sabato 23 settembre 2017

Le ragioni del cuore 2 - 2° puntata - di Silvia Bucchi









Lo sguardo feroce di Chiara ferì Valentina. “Non credevo che tu fossi una codarda” le disse con un tono sprezzante.
“Non si tratta di mancanza di coraggio. Semplicemente desidero rimettermi sulla retta via. Ho un piano. Dovresti fidarti di me.” Valentina cercava di mostrarsi sicura e tacitamente supplicava la sua migliore amica, quella che la conosceva sin dalla prima infanzia di fidarsi di lei.
“Quello che hai combinato con Gregorio, poi con Guglielmo, con i tuoi studi e perfino con me non mi ispira proprio fiducia. E vorrei poterti aiutare ma non me lo permetti.” Il tono di Chiara ora non era più carico d’ira. La sua voce emanava tristezza.
“So bene quello che sto facendo, anche se forse non sono intelligente come te, Anna o Angelica. Forse sono meno colta ma non sono una stupida. Non desidero commettere due volte gli stessi errori.” Valentina si rese conto però che si era giocata la fiducia degli altri e che avrebbe dovuto faticare per riconquistarla, cosa che in effetti stava cercando di fare.
“Ok, proverò a fidarmi di te.” disse la sua amica abbracciandola.

Valentina entrò nella stanza di Anna cercando le parole giuste da usare. Aveva trascorso le giornate precedenti a controllare i programmi dei corsi di Lettere e Filosofia e sapeva che parecchi degli esami che Anna aveva sostenuto, erano proprio legati a quelle materie.  Trovò l’amica intenta a sistemare dentro una borsa da viaggio, i cofanetti con i dvd delle sue serie preferite.
Anna distolse lo sguardo dall’ultima stagione di Pretty Little Liars e si concentrò sul volto turbato di Valentina. Cosa avevano in comune la ragazza sicura di sé che aveva conosciuto quasi un anno prima, con la coinquilina titubante che aveva davanti ora?
“Non preoccuparti, non posso portare via tutte le mie serie tv. Non entrerebbero nella valigia e poi tra meno di un mese sarò di nuovo qui. Ti do il permesso di prendere qualche dvd, visto che resterai qui da sola con Angelica. Ma non credo che il tuo sguardo preoccupato sia debba a questo.” Il sorriso di Anna rassicurò Valentina. Quando era Chiara a osservarla si sentiva giudicata. Anna invece evitava i giudizi e cercava le soluzioni.
“Vorrei i libri di testo dei corsi che stai frequentando all’università. Ovviamente solo di quelli su cui hai sostenuto gli esami.” Finalmente Valentina aveva trovato il coraggio.
“Certo. Per me non ci sono problemi. E dal tuo sguardo deduco che non dovrò nemmeno farti troppe domande, giusto? Domani mattina troverai tutti i volumi sul tavolo della cucina.” Anna chiuse finalmente la sua borsa da viaggio e a fatica la posizionò accanto alla sua scrivania.
“Grazie, Anna. E stai attenta.” Valentina si avvicinò alla porta dopo aver abbracciato la sua amica.
“Cosa vuoi dire?”  le domandò la giovane romana.
“Fai attenzione a quel seminarista. Non dovresti essere sciocca come lo sono stata io.” Prima che Anna potesse ribattere, Valentina aveva già lasciato la stanza.

Anna era stata di parola visto che il giorno dopo, quando tutte erano ormai partite, tranne Angelica che si lamentava davanti ad una tazza ricolma di latte e caffè, Valentina trovò due pile di libri sul tavolo della cucina.
“Togli quei così da lì” minacciò Angelica. “Dopo aver passato  due mesi a studiare per quei terribili esami, non voglio vedere più un libro fino al 30 agosto.” si lamentò la giovane addentando un pasticcino.
“Dopo aver fatto colazione li porterò nella mia stanza, promesso. Così potrai tenerti lontana da questi odiosi mostri di carta.” concesse Valentina versandosi del caffè in una tazzina.
“Pensavo che studiassi per diventare un ingegnere informatico. Di solito sono loro quelli che trovano lavoro e non i sognatori che si illudono che Leopardi farà avere loro un impiego con uno stipendio decente.” Angelica sapeva essere sarcastica sin dalle prime ore del mattino.
“Non dirlo a nessuno ma ho deciso di cambiare facoltà. Mi sono iscritta a Lettere e Filosofia.” Valentina si stupì: un anno prima non avrebbe mai immaginato di confidare i suoi segreti ad una persona come Angelica.
“Non sono stupida come le nostre coinquiline, con tutto il rispetto. L’avevo già capito. Non ci voleva molto.  E pensare che quando sei arrivata a Bologna eri una ragazza così sicura di sé. Ora invece ti sei trasformata in un cucciolo di labrador.” Era più forte di lei: Angelica non riusciva a trattenersi.
“Grazie mille per il sostegno, Angelica.” il tono di voce di Vale era pieno di risentimento. Ben le stava, visto che aveva scelto proprio lei come confidente.
“Una volta eri anche capace di stare agli scherzi. Non dicevo sul serio. Hai il mio sostegno .Tiferò per te e non dirò nulla a quelle due, fino a quando non sarai tu a parlare. Stento a riconoscermi. Un anno fa ti avrei massacrata e avrei rivelato il tuo segreto all’intera Bologna. Non mi riconosco.” si stupì Angelica.
“Sei un tesoro” le concesse Valentina, dandole un bacio sulla guancia e uscendo di corsa dalla cucina per precipitarsi con i suoi libri nella sua stanza.

