontro che era stata la sua stessa mamma ad imporle.
“Cerca
di divertirti e ricordati che sei una diciannovenne e non una
anziana, per quanto nonna Sandra sappia godersi la vita più di te.”
Sorrise Tiziana, proprio in quel momento Sandra entrò nella stanza
per annunciare alla nipote che il giovanotto era arrivato.
“Spero
che tu sappia che cosa stai combinando” commentò la madre di
Tiziana quando Maria uscì dall’appartamento per raggiungere
Andrea.
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