Lo sguardo feroce di Chiara ferì Valentina. “Non credevo che
tu fossi una codarda” le disse con un tono sprezzante.
“Non si tratta di mancanza di coraggio. Semplicemente
desidero rimettermi sulla retta via. Ho un piano. Dovresti fidarti di me.”
Valentina cercava di mostrarsi sicura e tacitamente supplicava la sua migliore
amica, quella che la conosceva sin dalla prima infanzia di fidarsi di lei.
“Quello che hai combinato con Gregorio, poi con Guglielmo,
con i tuoi studi e perfino con me non mi ispira proprio fiducia. E vorrei
poterti aiutare ma non me lo permetti.” Il tono di Chiara ora non era più
carico d’ira. La sua voce emanava tristezza.
“So bene quello che sto facendo, anche se forse non sono
intelligente come te, Anna o Angelica. Forse sono meno colta ma non sono una
stupida. Non desidero commettere due volte gli stessi errori.” Valentina si
rese conto però che si era giocata la fiducia degli altri e che avrebbe dovuto
faticare per riconquistarla, cosa che in effetti stava cercando di fare.
“Ok, proverò a fidarmi di te.” disse la sua amica
abbracciandola.
Valentina entrò nella stanza di Anna cercando le parole
giuste da usare. Aveva trascorso le giornate precedenti a controllare i
programmi dei corsi di Lettere e Filosofia e sapeva che parecchi degli esami
che Anna aveva sostenuto, erano proprio legati a quelle materie. Trovò l’amica intenta a sistemare dentro una
borsa da viaggio, i cofanetti con i dvd delle sue serie preferite.
Anna distolse lo sguardo dall’ultima stagione di Pretty
Little Liars e si concentrò sul volto turbato di Valentina. Cosa avevano in
comune la ragazza sicura di sé che aveva conosciuto quasi un anno prima, con la
coinquilina titubante che aveva davanti ora?
“Non preoccuparti, non posso portare via tutte le mie serie
tv. Non entrerebbero nella valigia e poi tra meno di un mese sarò di nuovo qui.
Ti do il permesso di prendere qualche dvd, visto che resterai qui da sola con
Angelica. Ma non credo che il tuo sguardo preoccupato sia debba a questo.” Il
sorriso di Anna rassicurò Valentina. Quando era Chiara a osservarla si sentiva
giudicata. Anna invece evitava i giudizi e cercava le soluzioni.
“Vorrei i libri di testo dei corsi che stai frequentando
all’università. Ovviamente solo di quelli su cui hai sostenuto gli esami.”
Finalmente Valentina aveva trovato il coraggio.
“Certo. Per me non ci sono problemi. E dal tuo sguardo
deduco che non dovrò nemmeno farti troppe domande, giusto? Domani mattina
troverai tutti i volumi sul tavolo della cucina.” Anna chiuse finalmente la sua
borsa da viaggio e a fatica la posizionò accanto alla sua scrivania.
“Grazie, Anna. E stai attenta.” Valentina si avvicinò alla
porta dopo aver abbracciato la sua amica.
“Cosa vuoi dire?” le
domandò la giovane romana.
“Fai attenzione a quel seminarista. Non dovresti essere
sciocca come lo sono stata io.” Prima che Anna potesse ribattere, Valentina
aveva già lasciato la stanza.
Anna era stata di parola visto che il giorno dopo, quando
tutte erano ormai partite, tranne Angelica che si lamentava davanti ad una
tazza ricolma di latte e caffè, Valentina trovò due pile di libri sul tavolo
della cucina.
“Togli quei così da lì” minacciò Angelica. “Dopo aver
passato due mesi a studiare per quei
terribili esami, non voglio vedere più un libro fino al 30 agosto.” si lamentò
la giovane addentando un pasticcino.
“Dopo aver fatto colazione li porterò nella mia stanza,
promesso. Così potrai tenerti lontana da questi odiosi mostri di carta.”
concesse Valentina versandosi del caffè in una tazzina.
“Pensavo che studiassi per diventare un ingegnere
informatico. Di solito sono loro quelli che trovano lavoro e non i sognatori
che si illudono che Leopardi farà avere loro un impiego con uno stipendio
decente.” Angelica sapeva essere sarcastica sin dalle prime ore del mattino.
“Non dirlo a nessuno ma ho deciso di cambiare facoltà. Mi
sono iscritta a Lettere e Filosofia.” Valentina si stupì: un anno prima non
avrebbe mai immaginato di confidare i suoi segreti ad una persona come
Angelica.
