CAMBIAMENTI
Chanel era riuscita a ignorare Valerio per tutto il giorno, anche se
non senza sforzo. Tutta colpa di quella sua dannata faccia da cazzo che le
faceva venire continuamente voglia di fargli i dispetti! O, almeno, era quello
che ripeteva a se stessa. Finite le lezioni del pomeriggio, si recò verso
l’uscita dell’edificio che dava proprio sulla cima di via Saffi e cercò
Riccardo con lo sguardo. Non vedeva l’ora di vederlo, almeno si sarebbe
distratta un po’!
“Chanel!”
Lei si voltò e vide Riccardo, più puntuale di un orologio svizzero,
che le sbracciava. Chanel sorrise e gli corse incontro allegra e sorridente.
Vedere il suo viso sempre tranquillo e sereno metteva di buonumore anche lei.
“Ciao Ricky!” lo salutò.
“Ciao!”
“Allora? Notizie della macchina?”
“Sarà pronta per domani sera.”
“Ottimo! Ti hanno detto che cose le sia successo?”
“Sì. Mi hanno detto un sacco di cose interessantissime! Peccato che io
non abbia capito un tubo!”
Chanel rise. “Fa niente! L’importante è che te la riparino e che torni
a fare il suo dovere!”
“Giusto! Ehm, allora, cosa ti va di fare?”
Chanel ci pensò su. “Mmmm... Intanto, andiamo a prenderci qualcosa in
pasticceria! Poi, si vedrà!”
“D’accordo! Offro io, ovviamente! Devo sdebitarmi per il passaggio di
ieri sera!”
“Va bene! Grazie! Allora, andiamo!”
Chanel si fece prendere a braccetto da Riccardo e insieme si diressero
verso la piazza, al centro, senza accorgersi che qualcosa non quadrava.
Valerio aveva osservato la scenetta da lontano e aveva giurato di
sentire un dente cariarsi nella bocca! Che cos’erano tutte quelle smancerie da
parte di entrambi? Chi era quel bambolotto rifatto? E, soprattutto, che cosa
voleva da Chanel? Non sapeva che cosa diavolo gli stesse succedendo, ma sentiva
la rabbia ribollirgli nello stomaco che stava per eruttare da un vulcano!
Doveva seguirli! Iniziò a pedinarli, rimanendo a distanza e facendosi i fatti
suoi. Li sentì chiacchierare di una macchina rotta e di quello stronzo del
coinquilino di Chanel, che intuì essere lui, e la cosa non gli piacque per
niente! Sentì di una tregua, quella che avevano fatto il mattino stesso, e udì
Riccardo esprimerle la sua più sentita comprensione e vicinanza per la brutta
situazione che era costretta a subire a casa. Quella maledetta strega! Sapeva
rigirarle bene, le frittate, eh! E scemo lui le che credeva pure! Provava una
gran pena per quel povero bamboccio che si era fatto abbindolare da lei!
Avrebbe voluto metterlo in guarda, ma, chissà perché, aveva la sensazione che
lui non l’avrebbe ascoltata più di tanto. Sempre tenendosi a distanza, li seguì
con lo sguardo andare a sedersi ai tavoli esterni della pasticceria di fronte
alla fontana, una delle più rinomate della città e anche una delle più
affollate. Valerio odiava tutta quella confusione, ma moriva dalla smania di
sentire cosa si stessero dicendo quei due, anche se non ne capiva il motivo.
Quando una vocina angelica e delicata le raggiunse alle spalle.
“Valerio! Ciao!” lo salutò pacata, ma allegra.
Valerio si voltò e fu davvero felice di vedere Anna. “Anna! Che
sorpresa! Sei la cosa più soave che abbia visto da stamattina!”
Anna arrossì come un peperone. “Ti ringrazio! Allora devi avere avuto
proprio una brutta giornata!”
“Pessima! Poi, ti racconto! Ti va un caffè o qualcosa di caldo? Devo
ancora ringraziarti come si deve per l’aiuto che mi hai dato ieri sera!”
“Sì, volentieri! Mi farebbe molto piacere fare due chiacchiere con
te!”
Valerio sorrise compiaciuto e la prese a braccetto, scortandola verso
la pasticceria di fronte alla fontana, e guarda caso si sedette a un tavolo di
distanza da Riccardo e Chanel, facendo finta di non averli mai visti.
Si accomodarono e ordinarono una cioccolata calda a testa con una
brioche a testa.
“Ciao Anna!”
