sabato 16 marzo 2019

UN FARFALLINO IN TRAPPOLA - 10° PUNTATA - di Ambra Tonnarelli



Alle dieci della sera, Claudio giunse per dare l’ultimo cambio a Valentina e per congedare Alessio che aveva finito il suo turno. Non vedeva l’ora di rivedere la bella Valentina. Nei giorni a seguire alle domeniche trascorse insieme al mare con gli amici e le amiche, aveva pensato a lei continuamente. Quando era serena e rilassata, non era poi così scorbutica e bisbetica come alle volte tentava di apparire. Che fosse un meccanismo di difesa e pura allergia ai super play-boy come lui, non aveva importanza. Claudio non si era mai soffermato a riflettere su certi atteggiamenti delle persone, specialmente di Valentina. L’unica cosa che sapeva, e che gli interessava, era che gli piaceva e pure parecchio per giunta. Doveva complimentarsi con se stesso per la scelta e per come stava gestendo la cosa! Riuscendo a tenere a freno i suoi istinti da grande conquistatore di donne, stava facendo breccia persino nelle sue grazie! Era proprio furbo! Lei si comportava diversamente, quando era con lui e di certo non gli erano sfuggite le occhiatine di ammirazione che gli lanciava! Dopotutto, come diceva sempre, nessuna donna poteva resistere al suo fascino! Nemmeno la caparbia Valentina. Lentamente, stava conquistando anche lei, che si credeva tanto scaltra da riuscire a evitare l’inevitabile. Presto, avrebbe ceduto al suo charme irresistibile e l’avrebbe venerato come tutte le altre donne! Era certo che le cose stessero andando così! Persino il suo acerrimo rivale, Bambolotto Rifatto, aveva perso diversi punti con Valentina, dopo tutte quelle fatidiche domeniche in gruppo!
Il mitico Claudio stava per colpire ancora!
Entrò nel negozio, allegro e baldanzoso per coprire le ultime due ore prima della chiusura.
“Buonasera a tutti!” esclamò, attirando l’attenzione di tutti i clienti.
“Ciao Claudio”, lo salutò Alessio, sempre tranquillo e pacato.
“Ah, ciao Claudio! Tempismo perfetto! Capiti proprio al momento giusto! Ancora un paio di minuti e sarebbe andato tutto a monte!” lo accolse Valentina, già con la borsa in spalla, pronta per andar via.
“A monte? Ma di che cosa stai parlando?” le domandò lui, col cipiglio alzato.
“Io e Alessio stiamo andando a vedere un classico al cinema sotto le stelle”, spiegò lei, controllando di aver preso il portafoglio.
A quelle parole, Claudio ebbe quasi un mancamento.
“Un classico al cinema sotto le stelle?” ripeté incredulo, credendo di non aver capito bene, la faccia da pesce lesso e la pelle bianca come un cadavere.
“Sì! Che c’è di male a voler tornare bambini per una sera?” lo freddò Valentina, non capendo il perché del suo colorito da fantasma.
Claudio abbozzò un imbarazzato sorriso di circostanza. “C-cosa? N-nulla, ovviamente!”
“Ora, dobbiamo andare. Si sta facendo tardi. A domani, Claudio! Ciao!” lo salutò lei, facendo cenno ad Alessio di seguirlo.
“Ciao Claudio”, lo salutò il ragazzo.
“Ciao”, si limitò a dire Claudio a mezza bocca, andando a piazzarsi pigramente dietro al banco cassa.
Quel dannato Bambolotto Rifatto dei suoi stivali!
Ma come si era permesso di chiedere un appuntamento così galante a Valentina, che per giunta era pure il suo capo? E con quale coraggio l’aveva invitata? E lei? Lei, perché diavolo avrebbe accettato? Come aveva potuto dire di sì a un invito tanto romantico, lei, che teneva sempre alla larga chiunque la corteggiasse? Perché Alessio la stava corteggiando, era evidente! Sarebbe stato stolto e sciocco da parte sua non capirlo! Allora, questo significava... No. Non voleva neanche valutare l’idea che a una ragazza bella, intelligente e dinamica come Valentina potesse piacere un bambolotto rifatto tutto casa e chiesa come quel ciambotto lì! Certo, era un bravissimo ragazzo, in gamba e lavoratore, responsabile ed educato, ma restava pur sempre e comunque un ciambotto di seconda categoria! Non avrebbe mai potuto competere con la sua bellezza rude e selvaggia, con la sua intelligenza creativa e il suo carisma! Nossignore! Allora, che cosa accidenti stava capitando al mondo? Perché Valentina aveva accettato di andare a vedere un film tanto romantico con lui, in una situazione altrettanto romantica, per giunta? A un cinema sotto le stelle!
Gli veniva da piangere!
Tutte le sue grandi idee, tutti i suoi grandi piani stavano andando kaputt!
Sospirò, passandosi una mano tra i folti capelli selvaggi, essiccati e schiariti per l’azione del sale e del sole, amareggiato, chiedendosi che cosa stesse accadendo tra Valentina e Bambolotto Rifatto. Se tra loro stesse nascendo qualcosa. In fondo, doveva ammettere, una piccola possibilità, Bambolotto Rifatto, ce l’aveva. Lui era un ragazzo serio e fedele. Uno di quelli da sposare!
Sposare, bleah! Che brutta parola!
