sabato 21 ottobre 2017

Venti di verità - 6^puntata - di Mauro Bertoli

ll giorno seguente, alla partita in trasferta, in tribuna si presentarono tutti i suoi amici per dargli un gran sostegno; apprezzò molto la vicinanza dei suoi amici e si preparò per la partita, osservandosi attorno per vedere se ci fosse ancora il signor Arbettoli. Non lo vide.
« Mi raccomando Daniele, oggi ti voglio carico. Cerca di non pensare a chi sai tu, di non pensare a nulla, pensa solamente al pallone. Mi raccomando Daniele… è la tua ultima occasione, poi ho le mani legate...».
Cercò di isolare la mente alla sola partita, indossò la maglia e scesero in campo.
I primi minuti riuscì nel suo intento, tanto da riuscire a sfiorare il gol con un colpo di testa su cross che andò di pochissimo a lato, scheggiando il palo. Le grida dagli spalti divennero sempre più forti.
« DANIELE, DANIELE, DANIELE, GRANDE IL NOSTRO “D” !!!»
Ma questo entusiasmo non si allungò oltre la mezz’ora.
Chiamandolo “D” gli venne in mente la sua Simonetta, che spesso lo chiamava con quel nomignolo, che lui stesso gradiva.
Mentre correva rivisse quei vecchi ricordi: il primo bacio… la prima gita scolastica, nella quale aveva pure provato ad allontanarsi con lei dal gruppo… il loro primo incontro… la sua prima lettera d’amore…
In quell’istante dalla difesa sfrecciò il pallone che prese in contropiede la difesa avversaria, e pure lui.
Cercò di arpionarla all’ultimo ma il pallone gli schizzò via finendo sul fondo.
« DANIELE!».
Non dovette voltarsi per capire che quel gridò proveniva dalla panchina e capire chi lo avesse fatto.
Il primo tempo si concluse dopo che sparò al cielo un tiro dopo una bellissima azione, che lo aveva portato a pochi passi dalla porta.
Non voleva nemmeno tornare negli spogliatoi, ma non ebbe scelta.
« Daniele, sono costretto a cambiarti per Fede. Il Frantinate oggi gioca contro la Virra Zeta, e sa bene che potremmo giocarci il finale di stagione con entrambe le squadre… mi dispiace Dany, ri­marrai in panchina» decretò il Mister.
Federico indossò la maglia e gli diede il cinque.
« Forza Dany, ti vogliamo al più presto l’attaccante di prima» gli disse.
In panchina assistette alla vittoria della sua squadra. Una grande prestazione di Federico che, sal­tando pure il portiere, insaccò. Pochi minuti dopo, però, su calcio d’angolo vennero ripresi in parità con un gol al volo di un centrocampista avversario.
I minuti passarono e si avvicinò il recupero. Tre minuti di extra-time che parvero infiniti. Ennesimo contropiede bloccato dalla difesa della Selinese; Genny partì in uno slalom e saltò tre maglie gialle, prima di passarla all’amico Ludovico. Questi fissò la porta e fece partire un tiro dalla distanza.
« GOOOOOOOAAAAL» fecero all’unisono dalla tribuna e dalla panchina. Il tiro finì sotto l’incrocio destro con il portiere che tentò in vano di arrivarci.
Ludovico corse da una parte all’altra del campo, poi andò verso la panchina.
« Questo è per te “D” ! Ti voglio al più presto più forte di prima!» gli disse, abbracciandolo.
Mentre l’arbitro fischiò la fine della partita, a lui scese una lacrima di commozione.
Quanto sarebbe durato quel periodo nero? Sarebbe riuscito a dimenticarsi di Simonetta?
L’euforia post-partita si spostò fuori scuola.
Durante il viaggio per giungere a scuola, pensando e ripensando a quell’ultimo periodo, gli venne una tale inquietudine da dover mettere le cuffie per calmare l’ansia. Quando si presentò, scoppiò un nuovo grido.
« FORZA “D”, TI RIVOGLIAMO QUELLO DI PRIMA, SENZA DI TE NON È LO STESSO CLIMA!».
Ma stavolta Daniele non si fermò a parlare con loro. Si trascinò in classe e si sedette.

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