“Non sono stupida come le nostre coinquiline, con tutto il
rispetto. L’avevo già capito. Non ci voleva molto. E pensare che quando sei arrivata a Bologna
eri una ragazza così sicura di sé. Ora invece ti sei trasformata in un cucciolo
di labrador.” Era più forte di lei: Angelica non riusciva a trattenersi.
“Grazie mille per il sostegno, Angelica.” il tono di voce di
Vale era pieno di risentimento. Ben le stava, visto che aveva scelto proprio
lei come confidente.
“Una volta eri anche capace di stare agli scherzi. Non
dicevo sul serio. Hai il mio sostegno .Tiferò per te e non dirò nulla a quelle
due, fino a quando non sarai tu a parlare. Stento a riconoscermi. Un anno fa ti
avrei massacrata e avrei rivelato il tuo segreto all’intera Bologna. Non mi
riconosco.” si stupì Angelica.
“Sei un tesoro” le concesse Valentina, dandole un bacio
sulla guancia e uscendo di corsa dalla cucina per precipitarsi con i suoi libri
nella sua stanza.
E trascorsero i giorni. Valentina viveva giornate piuttosto
monotone: si divideva tra lo studio, i turni in libreria (dove si impegnava a
non vedere il crescente interesse di Luca nei suoi confronti) , i fine
settimana a Venezia (aveva iniziano ad apprezzare il fatto che a poche ore da
casa sua , raggiungibile in treno, ci fosse una delle città più straordinarie
al mondo), e la lettura dei numerosi libri che aveva ricevuto in dono per il
suo compleanno.
La Gaskell le entrò nel cuore, così come i Canti del
Leopardi, il Canzoniere del Petrarca. Ma accanto ai grandi classici scoprì anche
degli autori moderni, che scrivevano di ragazze che capivano di possedere doni
speciali, giovani vittime di bullismo, storie di bulli, di persone che si
rivelavano essere vampiri, lupi mannari, streghe e altro. Alcuni romanzi le
insegnarono che non bisognava arrendersi mai e nemmeno chiudersi alla vita.
Valentina rimase di stucco davanti ad un certo tipo di narrativa moderna per
giovani adulti. Sembrava che alle ragazze piacessero i cosiddetti bad boy, ma
lei che aveva sperimentato sulla sua pelle, cosa significasse stare con un
cattivo ragazzo, non poté far altro che dissentire. Le giovani meritavano
accanto fidanzati come Guglielmo, Michele o Andreas e non tipi pericolosi come
quel Gregorio
Valentina decise di far buon uso anche dei dvd che le aveva
lasciato Anna. Si recò sulla terra insieme ai protagonisti di The 100, che
erano tutti tipi tosti e lottavano per sopravvivere. Si mise a rivedere tutte
le stagioni di Sex and the city insieme ad Angelica che inneggiava lo stile di
vita di Samantha e moriva per le scarpe di Carrie. Ma soprattutto Valentina si
rese conto che aveva commesso parecchie scelte sbagliate, sia riguardo allo
studio che alle relazioni di coppia, ma aveva tutto il tempo per rimediare.
Se per comprendere gli automi aveva impiegato giorni, si
capì che tra le pagine dei libri che le aveva lasciato Anna, si sentiva
stimolata. Voleva saperne sempre di più.
Un giorno Angelica entrò nella sua stanza mentre stava
studiando.
“Tu mi procuri orticaria, lo sai.? Sto diventando allergica
a te, ai tuoi libri, alle tue serie tv, e anche alla tua ossessione per gli
esami di Lettere. Hai meno vita sociale di quanta ne avesse Anna prima di
arrivare qui. E credimi lei era messa malissimo.” le disse l’amica con il suo
solito tono da finta iena pronta a sbranare la preda.
“Non avresti dovuto incontrare i genitori di Michele, questo
fine settimana?” domandò Valentina chiudendo il libro.
“Ho inventato una scusa e l’ho spedito dai suoi da solo.” le
spiegò Angelica, gettandosi sul letto.
“E per quale motivo avresti fatto una cosa simile?”
Valentina pose la domanda con crescente stupore.
“Perché desidero che la mia storia con lui duri.” Angelica
usò un tono che non ammetteva repliche.
Ed un giorno mentre Valentina leggeva tranquillamente un
libro a Venezia e precisamente seduta su di una panchina a Giardini, una voce
la distolse dalle parole della Gaskell.
“Valentina, ma sei proprio tu?” l’accento era decisamente
calabrese e quando la ragazza alzò lo sguardo dal romanzo e fissò il nuovo
arrivato rimase stupita.
“Martin Serrano! Che cosa ci fai qui?” domandò irritata.
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