sabato 20 gennaio 2018

Romantiche tradizioni di famiglia. 2° puntata di Silvia Bucchi.




Roma Ginnasio Liceo Augusto. Luglio 2016.


De Luca Maria 100/100. Così riportava l’enorme foglio posto davanti all’entrata del Liceo Classico Augusto di Roma, con i risultati della maturità.
Finalmente libera” pensò Maria che aveva considerato quei cinque lunghi anni peggio di una condanna all’ergastolo. Aveva collezionato insulti e prese in giro, si era sentita soffocare tra quelle quattro pareti e soprattutto aveva dovuto sentire sempre su di sé l’ombra di sua madre, la ragazza più votata della scuola nelle elezioni della reginetta dell’Augusto del lontano 1988.
Se la foto di Tiziana, sua madre, non fosse stata sistemata nel corridoio che conduceva alla Presidenza e alla Segreteria, probabilmente Maria non si sarebbe sentita così sotto esame. Ed invece la fotografia di Tiziana era lì, insieme a quella di tutte le altre ragazze popolari dell’istituto, insieme alle coppe dei tornei vinti dai giovani sportivi dell’Augusto. E paradossalmente quella foto attirava gli sguardi dei suoi compagni di classe che domandavano: “Ma è davvero lei tua madre?”.
La domanda in effetti aveva un senso perché lei e Tiziana non avrebbero potuto essere più diverse. Maria era sempre in sovrappeso, indossava vestiti larghi e sformati che erano spesso fuori moda e combatteva una lunga e dura battaglia contro i suoi capelli crespi. I suoi profondi occhi neri erano poi oscurati dagli occhiali. Tiziana invece era l’opposto con i suoi capelli biondi e lisci, i suoi occhi azzurri che si conservavano dalla miopia, il corpo snello di una diciottenne.
Anche Maria in realtà era riuscita ad ottenere un posto su di una teca collocata nei pressi della Segreteria, ovvero in quella dei vincitori del Certamen Taciteum. Doveva ammettere che era stata una bella soddisfazione vincere quella coppa per ben quattro anni di seguito ma la sua situazione con i compagni di classe non era migliorata, anzi. Il fatto di essere una secchiona invece che una atleta o una ragazza dall’aspetto fisico folgorante l’aveva penalizzata.
Sua madre non faceva altro che ripeterle: “Gli anni del liceo sono i migliori. Rimpiangerai i tempi della scuola. L’università sarà decisamente meno interessante”. In effetti Tiziana aveva tanto amato quegli anni di scuola da aver deciso di diventare una professoressa di liceo. Il solo pensiero di trascorrere, tra quelle aule grigie piene di adolescenti spesso crudeli e maleducati, tutta la vita fino alla pensione, faceva veramente star male Maria.
La casa migliore della fine del liceo sarà non dover rivedere più Andrea Moretti.” La ragazza si allontanò dall’atrio dell’istituto, varcò per l’ultima volta il cancello e si diresse verso la fermata dell’autobus.


Moretti Andrea 65 /100. Andrea si era recato a vedere i quadri circa un’ora dopo che Maria si era allontanata per l’ultima volta, libera e felice da quell’inferno chiamato liceo.
Me la sono cavata. Rendimento decente senza tanto sforzo.” Andrea sorrise tra sé. In realtà non era felice. Il voto non c’entrava nulla, anche un 60 gli sarebbe bastato. La cosa che lo faceva stare male era il pensiero di lasciare quel liceo dove aveva trascorso tanti anni felici.
Suo padre Matteo non faceva che ripetergli che il liceo era solo una fase terribile della vita e che sarebbe passata in fretta come l’adolescenza. “Il futuro te lo costruirai da solo con una buona laurea. Gli anni dell’università saranno fondamentali” ripeteva il Moretti Senior al figlio, non sapendo che per Andrea frequentare l’università sarebbe stato un enorme sacrificio.
Per l’ultima volta Andrea entrò nella scuola e si diresse verso la segreteria. Aveva conquistato un posto nella teca degli sportivi dell’istituto, in quanto con la sua classe, la 3° A aveva vinto il torneo di pallavolo del liceo per ben 5 anni di seguito e con il ruolo di capitano. Osservò per l’ultima volta le coppe conquistate e sospirò. Si allontanò dai trofei sportivi per avvicinarsi allo spazio dedicato ai vincitori del Certamen. Lì avevano trovato il loro posto due persone che stimava e che erano importanti per lui: suo padre Matteo, che era stato un vero secchione e che si era diplomato nel 1988 con il massimo dei voti, all’epoca il classico 60/60 e Maria De Luca, la ragazza di cui si era segretamente innamorato cinque anni prima.
Andrea invidiava a suo padre Matteo anche la capacità di essere coerente con i suoi sentimenti. Il giovane sapeva di non essere così coraggioso: per far parte di un branco aveva preso in giro la ragazza che gli piaceva e che molto probabilmente non avrebbe rivisto mai più dopo l’avventura del liceo.



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