giovedì 21 settembre 2017

Venti di verità - 2^ puntata - di Mauro Bertoli

Si era completamente dimenticato di dire a Simonetta che quel pomeriggio aveva la partita, lei aveva programmato una serata romantica e lo avrebbe aspettato a casa per passarla a prendere.
Ed ora? Cosa avrebbe dovuto fare? Ora doveva entrare in campo e non poteva tornare in spogliatoio per avvertirla.
Cercò di non pensarci, avrebbe pensato a rimediare dopo la partita, ora doveva assolutamente mettere testa e cuore a quei novanta minuti.
Si posizionò in attacco, dopo aver dato la mano ai loro avversari, e attese il fischio d’inizio che prontamente risuonò lungo il campo di calcio.
La partita risultò fin dall’inizio complicata. Gli avversari erano molto aggressivi fin dalla difesa e per loro risultava complicato far filtrare il pallone.
Ogni volta che tentava di concentrarsi pensava a Simonetta, la sua Simonetta, e si domandava a come avrebbe reagito quando l’avrebbe sentita, dopo la partita. L’avrebbe perdonato per quella dimenticanza?
« Dai, Daniele, corri in profondità! Ti ha passato il pallone» gli gridò il Mister.
Effettivamente Gennaro gli aveva passato un pallone molto buono in profondità ma lui, disattento, non aveva seguito l’azione.
I minuti passarono e passò la mezz’ora di gioco. Gli avversari pressavano e la loro squadra si schiac­ciava troppo spesso in difesa. Un suo amico dalla difesa riuscì ad intercettare un pallone molto pe­ricoloso e, di prima, glie la lanciò. Colto nuovamente di sorpresa Daniele colpì la sfera senza con­trollarla. Quest’ultima finì a Gennaro che filtrò tra due difensori, costretti ad atterrarlo. Il fischiò ar­rivò subito.
« La vuoi calciar tu la punizione?» Chiese Gennaro, poggiando a terra il pallone, ma la risposta arri­vò dalla panchina.
« Provaci tu Genny !» urlò il Mister.
Daniele si posizionò in mezzo all’area, cercando di concentrarsi il più possibile per un’eventuale de­viazione.
Arrivò il fischio per eseguire la punizione e Genny fece una breve rincorsa.
« GOOOOOOOOOAAAAAAL» gridarono dagli spalti assieme al fischio di convalida della rete.
« Ma cos’hai Daniele? Non stai giocando come fai solitamente. Ti sta agitando quell’osservatore? Non pensarci e gioca come al tuo solito. Hai sbagliato dei controlli che solitamente fai ad occhi chiusi. Per fortuna che oggi è particolarmente ispirato il nostro Genny» disse il Mister negli spogliatoi, guardando il suo amico poco più basso di lui, seduto a pochi metri. Gennaro – per tutti Genny – era un ragazzo di un anno meno di lui. Si era conquistato un posto da titolare a causa dell’infortunio del suo miglior amico, Tony.
« Forza ragazzi, non dobbiamo mollare, stiamo vincendo ma solo grazie alla sua grande punizione. Dovete far di più, non possiamo perdere questa occasione. E tu » disse, rivolgendosi nuovamente a Daniele, « concentrati. Conto su di te. Appena rientriamo in campo cominci a scaldarti, Cerry» disse ad un altro ragazzo, più grosso di Daniele e Gennaro.
Il secondo tempo fu più piacevole e ritrovò non solo la concentrazione persa nel primo, ma pure il goal.
Fu un sostegno enorme veder la carica di mamma dalla terza fila, sovrastare le incitazioni delle ra­gazze sottostanti.
Solo un errore di passaggio di un suo amico in difesa causò il momentaneo pareggio, corretto in pochi minuti da una loro grande reazione.
Il fischio dell’arbitro sancì la vittoria della sua squadra e conseguente sorpasso in classifica della squadra sul Frantinate.

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