giovedì 8 febbraio 2018

Venti di verità - 20^ puntata - di Mauro Bertoli




Barcollò e, prima di cadere a terra, tentò di calciare il pallone. Da terra vide la sfera colpire la traversa e tornare in campo, ripreso da un difensore.
Porca miseria che sfortuna… due pali e una traversa in una sola partita… ma non doveva arrendersi, aveva un obiettivo da raggiungere.
Le squadre si allungarono man mano che la partita arrivò ai minuti finali.
« Stammi dietro nelle azioni, volevo passartela ma eri troppo indietro» chiese a Raffaele, che con un movimento del pollice gli fece capire d’aver capito.
La stanchezza iniziò a farsi sentire e pure il caldo, quasi estivo. Il loro estremo difensore dovette impegnarsi per bloccare due azioni molto pericolose ma appena tentò il lancio per Daniele la sfera veniva immediatamente intercettata.
Con un segno di mano l’arbitro indicò i quattro minuti di recupero che partirono da li a trenta secondi.
Daniele si dimenava nella speranza di riuscire a liberarsi dalla morsa dei difensori, cosa piuttosto difficile dato che quelli manco guardavano l'azione per non perdere il loro avversario.
Raffaele lo raggiunse rapidamente e, nella corsa gli sentì dire « filtra per il centro, ti libero la strada. Rimaniamo uniti fino all'arrivo del pallone!» e si fermò poco dietro di lui, a pochi metri dalla bandierina.
Gli avversari fissarono confusi i due mentre nell'altra metà dell'attacco si scatenava la guerra per la conquista del pallone.
In difesa facevano di tutto per tentare un'azione d'attacco ma il centrocampo avversario ora attaccava aggressivo fin dal portiere, causando errori gravissimi.
Sentì alcuni “OOOH” poi il pallone volò fino alla trequarti.
Daniele non ci pensò due volte e corse per prenderla; vide due avversari tallonarlo strettamente. Era quel che voleva.
Il pallone gli venne incontrò e lui, senza guardare, lo colpì di tacco. Un altro “OOOOH” si sollevò, e grida di incitazione verso il suo amico di reparto gli fecero capire che il passaggio era andato a buon fine.
Si voltò e scartò in velocità i due marcatori e vide il pallone subito tornargli incontro. Aveva tutto il campo fino al limite dell'area di rigore.
La stanchezza non gli impedì di correre con più velocità possibile; arrivò al limite e vide buona parte del secondo palo libera: Raffy stava tenendo occupati due dei tre difensori e il centrocampo correva nel disperato tentativo di riposizionarsi.
Nuovamente, senza pensarci, tentò il tiro in direzione dell'incrocio dei pali.
Il portiere, capendo probabilmente la sua intenzione, era già volato verso la sua destra e intercettò con la punta delle dita la sfera; quest'ultima sfiorò l'esterno della traversa e uscì.
In quel momento osservò il cartellone e notò che precedentemente l'arbitro aveva comandato quattro minuti di recupero, di cui due e mezzo già giocati.
Si posizionò al centro dell'area, e attese il passaggio di Raffaele. Il cross fu lungo e forte, corse verso l'angolo e colpì il pallone ad occhi chiusi.
Cadde a terra rovinosamente, sbilanciato per la corsa, e si sentì subito i compagni di squadra andargli addosso.
Le grida dagli spalti erano assordanti e pure la panchina venne a gioire.
Provò a rialzarsi, convinto di aver segnato ma un forte dolore alla schiena lo costrinse a star fermo a terra.
Gridò per il dolore e i compagni si rialzarono.
« Mi fa male la schiena... non riesco ad alzarmi» gridò, gesticolando dolorante.

Venne portato fuori in barella e il medico lo guardò, immediatamente.

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