Non rientrava nemmeno nel suo vocabolario!
Comunque, senza divagare, Alessio era un ragazzo serio, fedele e da sposare, il classico bravo ragazzo. E a Valentina il classico bravo ragazzo, serio, fedele e da sposare, avrebbe potuto anche piacere. Perché, in fondo in fondo, se mai avesse avuto una relazione con qualcuno, l’avrebbe avuta seria e per la vita. E questo era un punto a suo sfavore e a favore del suo acerrimo rivale Bambolotto Rifatto. Ma non doveva arrendersi, perché lui, di qualità in più rispetto al suo avversario, ne aveva da vendere. Doveva solo... Avere pazienza e continuare a lavorarsi le situazioni con Valentina a suo vantaggio, così come aveva fatto fino a quel momento.
“Ciao.”
Una voce femminile attirò la sua attenzione.
E Claudio, ovviamente, tornò come un razzo coi piedi per terra. “Ciao!” la salutò allegro, sfoggiando il suo ormai conosciutissimo e classicissimo sorriso hollywoodiano.
“Prendo questi”, disse la ragazza, poggiando sul bancone un bel paio di leggings di cotone coloratissimi.
“Una scelta vivace!” si complimentò Claudio. “Calzano molto bene, sono freschi e sono studiati appositamente per essere comodi ed esaltare il valore di gambe stupende come le tue!” si sbilanciò lui, come al suo solito. Avendo notato lo sguardo seducente della ragazza.
“Grazie! Sei davvero molto gentile!”
Claudio tolse l’antitaccheggio, pensando al da farsi.
“È tuo questo negozio?” gli domandò lei, estremamente attratta dal fascino selvaggio di Claudio.
“Sì, è mio e della mia socia”, le spiegò con un gran sorriso.
“Socia solo negli affari o anche nella vita?” indagò lei, ammiccando.
“No, solo in affari! Claudio è sempre libero come il vento!” esclamò, battendo il conto in cassa.
Lei, leggendo la cifra sullo schermetto del registratore, aprì il portafoglio e mise sul bancone la cifra esatta per pagare. “Claudio! Che bel nome! Piacere, io sono Milena!” si presentò la giovane.
Claudio le strinse la mano, ammirando i suoi capelli biondo platino, i suoi occhioni azzurri e le sue curve prorompenti da femme fâtale, che tanto piacevano a lui. “Piacere mio!”
“Comunque, se può interessarti, anch’io sono sempre libera come il vento!” proseguì lei, ammiccando.
“Ottimo! E sei di queste parti?” le domandò lui.
“No, sono in vacanza con delle amiche pigre che sono rimaste nella spa dell’hotel dove alloggiamo! Non hanno mai voglia di uscire la sera e mi lasciano sempre sola!” protestò lei, lanciandogli continui segnali.
E lui, ovviamente, li colse.
Ma come poteva cedere alla tentazione? Doveva rimanere concentrato sulla bella Valentina! Ma la bella Valentina, dov’era? Al cinema sotto le stelle, seduta accanto a Bambolotto Rifatto! Non avrebbe però giocato a suo vantaggio, se lei fosse venuta a sapere che lui continuava a fare lo scemo in giro. Ma come avrebbe fatto a scoprirlo? Impossibile!
Oh, pensò! Occhio non vede e cuore non duole!
“E che problema c’è? Ci sono io! E che non si dica che l’avvenente cavaliere Claudio abbandoni alla solitudine una fanciulla tanto meravigliosa e solare!” si fece subito avanti lui.
Aveva assolutamente bisogno di distrarsi e di non pensare alla bella, ma caparbia Valentina per un po’!
E quella Milena capitava proprio a fagiolo!
“Meno male che ci sei tu! Allora, mi fai compagnia, più tardi?” ammiccò lei.
“Ovvio, tesoro!” ricambiò lui, complice.
“Ottimo! A che ora chiudi il negozio?” gli domandò.
“A mezzanotte!” rispose lui.
“Allora, torno qui a mezzanotte!” esclamò lei.
“Non venire con la carrozza, però! Altrimenti si trasforma in zucca!” scherzò lui, cercando di fare il simpatico!
Cosa che a lei piacque moltissimo e che la fece capitolare ai suoi piedi come una pera cotta.
“Non c’è pericolo, direi! Io a mezzanotte arrivo, non scappo mica!” ricambiò lei con fare da gattamorta.
“Perfetto! Allora, ci vediamo dopo, bellezza!” ammiccò lui.
“A dopo! Ciao Claudio!” esclamò lei, ricambiando lo sguardo e uscendo dal negozio.
Claudio si sfregò le mani, soddisfatto, allegro e contento di togliersi la bella Valentina dalla testa per un po’.
A mezzanotte, dopo la chiusura, s’incontrarono davanti al negozio.
Claudio la portò a prendere un aperitivo e la portò a ballare in una delle discoteche più in della città e, dulcis in fundo, ci fu anche un dopo, ovviamente a casa di Claudio.
Ma, nonostante avesse fatto ciò che faceva sempre, ciò che amava fare, ciò per cui viveva, ovvero rimorchiare e divertirsi, quella sera si sentì stranamente in colpa.
Pensò che si stesse rincitrullendo o, semplicemente, che avesse bevuto troppo.
Si voltò a guardare Milena che dormiva appagata accanto a lui, ma questo non fece altro che peggiorare le cose.
Si sentiva in colpa e non sapeva perché.
Forse perché lei non era Valentina...

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