« Sdebitati riprendendo a vivere
accanto a lei, a me basterà. Prima di tutto non accettavo l’idea
di vederti così… sei piuttosto intrattabile, lo sai? Poi voglio
bene a Simo come ne voglio a te e solo assieme siete felici voi due.
Siete l’una la metà perfetta dell’altro. Trattala bene Dany, mi
raccomando». Gli diede una pacca sulla spalla, sorrise all’amica
ed entrò in classe.
Aveva diverse cose da dire alla sua
Simonetta ma ora sapeva che aveva tutto il tempo, fuori dal liceo.
Le ore successive parvero il
contrario delle prime; le lancette parvero sfrecciare inesorabilmente
verso il suono della fine delle lezioni, quando finalmente…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Tutti gli alunni sistemarono gli
zaini e fecero per uscire. Daniele fu uno dei primi a sfrecciare
nuovamente fuori come una saetta, nonostante le stampelle; ormai dopo
settimane aveva preso grande abilità a camminare con quelle.
Stavolta non riuscì a fermarsi a
tempo quando vide davanti a se una ragazza venirgli addosso.
Cadde addosso a Simonetta che riuscì
a sorreggerlo.
Scoppiarono in una fragorosa risata
mentre lui riprese le stampelle cadute a terra e si incamminò fuori,
assieme a lei.
« Sarà meglio che tu mi aspetta in
corridoio altrimenti rischiamo di scontrarci ancora» incominciò a
dirle Daniele. « Ho molto da dirti Simo, dobbiamo parlare».
« Si, devo parlarti pure io… e
ora avremo tempo».
Mentre si incamminarono lungo le
strade per arrivare alla fermata del bus, Daniele cominciò a
raccontargli tutto quel che gli fu capitato in quelle ultime
settimane.
« Non so come abbia fatto a
dimenticarmi di avvertiti della partita… ma penso sia stato
l’osservatore, quel tale… il signor Arbettoli, che poi mi ha
detto che aveva già stampato una bozza di contratto. Avrei voluto
dirtelo, confidartelo… ero al settimo cielo, finche il Mister...»
« Gli ha detto che voleva tenerti
fino a fine stagione. Si, Tommy l’ha detto a Turchese» concluse la
frase Simonetta.
« Si… ed ora rischio di rovinare
il finale di stagione per questa maledetta storta. Non so cosa
diavolo sia preso a Cirro a farmi un fallaccio del genere».
Salirono sul bus ma proseguirono a
raccontarsi quel che non si erano detti in settimane di lontananza.
« Ti fa ancora male?» gli chiese
lei, guardando la caviglia.
« No, ora non più, ne parlerò con
il mio medico ma dovrebbe darmi il permesso di riprendere a
camminare» confidò lui.
Il giorno seguente ne parlò con
l’allenatore e il medico della Selinese, che gli diede il via
libera per cominciare a camminare appoggiando gradualmente il piede,
consigliandogli due settimane di palestra.
Daniele non se lo fece ripetere.
Iniziò a frequentare regolarmente una palestra, con l’intenzione
di poter tornare ad allenarsi. Solo in una settimana riuscì a
camminare senza aver dolore.
« Stai facendo passi da gigante
Dany, ma non sforzarlo per la fretta di tornare ad allenarti» gli
raccomandò il Mister osservando la caviglia.
Ma Daniele non fingeva affatto.
Poteva camminare tranquillamente senza sentire un minimo di dolore.
Il ritorno con Simonetta lo aveva
caricato di voglia di vivere, gli dava tanta gioia che nella
successiva settimana prese un altro buonissimo voto in inglese, unica
materia che non amava.
« Figlio mio… sono fiero di te»
si complimentò sua madre quando tornò a casa, quel giorno,
osservando il voto.
Sua madre sapeva bene che l’inglese
era la lingua che meno sopportava.
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