giovedì 18 gennaio 2018

Venti di verità - 17^ puntata - di Mauro Bertoli

Marco grugnì di dolore e si coprì la testa con le mani.
« Non siamo più amici io e te, stronzo!» gli mollò un calcio sulla caviglia, sbottò « così ora sai come fa male un colpo alla caviglia» e si allontanò verso il centro della tribuna, in cerca di Simonetta.
« Complimenti amico, gran bel colpo» si complimentò Stefano dandogli un cinque.
« Dany!» lo chiamò una voce familiare.
Osservò la parte dei tifosi più in alto e inquadrò Simonetta che lo stava richiamando verso di lei con la mano aperta.
« Sei in ritardo!» gli gridò quando si sedettero a suo fianco.
« Si, hai ragione, poi ti spiego.
Nonostante la rabbia che ribolliva ancora in lui, si godettero la partita; dopo circa mezz'ora l’arbitro suonò la fine del primo tempo con le squadre ancora in parità.
« Antonello è in combutta con Marco, Celeste e gli altri» le sussurrò nell’orecchio, mentre le squadre rientravano negli spogliatoi.
« Si… l’ho intuito quando ho visto quel coso assieme ad Antonello… ma cos’è successo?» chiese lei.
« Poi ti spiego, vi spiego» disse Daniele, rivolgendosi a Simonetta e Stefano.
Durante il secondo tempo riprese a piovere fortemente, tanto che dopo venti minuti dovettero fermare il gioco, temporaneamente.
In attesa della ripresa della partita Daniele raccontò quel che aveva sentito dirsi Marco e Antonello.
« Quel maledetto… provarci lui con me… se ci provava riceveva pure uno sberlone» commentò Simonetta, irritata.
« A Marco però lo schiaffo non l’hai dato...» puntualizzò Daniele.
« Solo perché mi ha preso in contropiede… mi ha preso e baciato, senza preavviso. Come Celeste con te» ricordò Simonetta, abbassando lo sguardo.
« Che cosa facciamo ora? Dobbiamo pur capire perché vi hanno preso di mira» irruppe Stefano.
« Come “cosa facciamo”? Scusami la freddezza ma… cosa centri tu?» chiese schietta lei.
« Dopo un amico che ci ha traditi, direi che un amico che ci aiuti a scoprire che razza di complotto c’è dietro ci serve» ammise Daniele, osservando una volta la fidanzata e una volta l’amico.
« Ottimo… scusami… allora che cosa avete in mente?» disse Simonetta.
« Io un’idea ce l’avrei ma dovrete fidarmi di me. Poi vi racconto» disse Stefano.
I due fidanzati si guardarono e accettarono. Nel frattempo aveva smesso di piovere e la partita era ripresa, con la Selinese in possesso palla in attacco.
Il match si conclude con l’ennesima vittoria della Selinese che, grazie ad un rigore, finì con il risultato di 2-1. Daniele sapeva che, con partita seguente in trasferta, avrebbe visto il suo ritorno in campo.
Quella settimana a scuola si appesantì molto l’aria; ormai gli esami stavano facendosi sentire tra i ragazzi delle quinte e l’aria divenne tanto densa che alcuni ragazzi prendevano molto seriamente battute scherzose e spiritose.
« Ma dai… gli ho detto solamente che un pochino di tensione le avrebbe fatto bene… sembra una balena, un grammo di meno non le farebbe male!» gridava Daniele dal corridoio.
« È LA MIA MIGLIORE AMICA, SEI UNO SCEMO. Solo settimane fa ti ha aiutato ed ora…? La offendi? CHE RAZZA DI AMICO SEI?» sbottò Simonetta.
« Ogni poco litighiamo, pure quando non capite le battute… che poi tanto battuta non è… e quella stupida ti segue come un cagnolino… ma andate a farvi friggere, stupide oche» rispose con le rime.
« Se ripaghi così gli amici com’è che fai con la fidanzata? Tanto vale chiudere qui, SUL SERIO STAVOLTA» sbottò e corse verso i bagni delle femmine con Turchese a suo fianco, lacrimante.

Daniele diede un calcio alla porta dell’aula per la rabbia e si rimediò una strigliata dal professor Tarni.  

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