Era giunta a Roma
alla ricerca di un nuovo inizio, di un luogo dove dimenticare i
fantasmi del passato.
Veniva dal Nord e
una sua compaesana l’aveva raccomandata a Donna Paola, anche lei
originaria di un paesino piemontese, ma da tempo proprietaria di una
enorme pasticceria a Roma, in Piazza Alessandria. Ed ora Ilaria
Moretti era dietro il bancone del negozio di Paola, con il suo
grembiule bianco e delle ciambelle al vino appena sfornate. Aveva
speso i suoi ultimi risparmi per il biglietto del treno che l’aveva
condotta sin lì, e sperava di poter guadagnare con il lavoro in
pasticceria, il denaro necessario per pagare la pensione nella quale
alloggiava, anche perché la proprietaria, Donna Manuela era stata
chiara: chi non paga finisce per strada tra i ratti. Ilaria allora
aveva pensato a sua sorella Angela e si era resa conto che vi era
qualcosa di peggiore che finire per strada, e che lei aveva già
sperimentato tutte le forme possibili ed immaginabili di dolore.
Aveva visto morire la persona che più amava, l’unica persona cara
che le era rimasta al mondo e proprio quello desiderava dimenticare.
Sperò che aver
percorso tanti chilometri fosse stato utile all’intento.
Luca era abituato a
servire nelle migliori famiglie italiane e europee. Si riteneva
sincero e realista quando si definiva un ottimo maggiordomo. In
Piazza Alessandra aveva da qualche mese iniziato ad occuparsi di una
famiglia piuttosto benestante, I Montedoro. Il suo padrone era un
medico in pensione con un enorme concetto di decoro e di moralità.
Decoro e moralità che non sembravano essere le parole adatte a
descrivere sua figlia: una ragazza viziata e bellissima. Luca a causa
della “signorina”, come la chiamava lui con deferenza
impeccabile, era stato appena costretto a licenziare l’ennesima
cameriera per semplice capriccio di Laura, la signorina.
“Ho voglia di
dolci. Scendi a comprare il tiramisù in pasticceria.” La voce che
lo distolse dai suoi pensieri era quella della sua padrona e la
pasticceria alla quale si riferiva era evidentemente quella della
signora Paola.
“Ma sa benissimo
che la signora Paola avrà terminato quel dolce a quest’ora.”
fece notare lui.
“Osi forse mettere
in discussione i miei ordini?” chiese Laura, scuotendo la sua
chioma bionda.
“Ogni suo
desiderio sarà esaudito, signorina.” rispose lui, afferrando il
cappotto, con la consapevolezza che la signora Paola non avrebbe mai
acconsentito a soddisfare il desiderio di quella sfacciata.
Ilaria aveva passato
l’intera giornata a preparare dolci, cosa che era in grado di fare
con ottimi risultati grazie agli insegnamenti di sua madre e ai libri
di ricette che aveva letto nel corso degli anni. Inoltre aveva
trascorso anche gran parte del tempo a rispondere alle domande
curiose delle clienti, sia ricche che povere, che volevano saperne di
più sulla nuova dipendente della signora Paola. Si era abituata
persino alle occhiate cariche di disprezzo e di compassione delle
abitanti di Piazza Alessandria più agiate, che del resto guardavano
dall’alto in basso anche la signora Paola, che era diventata ricca
grazie al suo negozio, ma che per loro restava sempre una semplice
bottegaia.
Una bottegaia con
denaro è pur sempre una bottegaia era il loro motto.
All’improvviso
mentre era sola nel negozio, vide apparire un gentiluomo giovane ed
elegante, vestito di nero.
“In cosa posso
esserle utile signore?” domandò
“Vorrei del
tiramisù per la mia padrona, signorina.” rispose lui, titubante.
“La cucina è
chiusa vista l’ora e la signora Paola mi ha proibito di farmi
intenerire e di cucinare ancora.” gli fece notare lei.
“Lo so, ma ho
dovuto fare per forza un tentativo, signorina.” le fece notare lui.
Ilaria rimase stupita dalla naturalezza con la quale si riferiva al
prossimo utilizzando la parola “signorina”. Era per lui naturale
e del resto era abituato a servire esattamente come lei, anche se
indossava degli abiti più eleganti. Ilaria era abituata a sentirsi
chiamare “ragazza, ragazzina o con altri termini sgradevoli, perché
era una ragazza povera e senza nessuno pronto a difenderla. Ma quel
giovane l’aveva trattata come se fosse stata la sua padrona, forse
per gentilezza o per abitudine. Non importava perché aveva deciso di
aiutarlo.
“Vi avevo
scambiato per uno dei tanti ricchi signori di Piazza Alessandria.”
osservò lei, indicando l’abbigliamento di Luca.
“Invece sono un
maggiordomo.” spiegò lui che poi aggiunse “Il mio mestiere
richiede eleganza nei modi e nell’abbigliamento.”
“Ho deciso di
aiutarvi. Non per soddisfare i capricci della vostra padrona, ma per
evitarvi dei rimproveri. Credo che la signora Paola capirà. Mia
madre mi ha insegnato a preparare degli ottimi tiramisù. Era anche
lei una pasticcera,anche se di paese” Ilaria sentì una fitta al
cuore, ricordando quanto sua sorella amasse i dolci e in particolare
il tiramisù. Possibile che non riuscisse davvero a dimenticare il
suo passato?
“Sono Luca,
signorina.” si presentò lui, stringendole la mano.
“Il mio nome è
Ilaria e non c’è bisogno di chiamarmi signorina. Non sono la sua
padroncina.” le fece notare lei con un sorriso.
Luca pensò che con
quel vestito semplice color salmone e i capelli corti che le
arrivavano fino alle spalle, Ilaria fosse una delle ragazze più
belle che avesse mai visto… Più bella persino di Laura Montedoro,
famosa per essere la giovane più bella ed elegante di Piazza
Alessandria.
Luca prese posto in
uno dei tanti tavolini all’aperto che la signora Paola aveva posto
all’esterno della sua pasticceria. Quando raggiunse il maggiordomo
per informarlo che il tiramisù era pronto, lo trovò intento in una
conversazione con il più grande dei suoi incubi. La giovane iniziò
a tremare, consapevole di quanto fosse impossibile fuggire dai
fantasmi del proprio passato.
Fine prima puntata.
Già mi sta simpatico Luca e ora sono curiosa di vedere come si evolverà la storia
RispondiEliminaGrazie Susy :-). Sono contenta della simpatia che provi per il personaggio di Luca. Grazie per commentare e per sostenermi sempre.
Elimina