Anna si girò e vide Riccardo seduto non molto distante da lei con una
ragazza accanto.
“Ciao Riccardo!” ricambiò lei.
Chanel vide Valerio. Si fulminarono con lo sguardo.
“Che fai? Mi segui pure adesso?” lo aggredì lei, alzando la voce.
“Io?” si piccò Valerio. “Sei tu che segui me!”
“Sei come una maledizione! Possibile che ovunque io vada, debba sempre
ritrovarti fra i coglioni?”
“Potrei dire la stessa cosa!”
“Ma che cosa succede, Valerio?” s’intromise Anna, cercando di farli
smettere.
“E’ quella stronza della mia coinquilina!” disse Valerio ad alta voce,
in modo che Chanel sentisse.
“Il bue che dà del cornuto all’asino. Senti chi parla! Vedi di starmi
alla larga, stronzetto!” ribatté lei, ponendo così fine alla lite.
“Accidenti!” disse Riccardo. “Se avessi saputo, non l’avrei mai
salutata.”
“La conosci?” gli domandò Chanel, molto più che interessata. Quella
gatta morta che faceva la scema con Valerio le dava proprio sui nervi.
“Sì. E’ Anna, una mia compagna di corso. E’ una brava ragazza. E molto
buona.”
“Poverina! Chissà che cosa le ha detto quel maledetto nano per
riuscire ad abbindolarla! E’ furbo quello! Non sa con chi è capitata! Forse, da
amici, dovresti metterla in guardia.”
Riccardo annuì. “Lo farò. Spero solo che mi ascolti.”
“Quel disgraziato maledetto! Si approfitta della bontà e della
gentilezza della gente per metterla sotto i piedi!” sbraitò Chanel.
E nell’altro tavolo, non andava meglio. Neanche Valerio si risparmiò
con Anna in fatto di complimenti nei confronti di Chanel.
“Quel ragazzo si chiama Riccardo”, spiegò Anna. “E’ un mio compagno di
corso. E’ un ragazzo in gamba. E’ buono e molto gentile.”
“Quella disgraziata maledetta! Si approfitta della bontà della gente
per metterla sotto i piedi!” si sfogò Valerio sottovoce. “Chissà che cosa gli
ha detto quella strega per abbindolarlo così! Povero disgraziato! Non sa con
chi ha a che fare! Parlaci tu, Anna! Tu che sei buona e pura, vedi di aiutarlo
quel poveraccio, o finirà male!”
Anna annuì preoccupata. “Vedrò quello che posso fare. Comunque, non
lasciamo che questo piccolo inconveniente ci rovini il pomeriggio!”
“Hai assolutamente ragione, Anna. Ignoriamoli! Anzi, tu ignorali!
Mentre facciamo merenda, io la terrò costantemente d’occhio. Non sia mai, che
per fare un dispetto a me, ci vada di mezzo anche tu. Abbiamo stretto una
tregua, ma non so quanto mi possa fidare di quella lì!”
Anna annuì con un cenno del capo. “D’accordo! Allora, come va con lo
studio? Ti piace la tua facoltà?”
Valerio annuì. “Molto! A me piace lo sport!”
“A me, invece, non molto. Devo confessarti che sono un po’ pigra, in
realtà, però mi sforzo di girare sempre a piedi e di andare in palestra un paio
di volte a settimana, perché so che l’attività fa molto bene alla salute. E
poi, se voglio lavorare con i bambini...”
“Devi essere sempre in forma!” concluse Valerio per lei, ridendo.
“Già, l’hai detto!”
“Sai, Anna, che ti ammiro molto?”
Anna aggrottò la fronte. “Davvero?”
Valerio annuì. “Sì. Perché, anche se lo sport non ti piace, hai
comunque capito l’importanza dell’attività fisica per il corpo umano e quindi
ti sforzi di condurre una vita più sana. Brava!”
