Come
dargli torto… ad osservarlo ora, pareva più l’ombra di se
stesso; la separazione con Simonetta lo stava riducendo rapidamente
ad uno straccio. Possibile che non aveva più le forze per
riprendersi?
Vide
qualcuno entrare in classe. Tirò fuori il libro di storia, pensando
fosse la professoressa Lentin.
«
Basta, Dany. Smettila di farti del male» le si avvicinò Turchese,
una delle amiche di Simonetta, l’amica che li fece incontrare
quattro anni prima.
«
Torna dalla tua amica e lasciami in pace, per favore» sbottò
amareggiato, Daniele.
«
Non ci stai male solo tu, pure io. Sono io che te l’ho presentata
quattro anni fa, proprio qui…»
«
Ecco, appunto, potevi evitare di disturbarti a farlo»
«
Ora sei ingiusto...» borbottò risentita la ragazza.
«
Ingiusto?! Ingiusto?! Sarei io ad essere ingiusto dopo che lei ha
chiuso quattro anni di fidanzamento per una dimenticanza? Ho
dimenticato solamente di dirle della partita, non l’ho tradita con
un’amica e non le ho mentito!» Si sfogò, Daniele. Era talmente in
collera che non si era accorto che stava gridando e in aula lo
stavano fissando tutti, professoressa compresa che era appena entrata
in classe.
Si
guardò attorno, abbassò il capo e aprì il libro.
«
Lo dico per te, Dany, non pensare più a lei» disse, gli diede un
tocco affettuoso sulla spalla e uscì dall’aula.
La
lezione passò tra momenti di attenzione e attimi in cui la sua mente
navigò tra tutti i pensieri che aveva in testa.
Dimenticarsela…
semplice dirlo.
Chiuse
gli occhi, tentò di sgomberare la mente da tutti quei pensieri per
ascoltare la lezione; doveva riprendersi la squadra ed essere
promosso.
I
giorni passarono tra allenamenti e pomeriggi di studio intensivo.
L’ultimo
allenamento del mese sarebbe stato contro la terzultima della
classifica, un’ottima occasione per riprendersi nuovamente il posto
in attacco.
L’allenamento
proseguì benissimo, tanto che l’allenatore gli fece i complimenti
più volte.
«
Non so, caro Daniele, cosa o chi ha provocato questa reazione…
qualunque cosa sia devo proprio ringraziarlo, ci hanno ridato il
vecchio grande bomber della Selinese. VAI BOMBER!».
Quelle
parole risvegliarono in lui una forza tanto grande quanto insperata.
Negli
ultimi minuti prese il pallone e, con uno sprint pauroso, sfrecciò
verso la porta; un difensore riuscì a restargli dietro, togliendogli
la possibilità di lanciarsi verso la porta. Provò a dribblarlo ma
il difensore provò a fermarlo con un tackle aggressivo.
Un
dolore accecante lo fece crollare a terra.
Per
molti secondi non trattenne le grida di dolore.
«
Cirro, ma che razza di tackle hai fatto?!» intervenne il Mister. Lo
sentì a suo fianco e cercò di voltarlo. Daniele si era piegato
di lato e sentiva il fiato dell’allenatore sull’orecchio. «
Girati Dany, fammi vedere la gamba. Gabry, vai a prendere il
ghiaccio spray!».
Il
dolore si calmò lievemente, abbastanza per poter voltarsi e
allungare la gamba, ma era impossibile muovere il piede.
Il
Mister Sinfonelli abbassò il calzino e analizzò la caviglia.
«
Forse non è rotta… ma di certo è una forte distorsione. Devo
accompagnarti in pronto soccorso per valutare la situazione. Chiamo
tua madre per avvisarla. Mi dispiace Dany, domani non potrai giocare…
un vero peccato, eri tornato il vecchio cecchino di prima» gli disse
facendogli un lieve sorriso.
Quel
pomeriggio fu, probabilmente, il più difficile della sua carriera da
calciatore. Attendere in quella sala d’attesa con la caviglia
dolorante parve la punizione peggiore che potesse avere.
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