E trascorsero i giorni. Valentina viveva giornate piuttosto monotone: si divideva tra lo studio, i turni in libreria (dove si impegnava a non vedere il crescente interesse di Luca nei suoi confronti) , i fine settimana a Venezia (aveva iniziano ad apprezzare il fatto che a poche ore da casa sua , raggiungibile in treno, ci fosse una delle città più straordinarie al mondo), e la lettura dei numerosi libri che aveva ricevuto in dono per il suo compleanno.
La Gaskell le entrò nel cuore, così come i Canti del Leopardi, il Canzoniere del Petrarca. Ma accanto ai grandi classici scoprì anche degli autori moderni, che scrivevano di ragazze che capivano di possedere doni speciali, giovani vittime di bullismo, storie di bulli, di persone che si rivelavano essere vampiri, lupi mannari, streghe e altro. Alcuni romanzi le insegnarono che non bisognava arrendersi mai e nemmeno chiudersi alla vita. Valentina rimase di stucco davanti ad un certo tipo di narrativa moderna per giovani adulti. Sembrava che alle ragazze piacessero i cosiddetti bad boy, ma lei che aveva sperimentato sulla sua pelle, cosa significasse stare con un cattivo ragazzo, non poté far altro che dissentire. Le giovani meritavano accanto fidanzati come Guglielmo, Michele o Andreas e non tipi pericolosi come quel Gregorio
Valentina decise di far buon uso anche dei dvd che le aveva lasciato Anna. Si recò sulla terra insieme ai protagonisti di The 100, che erano tutti tipi tosti e lottavano per sopravvivere. Si mise a rivedere tutte le stagioni di Sex and the city insieme ad Angelica che inneggiava lo stile di vita di Samantha e moriva per le scarpe di Carrie. Ma soprattutto Valentina si rese conto che aveva commesso parecchie scelte sbagliate, sia riguardo allo studio che alle relazioni di coppia, ma aveva tutto il tempo per rimediare.
Se per comprendere gli automi aveva impiegato giorni, si capì che tra le pagine dei libri che le aveva lasciato Anna, si sentiva stimolata. Voleva saperne sempre di più.
Un giorno Angelica entrò nella sua stanza mentre stava studiando.
“Tu mi procuri orticaria, lo sai.? Sto diventando allergica a te, ai tuoi libri, alle tue serie tv, e anche alla tua ossessione per gli esami di Lettere. Hai meno vita sociale di quanta ne avesse Anna prima di arrivare qui. E credimi lei era messa malissimo.” le disse l’amica con il suo solito tono da finta iena pronta a sbranare la preda.
“Non avresti dovuto incontrare i genitori di Michele, questo fine settimana?” domandò Valentina chiudendo il libro.
“Ho inventato una scusa e l’ho spedito dai suoi da solo.” le spiegò Angelica, gettandosi sul letto.
“E per quale motivo avresti fatto una cosa simile?” Valentina pose la domanda con crescente stupore.
“Perché desidero che la mia storia con lui duri.” Angelica usò un tono che non ammetteva repliche.

Ed un giorno mentre Valentina leggeva tranquillamente un libro a Venezia e precisamente seduta su di una panchina a Giardini, una voce la distolse dalle parole della Gaskell.
“Valentina, ma sei proprio tu?” l’accento era decisamente calabrese e quando la ragazza alzò lo sguardo dal romanzo e fissò il nuovo arrivato rimase stupita.

“Martin Serrano! Che cosa ci fai qui?” domandò irritata. 

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