Come al solito, la timida Anna arrossì come un peperone. Non riusciva
proprio a capire come quella Chanel potesse trattare così male un ragazzo
carino, gentile e in gamba come Valerio! Era un mistero! Purtroppo, non erano
tutte come lei che riuscivano sempre a vedere il meglio delle persone. Forse,
quella Chanel avrebbe dovuto guardare Valerio con molta più attenzione. Anche
se, veramente, Anna avrebbe preferito che non lo facesse. Se si fosse accorta
di quanto carino e cordiale fosse Valerio... Beh, quella Chanel era una gran
bella ragazza, doveva ammetterlo! Non le avrebbe fatto molto piacere averla
come rivale in una guerra d’amore per il cuore di Valerio. Perché a lei Valerio
piaceva. E tanto. Mentre chiacchieravano piacevolmente, Valerio benne distratto
dalle risate di Chanel, che stava spudoratamente flirtando con Riccardo, senza
il minimo ritegno. Rideva, scherzava, lo abbracciava, gli sorrideva, lo
incantava smuovendo la sua folta criniera leonina... Anche se la compagnia di
Anna era la più piacevole che avesse mai avuto in vita sua, non riusciva a far
smettere quella lava rovente di rabbia di ribollirgli nello stomaco! Come
odiava quel Riccardo! No! Era tutto Chanel! Dal momento che nessuno mai se la
sarebbe presa come fidanzata, data la sua stronzaggine, aveva giusto trovato un
pollo come Riccardo da abbindolare. Ma che gliene fregava, a lui, di quello che
Chanel faceva con Riccardo? Affari suoi, no? Aveva al suo fianco una ragazza
carinissima, dolce, accondiscendente, che lo apprezzava. Finalmente qualcuno si
rendeva conto che lui era Valerio Tombolini! Il top dei top! Così, decise di
ricambiare il favore a Chanel. Si mise a flirtare spudoratamente con Anna,
tutta felice e contenta di avere le sue attenzioni! Doveva rimanere concentrato
sulla bella Anna, o quella strega maledetta avrebbe incantato anche lui con le
sue moine. Ma non ci sarebbe mai riuscita! Perché lui era Valerio e Valerio non
si faceva mai abbindolare dalle streghe come lei! Mentre flirtava con Anna,
però, non riuscì a fare a meno di tenerla d’occhio. Onde evitare dispetti
indesiderati, s’intendeva!
Chanel stava flirtando con Riccardo. Lo stava facendo appositamente
per dar di gozzo a quel disgraziato di Valerio. Se lo ritrovava sempre ovunque,
il maledetto! Mentre stava guardando un video sullo smartphone di Riccardo,
seduta sulle sue ginocchia, teneva costantemente d’occhio Valerio e Anna
all’altro tavolo. Come aveva detto anche a Riccardo, non voleva assolutamente
che lui finisse vittima di un qualche dispetto di Valerio. Meglio tenerlo sotto
stretta sorveglianza, perché non c’era da fidarsi della tregua che avevano
stretto quel mattino stesso! Perché di uno come Valerio non ci si poteva
fidare. Quello lì era maestro di magia nera! Era un demonio! Così come doveva
esserlo quella Anna. Stava usando le sue arti subdole e i suoi occhioni da
gattamorta per abbindolare Valerio. Beh, peggio per lei! Non sapeva con chi si
stava mettendo! Valerio, lo comprava chi non lo conosceva... E lo pagava pure
caro! In ogni caso, ignorare quel ribollire di rabbia nello stomaco stava
diventando impossibile! Non sapeva perché, ma avrebbe tanto voluto andare a
quel tavolo e tirare via Anna per in capelli! Ma no! Non era di Anna la colpa!
Era tutto Valerio! Doveva ricredersi! Dal momento che Valerio era così basso e
stronzetto, nessuna mai se lo sarebbe preso come fidanzato, pertanto, pur di
avere una ragazza, Valerio si sarebbe venduto l’anima al diavolo. Quindi,
essendosi accorto di quanto Anna fosse buona e ingenua, aveva deciso di
abbindolarla. Sì, pensò Chanel. Le cose dovevano stare per forza così. Non
riuscendo più a sopportare quei due, doveva inventarsi alla svelta qualcosa da
fare.
“Che dici se andiamo a fare una bella camminata?” gli propose.
“D’accordo!” annuì Riccardo.
“Poi, che ne dici se andiamo a Pesaro? Ci mangiamo una pizza volante e
poi andiamo al cinema, che ne dici?”
“Per me va bene! Sto così bene con te, Chanel, che ti seguirei
ovunque! Non capisco come si possa trattar male una ragazza in gamba come te!
Quel Valerio, lì, proprio non lo capisco!”
“Non ho bisogno di uno come lui, quando ho un ragazzo gentile come te,
che mi apprezza!” gli disse Chanel, scuotendo i capelli con la stessa vanità di
un pavone che fa la ruota.
Si alzarono e se ne andarono. Valerio li seguì con lo sguardo. Non
sapeva dove stessero andando, ma non poteva seguirli ancora. Si sarebbe tenuto
i suoi dubbi per tutto il resto della serata.
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