6° puntata.
Quando Martin guardò
nella sua direzione ed ebbe un sussulto, Valentina avrebbe desiderato
essere inghiottita dal pavimento. Il ragazzo avrebbe scoperto tutte
le sue bugie: la studentessa modello di Ingegneria non esisteva.
Certo anche lui si era ben guardato dal rivelarle qualcosa sul suo
lavoro. Però Martin poteva essere solamente accusato di aver omesso
dei particolari per scaramanzia.
Inoltre era chiaro
che una relazione tra un assistente e una studentessa era qualcosa di
moralmente inaccettabile e dallo sguardo che le lanciò Martin, le
sembrò che lui condividesse questa opinione.
In passato aveva già
permesso ad un ragazzo di distrarla dallo studio ma non avrebbe mai
commesso due volte lo stesso errore. Era davanti a un nuovo inizio e
non lo avrebbe sprecato.
Iniziò a prendere
appunti con foga ma non poté evitare di sentire i commenti di due
ragazze accanto a lei che commentavano tra loro quanto fosse
affascinante il nuovo assistente.
Quando le due ore di
lezione terminarono, Vale si avviò verso l’uscita dell’aula
senza degnare Martin di uno sguardo.
Angelica tollerava
Sabrina quanto un intervento chirurgico privo di anestesia e quindi
quando la giovane la raggiunse al muretto accanto all’ingresso di
Giurisprudenza, tentò di contenersi. Quella era la sua brutta copia,
e sapeva che avrebbe agito come un tempo avrebbe fatto anche lei.
“Bellissima la tua
camicia.” le disse Sabrina, dopo averla salutata ed essersi seduta
al suo fianco. “Dove l’hai comprata?” proseguì la giovane
Serrano, mentre Angelica tentava di abbozzare delle risposte, ben
consapevole che Valentina non avrebbe gradito uno scontro con la
sorella di Martin.
“Potremmo andare a
fare shopping insieme qualche volta.” propose Sabrina. “Credo che
potrei essere una compagnia migliore delle tue coinquiline.”
L’autocontrollo
non era la virtù migliore di Angelica perché si ritrovò a
rivolgere uno sguardo minaccioso a Sabrina.
“Conosco bene le
persone come te. Fino a poco tempo fa ero anche io così, anzi
peggio. Poi ho incontrato delle ragazze che mi hanno cambiata. Mi
hanno resa migliore. Potrei però fare nuovamente ricorso ai miei
vecchi metodi e credimi, non li troveresti di tuo gusto. Perciò se
oserai fare del male a Valentina o a Chiara, dovrai vedertela con me.
Anna finalmente
riusciva a parlare via Skype con Andreas. Mancavano pochi giorni al
suo esame pratico di guida.
“Mi dispiace molto
non poter essere lì ad aiutarti.” si dispiacque lui.
“Non preoccuparti.
Mi sta dando una mano Angelica. Lei sa muoversi per le strade di
Bologna.” lo rassicurò Anna.
“Non mi pare che
sia esperta. In ogni caso mi sto perdendo tantissime cose.” ribatté
lui.
“Nulla che tu non
possa recuperare in seguito.” sorrise lei.
“E avrei voluto
vederti questa estate. Se poi penso che hai anche rischiato di morire
bruciata...” si rattristò Andreas.
“Ma sono arrivati
i vigili del fuoco e nessuno si è fatto male.” Anna si sentì una
bugiarda patentata perché aveva nascosto ad Andreas la verità su
Marco. Non gli aveva detto che lo aveva rivisto, che era partita per
il campeggio con lui e che era stato proprio l’ex sacerdote a
salvare loro la vita.
Quando la
conversazione fu terminata, Angelica raggiunse Anna nella sua stanza
e le due si riversarono per le vie di Bologna.
“Non fare un
graffio alla mia macchina.” questa fu la minaccia che Angelica
lanciò ad Anna.
“Potresti
smetterla di evitarmi?” Martin aveva raggiunto Valentina al bar
della facoltà.
“Non ti sto
evitando. Sei tu che hai omesso dei particolari importanti, mio
caro.” rispose lei sorseggiando la cioccolata calda al gusto
vaniglia.
“Se non sbaglio tu
dovresti essere una studentessa al secondo anno di Ingegneria e non
una matricola di Lettere e Filosofia. Non dovresti essere una delle
alunne di cui mi dovrò occupare. Ti avrei raccontato ogni cosa
questa sera a cena… Potremmo andare a festeggiare insieme?” le
propose lui.
“Non vedo cosa
dovremmo celebrare. Sei un assistente e io una studentessa. Prima
eravamo separati dalla tua stupidità e dalla tua amabile sorellina e
ora dai nostri ruoli qui dentro. Questa è la mia seconda e ultima
possibilità di fare qualcosa di buono qui a Bologna e non voglio
sprecarla, non voglio farlo per nessun motivo e soprattutto non per
un ragazzo, che forse domani si sarà già consolato con un’altra.”
