Quelle parole consolarono il suo
cuore come un balsamo. Prese la via che conduceva alla fermata del
bus e si precipitò per non perderlo.
Salì sul bus e fece per sedersi,
vicino ad una ragazza indaffarata a cercar qualcosa nello zainetto,
che poi riconobbe: era Simonetta.
Il cuore pompò a mille mentre la
fissava intenta a trafficare con lo zaino; non disse nulla e lei non
fece caso che proprio Daniele si era seduto al suo fianco. Si chinò
come lei, quasi toccandosi con la faccia, poi toccò la sua mano. Lei
sussultò e si voltò per vedere chi l’avesse toccata e si
ritrovarono faccia a faccia.
Quant'era bella… quegli occhi,
due smeraldi che rispecchiavano la sua anima… quella bocca, senza
trucco ma bellissima e attraente, più di quella lucida di Celeste.
Si trattenne per un’istante al baciarla. Voleva prima
parlarle, sempre che lei glie lo avrebbe permesso.
« Non andartene, ti supplico»
sussurrò, stringendole delicatamente la mano. « Ti prego, lasciami
parlare. Mi manchi Simo… ogni giorno che non ci sentiamo e mi
allontani sono come degli spilli nel cuore. Ti prego, lasciami
parlare». Ritentò, notando che lei cercava nuovamente di
divincolarsi.
Provò nuovamente a liberare la mano
dalla mano di Daniele, che al secondo tentativo lasciò la presa.
Si alzò di scatto e fece per
allontanarsi, e nella frenetica manovra colpì la sua caviglia.
Daniele mollò un grido di dolore ma
Simonetta lo ignorò e si allontanò fino in fondo al bus.
Rimase seduto a massaggiarsi la
caviglia, ma quel che più gli faceva più male è che Simonetta lo
aveva allontanato, senza riuscire a dirle altro.
Tornò a casa e riepilogò la
giornata a sua madre.
« Sdraiati Dany, che ti cambio le
bende» gli disse, prendendo un tubetto di pomata. « Vedila così,
non è indifferente alle tue parole. Ad ogni gesto che hai fatto o
pensava che tu avessi fatto» aggiunse, dopo l’occhiata storta
del figlio. « Comunque non gli sei indifferente. Sono certa che se
gli mostri ancora affetto, prima o poi la riconquisterai» disse,
mentre giro dopo giro, srotolò completamente la fasciatura.
La caviglia non era gonfia e nemmeno
arrossata.
Gli diede una veloce lavata, poi,
dopo averla asciugata, spalmò dell’altra crema.
« e complimenti per i due otto. È
ammirevole da parte tua, con quello che stai passando».
Non rispose, pensava solo a come
comportarsi con Simonetta.
Parve che sua madre gli avesse letto
nei suoi pensieri.
« Non far nulla con Simonetta,
aspetta qualche giorno e vedi se si muove qualcosa. Sarai sempre a
tempo a riprovare a parlarle».
Decise di ascoltare il consiglio di
sua madre, che nuovamente non risultò affatto inopportuno.
Il giorno dopo in classe, durante la
ricreazione, Tommaso lo informò.
« Simonetta ha parlato con
Turchese» gli sussurrò nell'orecchio. « Le ha rimproverato il
fatto di non essersi scusata con te del colpo alla caviglia,
ovviamente involontario. Ma so che le ha detto anche del fatto che ti
sta punendo troppo, per quel che hai fatto tu»
Daniele aveva voglia di dire tante
cose, ma si limitò a dire « non cambierà nulla...»
« Certo che si, Dany. Non hai fatto
nulla con Celeste e pure lei, Celeste, l’ha dovuto ammettere. Da
allora non hai fatto altro che mostrarle il tuo affetto. Va bene gli
errori di mesi fa.. ma credo che ti abbia fatto passare abbastanza
tempo in purgatorio».
« Belle parole, grazie. Ma tutte
vuote. Non credo proprio che lei sia dello stesso parere» rispose,
scoraggiato. Gli parvero tutte parole vuote, di un amico che voleva
solo consolarlo.
« Ti sbagli» fece una voce
femminile davanti a loro.
Stavolta fu Daniele ad alzare il
capo per guardare chi fosse stato a pronunciare quelle parole.
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