Si
era completamente dimenticato di dire a Simonetta che quel pomeriggio
aveva la partita, lei aveva programmato una serata romantica e lo
avrebbe aspettato a casa per passarla a prendere.
Ed
ora? Cosa avrebbe dovuto fare? Ora doveva entrare in campo e non
poteva tornare in spogliatoio per avvertirla.
Cercò
di non pensarci, avrebbe pensato a rimediare dopo la partita, ora
doveva assolutamente mettere testa e cuore a quei novanta minuti.
Si
posizionò in attacco, dopo aver dato la mano ai loro avversari, e
attese il fischio d’inizio che prontamente risuonò lungo il campo
di calcio.
La
partita risultò fin dall’inizio complicata. Gli avversari erano
molto aggressivi fin dalla difesa e per loro risultava complicato far
filtrare il pallone.
Ogni
volta che tentava di concentrarsi pensava a Simonetta, la sua
Simonetta, e si domandava a come avrebbe reagito quando l’avrebbe
sentita, dopo la partita. L’avrebbe perdonato per quella
dimenticanza?
«
Dai, Daniele, corri in profondità! Ti ha passato il pallone» gli
gridò il Mister.
Effettivamente
Gennaro gli aveva passato un pallone molto buono in profondità ma
lui, disattento, non aveva seguito l’azione.
I
minuti passarono e passò la mezz’ora di gioco. Gli avversari
pressavano e la loro squadra si schiacciava troppo spesso in
difesa. Un suo amico dalla difesa riuscì ad intercettare un pallone
molto pericoloso e, di prima, glie la lanciò. Colto nuovamente
di sorpresa Daniele colpì la sfera senza controllarla.
Quest’ultima finì a Gennaro che filtrò tra due difensori,
costretti ad atterrarlo. Il fischiò arrivò subito.
«
La vuoi calciar tu la punizione?» Chiese Gennaro, poggiando a terra
il pallone, ma la risposta arrivò dalla panchina.
«
Provaci tu Genny !» urlò il Mister.
Daniele
si posizionò in mezzo all’area, cercando di concentrarsi il più
possibile per un’eventuale deviazione.
Arrivò
il fischio per eseguire la punizione e Genny fece una breve rincorsa.
«
GOOOOOOOOOAAAAAAL» gridarono dagli spalti assieme al fischio di
convalida della rete.
«
Ma cos’hai Daniele? Non stai giocando come fai solitamente. Ti sta
agitando quell’osservatore? Non pensarci e gioca come al tuo
solito. Hai sbagliato dei controlli che solitamente fai ad occhi
chiusi. Per fortuna che oggi è particolarmente ispirato il nostro
Genny» disse il Mister negli spogliatoi, guardando il suo amico poco
più basso di lui, seduto a pochi metri. Gennaro – per tutti Genny
– era un ragazzo di un anno meno di lui. Si era conquistato un
posto da titolare a causa dell’infortunio del suo miglior amico,
Tony.
«
Forza ragazzi, non dobbiamo mollare, stiamo vincendo ma solo grazie
alla sua grande punizione. Dovete far di più, non possiamo perdere
questa occasione. E tu » disse, rivolgendosi nuovamente a Daniele, «
concentrati. Conto su di te. Appena rientriamo in campo cominci a
scaldarti, Cerry» disse ad un altro ragazzo, più grosso di Daniele
e Gennaro.
Il
secondo tempo fu più piacevole e ritrovò non solo la concentrazione
persa nel primo, ma pure il goal.
Fu
un sostegno enorme veder la carica di mamma dalla terza fila,
sovrastare le incitazioni delle ragazze sottostanti.
Solo
un errore di passaggio di un suo amico in difesa causò il momentaneo
pareggio, corretto in pochi minuti da una loro grande reazione.
Il
fischio dell’arbitro sancì la vittoria della sua squadra e
conseguente sorpasso in classifica della squadra sul Frantinate.
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