Il sapore eccessivamente dolce della cioccolata stava provocando il
voltastomaco a Valentina. Era il sapore della cioccolata o la
consapevolezza che con Martin fosse finita prima ancora di iniziare?
“Potremmo cercare
di rendere tutto eticamente corretto . Siamo vicini di casa, siamo
nati nello stesso paese, ci conosciamo da una vita. Dubito che
potremmo far semplicemente finta di nulla.” Il tono del ragazzo era
supplichevole.
“Se può
consolarla, professore, ieri sera se non si fosse sentita male
Chiara, le avrei raccontato ogni cosa. Non voglio più dire bugie o
vergognarmi di me stessa.” Senza aspettare una risposta, Valentina
si alzò a andò via.
Angelica e Anna
raggiunsero a piedi Piazza Verdi, reduci da una lezione di guida.
“Non posso
crederci. Sei un pericolo pubblico. Non ti daranno mai la patente.
Credo di essere sopravvissuta per miracolo.” Le due si sedettero ad
un tavolo e furono raggiunte da Marco, reduce a sua volta da una
lezione a dei dodicenni inquieti.
“Anche per
Angelica è stata una giornata terrificante. Ha rischiato la vita in
macchina con me. Mi considera un pericolo pubblico.” spiegò Anna a
Marco mentre la sua amica li osservava perplessa.
Angelica era stata
fidanzata con Andreas e sapeva che era un bravo ragazzo, sempre
meglio di quel Marco, che si pavoneggiava senza pudore davanti alla
fidanzata di un altro. E chiaramente Anna era molto confusa. Non
avrebbe mai permesso alla sua amica di rovinarsi come in passato
aveva fatto Valentina. Sarebbe intervenuta prima.
“Potremmo evitare
alla tua amica l’ingrato compito di farti da maestro. Potrei
occuparmi io di te. Sono un bravo automobilista.” La proposta di
Marco ad Anna, fece quasi strozzare Angelica con il suo succo di
frutta. Quel marpione. Anna sembrava sul punto di rispondere in
maniera positiva.
“Mia cara, non ho
nessuna intenzione di lasciarti. Non mi tiro mai indietro, io. Io e
la mia macchina torneremo a casa con te. Marco potrà farti da
insegnante la prossima volta, se non supererai l’esame.” e
trascinò via la sua amica, lasciandole giusto il tempo di salutare
l’ex seminarista.
Martin era stufo di
ascoltare i commenti di sua sorella riguardo a Valentina. Stavano
cenando in casa e di certo non si sarebbe mai aspettato di
festeggiare il suo nuovo lavoro tra le lamentele maligne di Sabrina.
“L’innocente
ragazzina della porta accanto è una bravissima bugiarda. Si è ben
guardata dal rivelarti di aver buttato al vento un anno di
università, di aver cambiato facoltà e di aver fallito su tutta la
linea.” il tono gelido di sua sorella lo fece tremare. Come aveva
potuto proteggerla sempre?
“Smettila di
parlare e mangia.” la rimproverò ma Sabrina non sembrò
ascoltarlo.
“La santarellina
è una tua studentessa e tu sei un assistente. Non vorrai mica
creare uno scandalo?” aggiunse. Sua sorella era perfida e lui lo
aveva sempre saputo.
Non le rispose ma
Sabrina non era tipo da arrendersi. “Puoi anche non parlarmi ma so
che infondo vuoi sapere il motivo che ha portato una ragazza
intelligente come Valentina a fallire così clamorosamente.” Era
perfida ma aveva ragione. Avrebbe dato la sua mano destra per
scoprire cosa fosse successo a Valentina in quel primo anno a
Bologna. Non sapeva che il suo desiderio fosse sul punto di
realizzarsi.
Il giorno dopo
Angelica rimase basita davanti ad un articolo del giornale locale.
Rifletté a lungo cercando di capire se mostrare l’articolo a
Valentina oppure no. Poi capì che alcune cose non potevano essere
nascoste a lungo.
Martin entrò in
libreria. Chiara le aveva dato l’indirizzo del posto dove lavorava
Valentina. Trovò la ragazza assorta davanti ad un articolo di
giornale, con le lacrime agli occhi. Valentina si sentiva in colpa:
aveva trascorso giornate intere ad augurare ogni disgrazia a
Gregorio, per tutto il male che le aveva procurato. Ora su
quell’articolo veniva annunciata la morte del giovane in un
incidente. Saperlo morto non la faceva stare meglio, anzi. Era
addolorata. Nessuno meritava di morire così giovane. Quando alzò lo
sguardo e incontrò quello preoccupato di Martin, mormorò. “So che
vuoi sapere per quale motivo ho perso un anno e ho cambiato facoltà.
Credo che sia giunto il momento di essere sinceri.” e porse al
ragazzo il quotidiano, indicandogli l’articolo.
Fine 6° puntata.
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