martedì 9 gennaio 2018

Signorina. 1 ° puntata di Silvia Bucchi.




Era giunta a Roma alla ricerca di un nuovo inizio, di un luogo dove dimenticare i fantasmi del passato.
Veniva dal Nord e una sua compaesana l’aveva raccomandata a Donna Paola, anche lei originaria di un paesino piemontese, ma da tempo proprietaria di una enorme pasticceria a Roma, in Piazza Alessandria. Ed ora Ilaria Moretti era dietro il bancone del negozio di Paola, con il suo grembiule bianco e delle ciambelle al vino appena sfornate. Aveva speso i suoi ultimi risparmi per il biglietto del treno che l’aveva condotta sin lì, e sperava di poter guadagnare con il lavoro in pasticceria, il denaro necessario per pagare la pensione nella quale alloggiava, anche perché la proprietaria, Donna Manuela era stata chiara: chi non paga finisce per strada tra i ratti. Ilaria allora aveva pensato a sua sorella Angela e si era resa conto che vi era qualcosa di peggiore che finire per strada, e che lei aveva già sperimentato tutte le forme possibili ed immaginabili di dolore. Aveva visto morire la persona che più amava, l’unica persona cara che le era rimasta al mondo e proprio quello desiderava dimenticare.
Sperò che aver percorso tanti chilometri fosse stato utile all’intento.

Luca era abituato a servire nelle migliori famiglie italiane e europee. Si riteneva sincero e realista quando si definiva un ottimo maggiordomo. In Piazza Alessandra aveva da qualche mese iniziato ad occuparsi di una famiglia piuttosto benestante, I Montedoro. Il suo padrone era un medico in pensione con un enorme concetto di decoro e di moralità. Decoro e moralità che non sembravano essere le parole adatte a descrivere sua figlia: una ragazza viziata e bellissima. Luca a causa della “signorina”, come la chiamava lui con deferenza impeccabile, era stato appena costretto a licenziare l’ennesima cameriera per semplice capriccio di Laura, la signorina.
“Ho voglia di dolci. Scendi a comprare il tiramisù in pasticceria.” La voce che lo distolse dai suoi pensieri era quella della sua padrona e la pasticceria alla quale si riferiva era evidentemente quella della signora Paola.
“Ma sa benissimo che la signora Paola avrà terminato quel dolce a quest’ora.” fece notare lui.
“Osi forse mettere in discussione i miei ordini?” chiese Laura, scuotendo la sua chioma bionda.
“Ogni suo desiderio sarà esaudito, signorina.” rispose lui, afferrando il cappotto, con la consapevolezza che la signora Paola non avrebbe mai acconsentito a soddisfare il desiderio di quella sfacciata.

Ilaria aveva passato l’intera giornata a preparare dolci, cosa che era in grado di fare con ottimi risultati grazie agli insegnamenti di sua madre e ai libri di ricette che aveva letto nel corso degli anni. Inoltre aveva trascorso anche gran parte del tempo a rispondere alle domande curiose delle clienti, sia ricche che povere, che volevano saperne di più sulla nuova dipendente della signora Paola. Si era abituata persino alle occhiate cariche di disprezzo e di compassione delle abitanti di Piazza Alessandria più agiate, che del resto guardavano dall’alto in basso anche la signora Paola, che era diventata ricca grazie al suo negozio, ma che per loro restava sempre una semplice bottegaia.
Una bottegaia con denaro è pur sempre una bottegaia era il loro motto.
All’improvviso mentre era sola nel negozio, vide apparire un gentiluomo giovane ed elegante, vestito di nero.
“In cosa posso esserle utile signore?” domandò
“Vorrei del tiramisù per la mia padrona, signorina.” rispose lui, titubante.
“La cucina è chiusa vista l’ora e la signora Paola mi ha proibito di farmi intenerire e di cucinare ancora.” gli fece notare lei.
“Lo so, ma ho dovuto fare per forza un tentativo, signorina.” le fece notare lui. Ilaria rimase stupita dalla naturalezza con la quale si riferiva al prossimo utilizzando la parola “signorina”. Era per lui naturale e del resto era abituato a servire esattamente come lei, anche se indossava degli abiti più eleganti. Ilaria era abituata a sentirsi chiamare “ragazza, ragazzina o con altri termini sgradevoli, perché era una ragazza povera e senza nessuno pronto a difenderla. Ma quel giovane l’aveva trattata come se fosse stata la sua padrona, forse per gentilezza o per abitudine. Non importava perché aveva deciso di aiutarlo.
“Vi avevo scambiato per uno dei tanti ricchi signori di Piazza Alessandria.” osservò lei, indicando l’abbigliamento di Luca.
“Invece sono un maggiordomo.” spiegò lui che poi aggiunse “Il mio mestiere richiede eleganza nei modi e nell’abbigliamento.”
“Ho deciso di aiutarvi. Non per soddisfare i capricci della vostra padrona, ma per evitarvi dei rimproveri. Credo che la signora Paola capirà. Mia madre mi ha insegnato a preparare degli ottimi tiramisù. Era anche lei una pasticcera,anche se di paese” Ilaria sentì una fitta al cuore, ricordando quanto sua sorella amasse i dolci e in particolare il tiramisù. Possibile che non riuscisse davvero a dimenticare il suo passato?
“Sono Luca, signorina.” si presentò lui, stringendole la mano.
“Il mio nome è Ilaria e non c’è bisogno di chiamarmi signorina. Non sono la sua padroncina.” le fece notare lei con un sorriso.
Luca pensò che con quel vestito semplice color salmone e i capelli corti che le arrivavano fino alle spalle, Ilaria fosse una delle ragazze più belle che avesse mai visto… Più bella persino di Laura Montedoro, famosa per essere la giovane più bella ed elegante di Piazza Alessandria.

Luca prese posto in uno dei tanti tavolini all’aperto che la signora Paola aveva posto all’esterno della sua pasticceria. Quando raggiunse il maggiordomo per informarlo che il tiramisù era pronto, lo trovò intento in una conversazione con il più grande dei suoi incubi. La giovane iniziò a tremare, consapevole di quanto fosse impossibile fuggire dai fantasmi del proprio passato.


Fine prima puntata.  

2 commenti:

  1. Già mi sta simpatico Luca e ora sono curiosa di vedere come si evolverà la storia

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    Risposte
    1. Grazie Susy :-). Sono contenta della simpatia che provi per il personaggio di Luca. Grazie per commentare e per sostenermi sempre.

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