giovedì 16 novembre 2017

Venti di verità - 10^ puntata - di Mauro Bertoli

Quelle parole consolarono il suo cuore come un balsamo. Prese la via che conduceva alla fermata del bus e si precipitò per non perderlo.
Salì sul bus e fece per sedersi, vicino ad una ragazza indaffarata a cercar qualcosa nello zainetto, che poi riconobbe: era Simonetta.
Il cuore pompò a mille mentre la fissava intenta a trafficare con lo zaino; non disse nulla e lei non fece caso che proprio Daniele si era seduto al suo fianco. Si chinò come lei, quasi toccandosi con la faccia, poi toccò la sua mano. Lei sussultò e si voltò per vedere chi l’avesse toccata e si ritrovarono faccia a faccia.
Quant'era bella… quegli occhi, due smeraldi che rispecchiavano la sua anima… quella bocca, senza trucco ma bellissima e attraente, più di quella lucida di Celeste. Si trattenne per un’istante al baciarla. Voleva prima parlarle, sempre che lei glie lo avrebbe permesso.
« Non andartene, ti supplico» sussurrò, stringendole delicatamente la mano. « Ti prego, lasciami parlare. Mi manchi Simo… ogni giorno che non ci sentiamo e mi allontani sono come degli spilli nel cuore. Ti prego, lasciami parlare». Ritentò, notando che lei cercava nuovamente di divincolarsi.
Provò nuovamente a liberare la mano dalla mano di Daniele, che al secondo tentativo lasciò la presa.
Si alzò di scatto e fece per allontanarsi, e nella frenetica manovra colpì la sua caviglia.
Daniele mollò un grido di dolore ma Simonetta lo ignorò e si allontanò fino in fondo al bus.
Rimase seduto a massaggiarsi la caviglia, ma quel che più gli faceva più male è che Simonetta lo aveva allontanato, senza riuscire a dirle altro.
Tornò a casa e riepilogò la giornata a sua madre.
« Sdraiati Dany, che ti cambio le bende» gli disse, prendendo un tubetto di pomata. « Vedila così, non è indifferente alle tue parole. Ad ogni gesto che hai fatto o pensava che tu avessi fatto» aggiunse, dopo l’occhiata storta del figlio. « Comunque non gli sei indifferente. Sono certa che se gli mostri ancora affetto, prima o poi la riconquisterai» disse, mentre giro dopo giro, srotolò completamente la fasciatura.
La caviglia non era gonfia e nemmeno arrossata.
Gli diede una veloce lavata, poi, dopo averla asciugata, spalmò dell’altra crema.
« e complimenti per i due otto. È ammirevole da parte tua, con quello che stai passando».
Non rispose, pensava solo a come comportarsi con Simonetta.
Parve che sua madre gli avesse letto nei suoi pensieri.
« Non far nulla con Simonetta, aspetta qualche giorno e vedi se si muove qualcosa. Sarai sempre a tempo a riprovare a parlarle».
Decise di ascoltare il consiglio di sua madre, che nuovamente non risultò affatto inopportuno.
Il giorno dopo in classe, durante la ricreazione, Tommaso lo informò.
« Simonetta ha parlato con Turchese» gli sussurrò nell'orecchio. « Le ha rimproverato il fatto di non essersi scusata con te del colpo alla caviglia, ovviamente involontario. Ma so che le ha detto anche del fatto che ti sta punendo troppo, per quel che hai fatto tu»
Daniele aveva voglia di dire tante cose, ma si limitò a dire « non cambierà nulla...»
« Certo che si, Dany. Non hai fatto nulla con Celeste e pure lei, Celeste, l’ha dovuto ammettere. Da allora non hai fatto altro che mostrarle il tuo affetto. Va bene gli errori di mesi fa.. ma credo che ti abbia fatto passare abbastanza tempo in purgatorio».
« Belle parole, grazie. Ma tutte vuote. Non credo proprio che lei sia dello stesso parere» rispose, scoraggiato. Gli parvero tutte parole vuote, di un amico che voleva solo consolarlo.
« Ti sbagli» fece una voce femminile davanti a loro.

Stavolta fu Daniele ad alzare il capo per guardare chi fosse stato a pronunciare quelle parole.

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